Ora ha 10 anni, frequenta la quinta elementare ma da quando andava
all’asilo è perseguitato da Equitalia. Non sa ancora cosa sono le tasse,
non capisce perché a casa sua una mattina, mentre giocava con mamma
Amalia, è entrato un ufficiale giudiziario che ha chiesto di
vederlo. Ha soltanto capito che da 8 anni qualcuno crede che lui abbia
acquistato un telefonino: «Ogni tanto mi chiede: “Mamma, ma davvero io ho comprato un cellulare?”» dice Amalia Iudicone, 41 anni, sventolando le cartelle di Equitalia e dell’Agenzia delle Entrate.
Quei fogli ormai consumati non li ha mai potuti archiviare, li
deve tenere sempre a portata di mano sulla credenza del suo appartamento
al piano terra di una palazzina alla periferia di Alessandria perché da
8 anni ancora non ha messo la parola «fine» a questa vicenda assurda.
Sembrava un disguido facilmente risolvibile...
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