È passato appena un giorno dalle prime rivelazioni dei cosiddetti
Paradise Papers, i nuovi documenti che rivelano i tesori offshore di
molte personalità pubbliche. File che coinvolgono potenti di tutto il
mondo, ma che sono stati ottenuti dal giornale tedesco Suddeutsche
Zeitung, e che ora passeranno al vaglio del ministero delle finanze di
Berlino. A dirlo è il titolare del dicastero Peter Altmeier, che ha
affermato anche che «le conseguenze saranno esaminate sul piano della
legislazione europea e ci si confronterà al livello nazionale». In
mattinata un portavoce del ministero delle finanze aveva dichiarato:
«Saremmo contenti se queste informazioni fossero messe a disposizione
dell'amministrazione delle entrate».
Vi sono pure 16,5 milioni di sterline riconducibili a Lewis
Hamilton, sottratti al fisco e trasferiti con «un marchingegno» su conti
offshore dell'Isola di Man. L'iridato britannico di Formula 1, da poco
campione del mondo per la quarta volta, viene additato dal Guardian, che
gli attribuisce inoltre una fortuna pari a 130 milioni sparsa in
paradisi fiscali come Malta o Guernsey.
Particolarmente colpito dalle rivelazioni dei Paradise Papers è il Regno
Unito, dove ieri il leader laburista Jeremy Corbyn ha prima invitato la
regina Elisabetta a chiedere scusa, e poi ha ritrattato. Rispondendo
alle domande di un giornalista, al termine della conferenza annuale
della Confindustria britannica, Corbyn ha detto che «tutti coloro
che utilizzano per i loro interessi i paradisi fiscali non solo devono
chiedere scusa ma riconoscere il danno che provocano ai servizi
pubblici». Nel corso del suo intervento Corbyn aveva tuonato contro i
super-ricchi che in questo modo «fanno un oltraggio» al fisco britannico
e ai comuni cittadini, dato che il mancato pagamento delle tasse sui
loro patrimoni miliardari penalizza, fra l'altro, ospedali e scuole. In
seguito al clamore dato alle sue dichiarazioni, il partito laburista ha
minimizzato con una dichiarazione ufficiale, affermando che Corbyn non
si rivolgeva direttamente alla regina.
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