Il vicepremier in televisione "smentisce" l'abolizione del beneficio: "E' salito a 1.500 euro". Ma si tratta di un altro istituto dell'Inps, per l'asilo nido. Quello in questione non è stato rinnovato dalla Manovra del governo. Le opposizioni attaccano
di RAFFAELE RICCIARDIMILANO - "Smentisco questa notizia: il bonus baby-sitting con la legge di Bilancio è aumentato da 500 a 1.500 euro". Le agenzie battono questa dichiarazione del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico e vice presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, a "Mattino 5", su Canale5. Una risposta alle polemiche, cresciute a colpi di retweet e dalle condivisioni social, sullo stop alla facoltà delle mamme di 'scambiarè la loro maternità facoltativa con un bonus da 600 euro mensili (per un massimo di sei mesi, quindi 3.600 euro) per pagare rette e bambinaie. Una risposta falsa, che - se non pecca di malafede - almeno denota confusione.
Il caso è riesploso nelle ultime ore perché l'Inps ha pubblicato un messaggio in cui spiega alle mamme che hanno ottenuto il bonus baby-sitter che devono 'consumarlo' entro la fine del 2019, viceversa si vedranno riaccreditare i mesi di maternità ma perderanno la possibilità di convertirli nell'assegno per pagare asili nido e baby sitter.Ripercorriamo con ordine: la misura è un voucher "per l'acquisto di servizi di baby sitting oppure un contributo per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l'infanzia o dei servizi privati accreditati". Si poteva chiedere, dopo la maternità obbligatoria, in alternativa al congedo parentale. Valore: 600 euro mensili (da ricalcolare in caso di part-time), per un massimo di sei mesi. Scopo: facilitare il rientro al lavoro, visto che purtroppo la maternità è un momento tragico per la carriera delle donne; o sostenere le mamme di fatto 'obbligate' a riprendere presto il lavoro, per ragioni economiche. Introdotto prima nel triennio 2013-2015, è stato poi prorogato con le Manovre successive.
Che il bonus fosse giunto al capolinea non è certo una notizia di adesso. Lo ha stabilito lo stesso governo con la legge di Bilancio per il 2019, approvata lo scorso Natale. In quell'occasione, infatti, l'esecutivo non ha rinnovato la misura, che così è andata a esaurirsi. Che sia andata così, lo ricorda lo stesso Istituto per la previdenza nel suo ultimo messaggio: "La legge 30 dicembre 2018, n. 145, (legge di bilancio 2019), non ha previsto il rinnovo del beneficio 'contributo per i servizi di baby-sitting e per i servizi all'infanzia'", si legge. "Pertanto, a far data dal 1° gennaio 2019, le madri lavoratrici non possono più presentare domanda per l'accesso al beneficio in oggetto".Continua qui
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