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giovedì 22 ottobre 2020

Pronto soccorso sotto stress, Cremonesi (Galliera): "Non hanno ascoltato chi è in prima linea"

Programmazione regionale "influenzata in modo negativo dall'ipotesi del virus morto"

GENOVA - “Se si fossero ascoltati di più i medici di pronto soccorso, quelli che sono in frontiera, saremmo stati in grado prima e adesso di dare delle risposte più tempestive”. La denuncia arriva da Paolo Cremonesi direttore del pronto soccorso del Galliera di Genova. Da circa 10 giorni il numero dei pazienti è in costante aumento e i pronto soccorso vivono una situazione di grande affollamento e di criticità.

Cremonesi è in prima linea contro il Covid dai primi giorni dell’inizio della pandemia e il suo pronto soccorso è stato uno dei primi dove si sono verificate delle criticità essendo il Galliera l’ospedale del centro e quindi anche del primo cluster cittadino quello del centro storico. Lo sguardo di Cremonesi è stanco, ogni giorno guarda negli occhi decine di pazienti a cui sa che vorrebbe dare di più ma non può.

“Noi ad Alisa abbiamo segnalato da tempo che il trend del sovraffollamento dei pronti soccorsi stava aumentando, noi che siamo medici di pronto soccorso siamo abituati che se c'è un problema lo dobbiamo risolvere subito, mi rendo conto che gli apparati burocratico-amministrativi non hanno la stessa velocità di capire e agire come noi in pronto soccorso”, sottolinea Cremonesi. Qualcosa non ha funzionato nella programmazione estiva e senza voler polemizzare il direttore identifica una motivazione per precisa: “Quest'estate purtroppo certa stampa è andata molto dietro all'ipotesi milanese del ‘virus è morto’, ‘il virus ha perso potenza’ e questa ondata di informazioni milanesi probabilmente ha influenzato in modo negativo la nostra programmazione regionale”.

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