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lunedì 11 agosto 2014

Moody’s gela l’Italia: a rischio stime sul deficit-Pil. E l’Europa: “Servono riforme, ma le decide Roma”

L’agenzia di rating rivede al ribasso le stime sulla crescita nel 2014: -0,1% contro il +0.5%. Lancia l’allarme sui conti: la recessione peserà sulla politica fiscale e sul clima politico

Una gelata d’agosto sull’Italia. I venti freddi arrivano dagli Stati Uniti e sono soffiati dall’agenzia di rating Moody’s che, dopo il ritorno alla recessione “tecnica” certificato dall’Istat la scorsa settimana, rivede al ribasso le stime di crescita. L’Italia chiuderà il 2014 con un Pil in contrazione dello 0,1% contro il +0,5% stimato in precedenza, e mancherà entrambi gli obiettivi governativi di deficit/Pil collocandosi al 2,7% quest’anno e il prossimo, con «rischi significativi» di sforare ulteriormente. Un grido d’allarme per il governo Renzi che in un colloquio con la Stampa e in un’intervista al Financial Times aveva assicurato: «Non ho intenzione di superare il tetto del 3%. Speriamo di aver una crescita migliore nella seconda metà» e chiudere con un deficit al 2,9%.


La bocciatura di Moody’s
«La recessione avrà effetti negativi sulla politica fiscale e sul clima politico nel suo insieme, a livello sia nazionale sia europeo», evidenzia Moody’s nella nota in cui taglia le stime del Pil italiano a -0,1% per il 2014. «Poiché il Governo prevede una crescita dello 0,8% per quest’anno, la contrazione dell’economia minaccia la forza fiscale del governo», indica l’agenzia, che nella nota sottolinea anche «gli ostacoli che l’Italia incontra nel rendere permanenti le riduzioni della spesa a causa delle pressioni politiche interne». Il riferimento è alle recenti dichiarazioni di Carlo Cottarelli, il commissario alla spending review, sul fatto che «il Parlamento ora progetta di usare una parte dei tagli dalla spending review per finanziare nuove spese per 1,6 miliardi di euro nel 2015, invece che finanziare la riduzione del debito, tramite tagli permanenti».

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