Genova - Sarà anche colpa di un modello matematico. Ma il primo
passo della Procura nell’inchiesta sul disastro del Bisagno va alla
ricerca di aspetti decisamente umani. La notte dell’alluvione che
nessuno è riuscito a prevedere i previsori dell’Arpal, ovvero le “sentinelle” meteo delle istituzioni, smontarono alle 19. Un’ora prima la comunicazione all’assessore regionale alle Infrastrutture Raffaella Paita: «Tutto sotto controllo, vada pure a casa».
Una valutazione che tranquillizza anche il sindaco Marco Doria, che va a teatro. Poche ore dopo, alle 21.30, i meteorologi vengono tutti richiamati d’urgenza: Genova sta per essere investita da una nuova calamità. Alle 21 è esploso lo Scrivia, alle 23,15 è il Bisagno a rompere gli argini. La domanda che si pone chi indaga sorge spontanea: cosa è accaduto in quel lasso di tempo? E ancora: è normale che l’ufficio dei previsori non fosse presidiato fisicamente da nessuno?
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