Filiera riunita oggi a Roma per dire no al nuovo incremento previsto per
gennaio. Le imprese: "Lo Stato non ci guadagna quel che spera. E le
conseguenze sull'occupazione sono devastanti"
ROMA - "Birra, e sai cosa
bevi! Meditate gente, meditate", recitava trent'anni fa Renzo Arbore in
un celebre spot. E il noto showman è sceso di nuovo in campo a fianco
dei produttori, questa volta però per sostenere AssoBirra nella sua
campagna (#salvalatuabirra) contro l’aumento delle accise previsto a
gennaio, provvedimento che rischia di mettere in ginocchio l'intera
filiera. Della questione si è discusso oggi a Roma in un convegno dal
titolo "La filiera italiana della birra. Ridurre la pressione fiscale
per continuare a creare valore e occupazione", alla presenza di
Assobirra, Confagricoltura, Confimprese e Fipe-Confcommercio.
Già
la scorsa estate - la stagione 'privilegiata' per il consumo di questa
bevanda alcolica - le vendite di birra sono crollate del 26%. Un calo,
secondo quanto riportato da uno studio di Ref Ricerche per Assobirra,
dovuto al peso delle accise, aumentate in base a una decisione del
governo Letta. E che subiranno un ulteriore incremento dal 1° gennaio
2015. Un mercato, quello della birra, che da 10 anni non vede crescere i
suoi consumi e che ora, con questi valori in picchiata, subisce un
peggioramento della situazione. Il settore vale 3,2 miliardi, garantisce
136mila posti di lavoro e conta oltre 200mila imprese.
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