Separato dall'agosto del 2011 da oltre sei mesi occupa una stanza del San Camillo. L'ospedale è lo steso dello scandalo per i pazienti curati per terra.
Costretto a vivere in una stanza del San Camillo, dova lavora come tecnico radiologo, per le difficili condizioni in cui si è trovato dopo essere stato cacciato di casa dalla moglie. Si legge così negli atti presentati dagli avvocati del signor G. al tribunale di Roma. Con tanto di documentazione fotografica annessa. Una mossa per impietosire il giudice che si stava occupando dei suoi controversi rapporti conla moglie.
Casa e ufficioAd una prima occhiata sembra solo un'ufficio un tantino caotico. Una moka sulla scrivania e un po' di vestiti sparsi. Poi allunghi il collo e dietro il monitor del pc compare un letto. E' rifatto con una certa cura. Lo guardi meglio: è una barella. Ha dell'incredibile la storia del tecnico radiologo romano che ha trovato vitto e alloggio nella struttura ospedaliera dove lavora.
Caccaiato dalla moglie
Le foto sono allegate agli atti trasmessi dai legali dell'uomo al giudice romano chiamato ad esprimersi nella sua causa di separazione con la moglie. Una mossa studiata per impietosire il giudice, facendo leva sullo stato di estremo disagio in cui si trova l'uomo in seguito all'atteggiamento della moglie.
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