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martedì 25 settembre 2012

Regione Veneto, fuori busta a tutti i consiglieri: 2.100 euro al mese esentasse

È la somma che ognuno dei 60 eletti incassa come rimborso: vengono prelevati dal "Fondo per le spese impreviste"

VENEZIA - I sessanta consiglieri regionali del Veneto hanno il "fuori busta". Un po’ come quegli operai che a fine mese, oltre allo stipendio regolare, si vedono allungare dal padroncino, a parte, il "nero".Solo che qui, per gli inquilini di Palazzo Ferro Fini, stiamo parlando di una somma che supera la paga di un operaio: 2.100 euro al mese. Netti. Pagati sull’unghia e, in quanto catalogati come rimborso spese pur senza mostrare una sola pezza giustificativa, esentasse. Il rimborso, infatti, è forfettario. Da alcuni mesi quel rimborso non compare più in busta paga proprio per evitare che finisca nella parte imponibile. Il rischio - raccontano - c’era.  

Per non dire dei controlli che qualche solerte funzionario dell’Agenzia delle Entrate potrebbe, metti mai, sognarsi di fare. Così, al Ferro Fini da aprile funziona la seguente partita di giro: il consiglio regionale dà i soldi ai gruppi consiliari, i quali gruppi consiliari distribuiscono ogni mese ai propri consiglieri 2.100 euro a testa. Ci hanno raccontato che in Veneto hanno fatto risparmi? Che hanno tagliato i consiglieri e i vitalizi (dalla prossima legislatura)? Che hanno ridotto le indennità? Vero. Si erano però dimenticati di specificare il fuori busta e non ci avevano nemmeno detto che i soldi per i rimborsi spese vengono presi dal "fondo di riserva per le spese impreviste". Del resto, quando mai s’è vista una deliberazione dell’Ufficio di presidenza del consiglio regionale? Tutto secretato. Perfino la legge (la numero 4/2012) che ha ridotto le indennità è peggio della pagina della sfinge della Settimana enigmistica: un "omissis" dietro l’altro. Comunque, checché ne dicano i signori dottori commercialisti, i rimborsi spese forfettari per i politici veneti sono esentasse.


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