Genova - L’inchiesta sull’alluvione del 2014 irrompe nella corsa alle Regionali: la Procura ha iscritto sul registro degli indagati la candidata del Pd, Raffaella Paita (omissione di atti d’ufficio, concorso in disastro colposo e omicidio colposo) per non aver dato l’allerta. «Sono certa di aver agito nella massima correttezza e rimango a disposizione del mio partito», ha detto Paita. Ma il premier Renzi e il Pd ligure le hanno ribadito fiducia.
Tre anni dopo, dice la Procura, non è cambiato (quasi) nulla e non per una fatalità se Genova si ritrova sommersa da un nuovo fiume di fango e morte. La notte del 9 ottobre del 2014 è
il torrente Bisagno a rompere gli argini, ma proprio come fu per il rio
Fereggiano e l’onda killer che provocò sei vittime, un’altra alluvione
rimette a nudo la completa impreparazione della macchina dell’emergenza.
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