Renzi: "Governo legato a questa legge". 120 non votanti
ROMA - Deflagra in
un'infuocata assemblea notturna, lo scontro interno al Pd sulla legge
elettorale. All'ennesimo appello della minoranza a modificare
l'Italicum, Matteo Renzi dice no. E avverte che lo stesso destino del
governo è legato "nel bene e nel male" all'approvazione di questo testo
così com'è, senza cambiare neanche una virgola. E' il fallimento di ogni
tentativo di mediazione: Roberto Speranza ne trae le conseguenze e si
dimette da capogruppo. La minoranza chiede di sospendere i lavori
dell'assemblea, ma si va avanti. E allora Civati, Bindi, Fassina,
D'Attorre e altri si alzano e vanno via. Pier Luigi Bersani resta e
parla: "Se si vuole, si può cambiare. Se non volete farlo, non sono
convinto, se si va avanti così non ci sto". Alla fine il sì all'Italicum
passa con 190 voti, l'unanimità dei presenti mentre all'appello mancano
tutti gli esponenti della minoranza, i non votanti sono stati 120:
quasi un terzo del gruppo.
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