Realacci: «Lo stop al nucleare ha salvato Enel. Il futuro: innovazione risparmio energetico e rinnovabili»
Secondo i no-nuke francesi di Réseau “Sortir du nucléaire“ e
l’Autorité de sûreté nucléaire, a 30 anni dal disastro nucleare di
Chernobyl, «Un grosso incidente nucleare è possibile in Francia e la sua
probabilità non è mai stata così elevata», anche perché EDF sta
crollando sotto il peso dei suoi debiti atomici. Per evitare questo
scenario da incubo il governo francese è corso in aiuto della compagnia
elettrica – della quale detiene l’85% – con un finanziamento che copre i
tre quarti della ricapitalizzazione da 4 miliardi del gigante nucleare.
Liberation dice che questo «permetterà all’impresa di evitare
il peggio e di assicurare le fini del mese per due o tre mesi a venire.
Ma dopo? Questo piano di emergenza non risponde evidentemente a tutti
gli interrogativi sullo stato di salute reale dell’impresa EDF». E
infatti EDF è crolla in Borsa a Parigi, perdendo l’11,1%,nella prima
seduta dopo l’annuncio dell’aumento di capitale e il mercato ha quindi
bocciato la politica del governo francese per salvare quella che ormai
sembra un’industria decotta, pericolosa e costosissima da dismettere. Il
gruppo guidato da Jean-Bernard Levy, che in Italia controlla Edison, è
in grandi difficoltà dopo la decisione di rilevare, per circa 2,5
miliardi, le attività di progettazione e costruzione dell’altro colosso
del nucleare statale Areva, anche lui nei guai per investimenti
sbagliati nelle miniere di uranio.
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