Alessandria
Alessandria si schiera per evitare il fallimento della Borsalino,
tornato all’ordine del giorno dopo che il giudice ha revocato il
concordato preventivo in bianco concesso a marzo. Una decisione che
mette in forse la soluzione trovata l’anno scorso, con l’arrivo
dell’imprenditore italo-svizzero Philippe Camperio che aveva affittato
l’azienda famosa nel mondo per i suoi cappelli in attesa di poterne
diventare proprietario. La Borsalino ha chiuso il 2015 con una crescita del fatturato da 13,5 a 15 milioni e il ritorno all’utile dopo anni, mentre i dati di quest’anno sono ancora migliori (più 20%). Camperio ha messo a disposizione del fallimento 15 milioni oltre a saldare un debito di 8 milioni con l’erario e finanziare nuovi macchinari e sei assunzioni. Invece ora il rischio è che qualcuno, ad esempio lo stesso pm cui sono stati girati gli atti, chieda il fallimento. Ieri mattina, nella sala consiliare del Comune, si è tenuta una specie di assemblea con i 130 lavoratori del cappellificio, i sindacati, il sindaco Rita Rossa e i parlamentari della provincia.
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