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mercoledì 8 maggio 2019

Novi, il mistero dei pozzi inquinati: solventi cento volte oltre i limiti di legge

Novi Ligure - Non c’è solo tetracloroetilene nei pozzi inquinati nella zona tra il basso Pieve e l’area artigianale Cipian di Novi Ligure. Le analisi eseguite da Arpa, agenzia per l’ambiente della Regione Piemonte, indicano anche il superamento dei parametri di cloroformio, dicloroetilene e diclorobenzene ed altri solventi in sei pozzi. Il Comune di Novi Ligure, alla luce dei nuovi campionamenti, ha quindi emesso una terza ordinanza che conferma e rafforza il divieto di utilizzo dell’acqua dei pozzi a scopo potabile.
Oltre ai tre pozzi all’interno della proprietà della casa di riposo Serenella, nel basso Pieve, il divieto riguarda anche i pozzi in via Principe Lucedio, in via zona Cipian, nel pressi del Formificio Milanse, e in via Monte Santo. L’inquinamento era emerso a gennaio nel corso di controlli sui lavori del Terzo Valico. Subito, tuttavia, Arpa e Comune, vista la posizione dell’area contaminata, avevano escluso una interferenza delle lavorazioni dei cantieri che si trovano a valle rispetto alla direzione di falda.
I valori riscontrati erano, e sono, tuttavia preoccupanti, fino a 300 volte superiori ai limiti imposti per legge, soprattutto per quanto riguarda la presenza di tetracloroetilne.
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