Licenziamenti, sindacati pronti allo sciopero "Si va verso la rottura della coesione sociale"
I sindacati: «Istigazione alla rivolta». Bonanni: pronti a sciopero. Il premier: l'opposizione non dica sempre no
MILANO - I sindacati annunciano battaglia dura sui licenziamento facile,
la riforma promessa da Silvio Berlusconi ai leader europei. Per il
leader della Cisl Raffaele Bonanni «è un' istigazione alla rivolta, una
provocazione» e se le mani sulle regole saranno messe senza il
consenso delle parti sociali, annuncia, «la Cisl andrà allo sciopero».
La replica del presidente del Consiglio è affidata, come d'abitudine,
alla televisione, in questo caso a un'intervista al Tg1: l'obiettivo
del governo è «creare un mercato del lavoro più efficiente, più moderno e
aperto a donne e giovani».
CAMUSSO: REAGIREMO - «Una misura da incubo, contro la quale
reagire» è anche per la Cgil di Susanna Camusso il provvedimento che di
fatto è un attacco all'articolo 18. «Altro che indignados», le fa eco il
suo predecessore Guglielmo Epifani. E all'indignazione dei sindacati si
uniscono molte voci dell'opposizione a partire da quella del leader dei
democratici Pierluigi Bersani: «Inaccettabile».
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