Vernazza - «La terra... è una nave troppo grande per me. È una donna
troppo bella. È un viaggio troppo lungo. È un profumo troppo forte. È
una musica che non so suonare. Non scenderò dalla nave. Al massimo,
posso scendere dalla mia vita».
L’aveva scelta come citazione preferita, Sauro Picconcelli:
la storia del pianista sull’oceano, che non abbandona la sua nave
neanche quando è destinata ad essere abbattuta ed affondata. E come un
capitano sulla tolda, negli ultimi istanti della sua presenza in vita a
Vernazza, nell’inferno dell’alluvione, compare in un filmato girato
dall’altra parte della strada da una ragazza, con un telefonino
cellulare: c’è lui, nel suo negozio, mentre osserva l’onda immensa di
fango e detriti che si gonfia in strada, un oceano maledetto destinato a
portarsi via troppe vite.
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