MILANO - La crisi riduce il potere d'acquisto degli italiani. E' la fotografia scattata a novembre dall'Istat che rivela un divario record tra la crescita dei prezzi su base annua e quella delle retribuzioni: i primi aumentano del 3,3%, gli ultimi dell'1,5%. Come a dire che l'aumento degli stipendi non basta più a fronteggiare la corsa dell'inflazione. E ancora di più nell'ultima parte dell'anno perché a novembre le retribuzioni contrattuali orarie sono rimaste ferme. Oltre tutto, la crescita tendenziale dell'1,5% è la più bassa dall'ottobre del 2010, quando si registrò lo stesso dato che risulta il minimo da marzo 1999.
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