sabato 28 febbraio 2015
Russia, il leader dell’opposizione Boris Nemtsov ucciso in un agguato nel centro di Mosca
Vicepremier all’epoca del governo di Boris Eltsin, è stato centrato da
sei colpi di arma da fuoco. La condanna di Putin: «Potrebbe essere una
provocazione»
Omicidio politico all’ombra del Cremlino: Boris Nemtsov, storico esponente liberale russo e oppositore irriducibile di Vladimir Putin, è stato ucciso nella notte a pochi passi dalla cittadella del potere di Mosca in un agguato che appare anche un guanto di sfida.
Putin stesso si è affrettato a condannare il delitto come «un crudele assassinio», ma ha parlato pure di «provocazione», annunciando una immediata consultazione con i vertici della sicurezza e il suo «diretto controllo» sulle indagini.
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Omicidio politico all’ombra del Cremlino: Boris Nemtsov, storico esponente liberale russo e oppositore irriducibile di Vladimir Putin, è stato ucciso nella notte a pochi passi dalla cittadella del potere di Mosca in un agguato che appare anche un guanto di sfida.
Putin stesso si è affrettato a condannare il delitto come «un crudele assassinio», ma ha parlato pure di «provocazione», annunciando una immediata consultazione con i vertici della sicurezza e il suo «diretto controllo» sulle indagini.
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Gli incursori della Marina nelle acque vicino alla Libia
La San Giorgio salpata dalla Spezia in missione di addestramento. A bordo forze speciali
Sono partiti da Spezia e da Taranto, puntando verso la polveriera
libica. Ma si fermeranno prima, al confine con le acque territoriali di
Tripoli. Formalmente impegnati in un’esercitazione, anche se i
connotati non sarebbero proprio quelli classici dell’addestramento:
pronti a intervenire se la situazione dovesse precipitare. La notizia è
stata confermata da diverse fonti. Le preoccupazioni di un improvviso
precipitare degli eventi che potrebbero compromettere gli interessi
strategici dell’Italia in Libia hanno fatto scattare l’allarme delle
forze di difesa italiane. Tutto è accaduto tra giovedì e venerdì. I
militari del reggimento San Marco sono arrivati alla Spezia nel cuore
della notte. Hanno attraversato la città per poi costeggiare le vecchie
mura dell’Arsenale e arrivare fino alla caserma del Comsubin (Comando
subacquei e incursori), al Varignano, il promontorio a ovest del golfo.
Lì gli incursori, già svegli, preparavano i mezzi, il necessario alla
missione. Pronti a salire sulla nave San Giorgio, arrivata appositamente
da Brindisi.
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La San Giorgio, nave per missioni anfibie della Marina Militare italiana |
Ilario Lombardo
Roma
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Scontro tra pullman di studenti e un camion nel Cremonese: 25 feriti, tre gravi
La comitiva proveniva da Cairo Montenotte (Savona)
Una gita a Budapest di una quarantina di studenti liguri, geometri e ragionieri del terzo e quarto anno dell’istituto Patetta di Cairo Montenotte (Savona), poteva finire in tragedia: il pullman sul quale viaggiavano si è scontrato, ieri sera tardi, con un camion sull’autostrada A21 vicino a Corte de’ Frati (Cremona). Il mezzo, praticamente distrutto, è finito in una scarpata e si è appoggiato su un fianco sul terreno. Venticinque in tutto sono i feriti e i contusi: tre di loro in gravi condizioni, i due autisti che si alternavano alla guida e un ragazzo (e non un insegnante, come sembrava in un primo tempo).
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Una gita a Budapest di una quarantina di studenti liguri, geometri e ragionieri del terzo e quarto anno dell’istituto Patetta di Cairo Montenotte (Savona), poteva finire in tragedia: il pullman sul quale viaggiavano si è scontrato, ieri sera tardi, con un camion sull’autostrada A21 vicino a Corte de’ Frati (Cremona). Il mezzo, praticamente distrutto, è finito in una scarpata e si è appoggiato su un fianco sul terreno. Venticinque in tutto sono i feriti e i contusi: tre di loro in gravi condizioni, i due autisti che si alternavano alla guida e un ragazzo (e non un insegnante, come sembrava in un primo tempo).
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Scontro in autostrada, dopo la paura tornano a casa gli studenti in gita
Tutte le bugie di Bossetti, “il Favola”. La moglie: ci ho pensato Massi, eri lì
Nell’atto di chiusura indagini, l’immagine di un mentitore seriale.
Dalle ricerche di ragazzine sui siti porno alle malattie inventate
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Paolo Colonnello
Milano
«Il Favola», come veniva chiamato Massimo Bossetti in cantiere
dagli altri operai, non aveva limiti. E nemmeno senso del ridicolo: un
paio di volte aveva raccontato di avere un tumore al cervello, un’altra
tre ernie al disco, infine di essersi rotto il setto nasale, di essere
stato sbattuto fuori casa dalla moglie, di avere la diffida di un
legale, di fare la chemioterapia… Tutte balle, colossali. Come la storia
del furto degli attrezzi, o del ferimento di una mano per giustificare
il «furto» del suo sangue da parte di un collega che ha cercato di
accusare (guadagnandosi una nuova imputazione per calunnia), facendolo
passare per il mostro che, forse, vive in lui. Continua qui
venerdì 27 febbraio 2015
Gli inquilini negano l’ascensore al giovane malato di tumore
Maria Teresa Martinengo
Torino
«Il mio nome è Stefano Martoccia, ho 33 anni, la storia che vi
racconto riguarda la mia condizione di disabile e la mancanza di umanità
dell’individuo». Ha iniziato così la sua denuncia alla «Stampa» un
giovane ingegnere gestionale malato di cancro a cui i proprietari della
maggioranza degli appartamenti del condominio negano di installare
l’ascensore che gli consentirebbe di abitare nel palazzo di via Le
Chiuse, in San Donato, al quarto e ultimo piano dove nel 2011 aveva
acquistato casa.«Mia nonna ha vissuto fino a 80 anni senza ascensore: perché un giovane come me dovrebbe fermarsi di fronte a questa mancanza?», aveva pensato Stefano. «Per ironia della sorte, pochi mesi dopo sono cominciati i problemi alla gamba destra che, nel giro di un anno, a causa di una forma rara di tumore, hanno portato all’amputazione. La forza d’animo non mi ha mai abbandonato e con l’aiuto di tutti torno a una vita quasi normale: la protesi mi consente di svolgere le attività quotidiane, ma se non avessi il supporto della mia famiglia e della mia ragazza sarebbe tutto molto complicato». Logico, quindi, che l’ingegnere inizi a sondare la possibilità di installare l’ascensore. La legge è dalla sua parte: l’ascensore può essere installato (a sue spese) anche senza l’ok degli altri inquilini. Ma Stefano Martoccia sceglie di andare comunque in assemblea e la prima risposta pare di relativa apertura.
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Si ribalta un camion: tratto chiuso dell’autostrada A7 fra i caselli di Vignole e Serravalle. Caos sulle vicine provinciali
L’incidente è avvenuto in direzione Milano
L’incidente e la decisione di chiudere l’autostrada per eseguire le operazioni di rimozione del mezzo pesante ha provocato una serie di ingorghi sulle provinciali adiacenti, in particolare l’ex 35 bis dei Giovi che attraversa tre Comuni: Vignole, Serravalle ed Arquata.
Fonte
Massimo Putzu, Gino Fortunato
Serravalle Scrivia(AL)
Tratto della A7 Milano -Serravalle - Genova chiuso al traffico
dalle 18 per il ribaltamento di un Tir che trasportava oli minerali
avvenuto sulla corsia in direzione Milano. Il tratto autostradale chiuso
al traffico è quello fra i caselli di Vignole Borbera e Serravalle
Scrivia. L’incidente e la decisione di chiudere l’autostrada per eseguire le operazioni di rimozione del mezzo pesante ha provocato una serie di ingorghi sulle provinciali adiacenti, in particolare l’ex 35 bis dei Giovi che attraversa tre Comuni: Vignole, Serravalle ed Arquata.
Fonte
Bambino venduto per 30.000 euro, 8 persone fermate
I Carabinieri hanno fermato otto persone accusate di aver favorito la vendita di un bambino rumeno di otto anni ad una coppia di Castell’Umberto. 30 mila euro la somma versta. In carcere anche la mamma ed il fratello del piccolo.
30.000 euro per comprare un bambino di otto anni da una famiglia rumena. E’ la turpe vicenda scoperta dai Carabinieri del Comando provinciale di Messina che dopo alcuni mesi di indagini hanno fermato otto persone con la pesantissima accusa di riduzione in schiavitù. A sborsare la cifra una coppia originaria di Castell’Umberto ma da anni residente in Svizzera dove il marito ha fatto fortuna avviando una piccola impresa. Con loro sono finiti in carcere anche alcuni tortoriciani che hanno fatto da intermediari con un italiano residente in Romania oltre alla madre naturale ed al fratello maggiore del bambino. Tutto era iniziato nel 2008 quando la coppia, che già aveva un figlio e che aveva difficoltà a concepire il secondo, aveva denunciato all’anagrafe la nascita del secondogenito. Un bambino che sarebbe nato in casa per poi regolarizzare la posizione nel Municipio del comune dei Nebrodi. Del piccolo però, ne familiari ne amici, hanno mai avuto notizie. Per gli investigatori un depistaggio per poi acquistare un bambino sui sempre floridi mercati dell’est.
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giovedì 26 febbraio 2015
«Pagati di più se il treno ritarda» Il caso dei macchinisti lumaca
Denuncia anonima a Trenord: scatta lo straordinario. La società: contratto da cambiare. I «furbetti» sarebbero una trentina. I sindacati difendono gli onesti: se è vero casi isolati
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Ex parlamentari condannati, Grasso e Boldrini: "Stop ai vitalizi ai corrotti"
Ex parlamentari condannati, Grasso e Boldrini: "Stop ai vitalizi ai corrotti"
I presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, spingono per una decisione in tempi rapidi del Parlamento per togliere i vitalizi agli ex deputati e senatori condannati.
"La mia posizione sui vitalizi agli ex parlamentari è chiara e nota da
tempo: ritengo personalmente inaccettabile che si continui ad erogarli a chi si è macchiato di reati gravi
come mafia e corruzione". Lo dichiara in una nota il presidente della
Camera, Laura Boldrini. "La decisione spetta ora - aggiunge -
all'Ufficio di presidenza della Camera e al Consiglio di Presidenza del
Senato, che sono certa arriveranno quanto prima a deliberare su una
materia così delicata, sulla quale c'è anche molta attesa da parte
dell'opinione pubblica".
"I vitalizi e le pensioni dei parlamentari sono legati alla carica e, dunque, coloro che sono incandidabili ai sensi della legge Severino
dovrebbero perdere anche il diritto agli assegni", secondo il
presidente del Senato Pietro Grasso. In una lettera, Grasso respinge la
tesi del professor Mirabelli "secondo cui la cessazione dell'erogazione
sarebbe assimilabile ad una sanzione penale accessoria, come tale
soggetta alla riserva di legge assoluta". Al contrario, "non sussiste un
divieto di retroattività, che varrebbe ove si trattasse di una sanzione
penale accessoria. Quando una condizione di eleggibilità viene meno
(che sia la moralità, collegata ad una condanna, o la cittadinanza
italiana), cade il presupposto sia per l'esercizio di una carica sia per
la percezione di emolumenti che sono collegati ad una carica che non si
può più ricoprire. E questo deve riguardare anche i vitalizi e le
pensioni".
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Da Seredova a Rosolino: basta violenza sulle donne
A Monza la mostra del fotografo Livio Moiana
Si chiama "Basta!" la mostra del fotografo Livio Moiana per denunciare la violenza sulle donne e gli abusi, organizzata a Monza dall’Associazione ARSin e dall’Associazione RestART. Nei numerosi scatti in bianco e nero, Rossella Brescia, Alena Seredova, Francesca Senette, Nicola Savino, Cristina Chiabotto, Ale&Franz e tanti altri volti noti dello spettacolo, dello sport e della tv sono ritratti, mentre gridano “Basta!” ad ogni forma di violenza e sopruso, “Basta!”all’isolamento a cui spesso ricorre chi li subisce.
I lineamenti deformati, tirati, la fronte corrugata e la bocca spalancata in un urlo dal sapore espressionistico, per risvegliare le coscienze e porre l’accento sulla condizione della vittima, troppo spesso lasciata sola nell’arduo compito di ricostruire la propria vita. Le opere di “Basta!” invadono tutti gli spazi de Le Cucine di Villa Reale, al piano terra della villa simbolo di Monza, dal 18 febbraio all’8 marzo 2015.
Le altre foto
Si chiama "Basta!" la mostra del fotografo Livio Moiana per denunciare la violenza sulle donne e gli abusi, organizzata a Monza dall’Associazione ARSin e dall’Associazione RestART. Nei numerosi scatti in bianco e nero, Rossella Brescia, Alena Seredova, Francesca Senette, Nicola Savino, Cristina Chiabotto, Ale&Franz e tanti altri volti noti dello spettacolo, dello sport e della tv sono ritratti, mentre gridano “Basta!” ad ogni forma di violenza e sopruso, “Basta!”all’isolamento a cui spesso ricorre chi li subisce.
I lineamenti deformati, tirati, la fronte corrugata e la bocca spalancata in un urlo dal sapore espressionistico, per risvegliare le coscienze e porre l’accento sulla condizione della vittima, troppo spesso lasciata sola nell’arduo compito di ricostruire la propria vita. Le opere di “Basta!” invadono tutti gli spazi de Le Cucine di Villa Reale, al piano terra della villa simbolo di Monza, dal 18 febbraio all’8 marzo 2015.
Le altre foto
Revoca della scorta a Biagi: Scajola e De Gennaro indagati
Bologna - Claudio
Scajola e Gianni
De
Gennaro sono indagati nell’inchiesta bis sulla revoca della scorta a Marco Biagi
, ucciso a Bologna dalle nuove Br il 19 marzo 2002.
All’epoca Scajola e De Gennaro erano ministro dell’Interno e capo della Polizia. Scajola fu costretto alle dimissioni dopo un’esternazione fatta a tre mesi dall’omicidio del giuslavorista: «Biagi era un “rompicoglioni” che voleva il rinnovo del contratto di consulenza».
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All’epoca Scajola e De Gennaro erano ministro dell’Interno e capo della Polizia. Scajola fu costretto alle dimissioni dopo un’esternazione fatta a tre mesi dall’omicidio del giuslavorista: «Biagi era un “rompicoglioni” che voleva il rinnovo del contratto di consulenza».
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Stato islamico, Bbc: "Identificato 'Jihadi John', il boia dell'Is: è il londinese Mohamed Emwazi"
Ha 27 anni e sarebbe laureato in informatica. Scotland Yard aveva tenuto
segreto il nome per non compromettere le indagini. Sale a 220 il numero
dei cristiani rapiti dallo Stato islamico in Siria. In Iraq raid della
coalizione hanno provocato la morte di 50 civili vicino Mosul
LONDRA - E' stato identificato il jihadista 'John', il boia dello Stato islamico comparso in molti video dello Stato islamico in cui venivano decapitati ostaggi. Si tratta di Mohamed Emwazi, ha 27 anni ed è di Londra, secondo quanto riferito dalla Bbc che ha citato fonti di Scotland Yard.
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LONDRA - E' stato identificato il jihadista 'John', il boia dello Stato islamico comparso in molti video dello Stato islamico in cui venivano decapitati ostaggi. Si tratta di Mohamed Emwazi, ha 27 anni ed è di Londra, secondo quanto riferito dalla Bbc che ha citato fonti di Scotland Yard.
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mercoledì 25 febbraio 2015
Maltempo, ancora pioggia e vento forte al Centro-Sud. Frana uccide uomo a Ischia
Collegamenti difficili con la Sardegna e l'Isola d'Elba. A Palermo
traffico in tilt. Nelle Marche le precipitazioni intense hanno causato
il crollo di un tratto delle mura storiche del comune di Belforte del
Chienti. Instabilità fino a sabato. Poi un accenno di primavera. Ma
subito dopo ancora neve anche in pianura
ROMA -Vento forte, pioggia e neve. La perturbazione che già ieri ha fatto sentire i suoi effetti sulla Penisola, oggi ha fatto un'altra vittima: a Ischia, in localita' Olmitello dei Maronti, nel comune di Barano, Giuseppe Ialonardo, 50 anni, ristoratore del posto, era andato a verificare se alcuni smottamenti di questa mattina avevano causato danni al suo locale; l'uomo è stato coinvolto in un altro smottamento ed è morto. Non è ancora chiaro se sia precipitato con la massa di terriccio e pietre che si è staccata o se sia stato travolto dalla frana.
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ROMA -Vento forte, pioggia e neve. La perturbazione che già ieri ha fatto sentire i suoi effetti sulla Penisola, oggi ha fatto un'altra vittima: a Ischia, in localita' Olmitello dei Maronti, nel comune di Barano, Giuseppe Ialonardo, 50 anni, ristoratore del posto, era andato a verificare se alcuni smottamenti di questa mattina avevano causato danni al suo locale; l'uomo è stato coinvolto in un altro smottamento ed è morto. Non è ancora chiaro se sia precipitato con la massa di terriccio e pietre che si è staccata o se sia stato travolto dalla frana.
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METEO A 7 GIORNI: il MALTEMPO si innamora del sud, poi...
Il PUNTO sulla possibile ondata di freddo dal 5 marzo (VIDEO)
Mediaset lancia un’offerta pubblica di acquisto e scambio su Rai Way
Milano - Mediaset parte alla conquista delle torri di trasmissioni della Rai. Ei Towers,
società controllata dal Biscione e che gestisce l’infrastruttura di
rete per trasmettere il segnale televisivo del gruppo di Cologno, ha
lanciato un’offerta di acquisto e scambio su Rai Way, la società
della televisione pubblica che si occupa dello stesso business e che è
sbarcata a Piazza Affari appena tre mesi fa. L’offerta prevede una
componente in denaro e un’altra in azioni e dà un valore a Rai Way -
oggi in mano a Viale Mazzini che detiene il 65% del capitale - di 1,22 miliardi.
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Responsabilità civile dei magistrati, sì della Camera alla legge
265 i sì, 51 i no e 63 astenuti. Vota contro solo il Movimento 5 Stelle.
L'Anm: "Una norma contro i giudici". Orlando: "Siamo pronti a
correggere alcuni punti, ma si vedrà che i pericoli paventati non hanno
riscontro"
ROMA - Cambiano le regole sulla responsabilità civile dei magistrati. La Camera ha approvato il disegno di legge con 265 sì, 51 no e 63 astenuti. La Lega, Fi, Sel, Fdi e Alternativa Libera si sono astenuti. Il M5S ha votato contro. E' "un passaggio storico. La giustizia sarà meno ingiusta e i cittadini saranno più tutelati", sintetizza il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Per far procedere un testo che investe una materia su cui pende una procedura d'infrazione in sede Europea per mancata applicazione del diritto comunitario e per la quale l'Italia rischiava di pagare una multa stimata in 37 milioni, il governo ha dato parere negativo a tutti gli emendamenti.
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ROMA - Cambiano le regole sulla responsabilità civile dei magistrati. La Camera ha approvato il disegno di legge con 265 sì, 51 no e 63 astenuti. La Lega, Fi, Sel, Fdi e Alternativa Libera si sono astenuti. Il M5S ha votato contro. E' "un passaggio storico. La giustizia sarà meno ingiusta e i cittadini saranno più tutelati", sintetizza il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Per far procedere un testo che investe una materia su cui pende una procedura d'infrazione in sede Europea per mancata applicazione del diritto comunitario e per la quale l'Italia rischiava di pagare una multa stimata in 37 milioni, il governo ha dato parere negativo a tutti gli emendamenti.
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martedì 24 febbraio 2015
Sparatoria in un ristorante, 9 morti in Repubblica Ceca. Killer annuncia strage in tv: “Vittima di bulli”
Tra le vittime c’è anche l’aggressore che aveva avvertito del folle gesto
Ha fatto una strage, dopo averla annunciata. Nove persone, compreso l’assalitore, sono rimaste uccise a seguito di una sparatoria in un ristorante della Repubblica Ceca, nella città di Uhersky Brod, nel sudest del Paese. Secondo la tv privata “Prima” l’uomo aveva avvertito, con una telefonata all’emittente, dell’intenzione di commettere il suo folle gesto: «Sono vittima di bullismo, la gente mi fa male, le autorità non risolvono niente. Quindi vado a regolare i conti» aveva detto.
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Ha fatto una strage, dopo averla annunciata. Nove persone, compreso l’assalitore, sono rimaste uccise a seguito di una sparatoria in un ristorante della Repubblica Ceca, nella città di Uhersky Brod, nel sudest del Paese. Secondo la tv privata “Prima” l’uomo aveva avvertito, con una telefonata all’emittente, dell’intenzione di commettere il suo folle gesto: «Sono vittima di bullismo, la gente mi fa male, le autorità non risolvono niente. Quindi vado a regolare i conti» aveva detto.
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Aggredita la sorella di Bossetti, tre costole rotte e trauma cranico
Mentre scendeva a ritirare la posta, due uomini incappucciati le hanno
puntato un taglierino alla gola e l’hanno picchiata. Sarebbe la terza
aggressione subito dalla donna
Una nuova aggressione è stata denunciata dalla sorella di Massimo Bossetti, l’artigiano in carcere per l’omicidio di Yara Gambirasio. La donna ha raccontato che mentre scendeva a ritirare la posta, due uomini incappucciati le hanno puntato un taglierino alla gola e l’hanno spinta nell’ascensore, scendendo poi nel sotterranei del palazzo di Terno d’Isola dove l’hanno picchiata fino a farla svenire.
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Una nuova aggressione è stata denunciata dalla sorella di Massimo Bossetti, l’artigiano in carcere per l’omicidio di Yara Gambirasio. La donna ha raccontato che mentre scendeva a ritirare la posta, due uomini incappucciati le hanno puntato un taglierino alla gola e l’hanno spinta nell’ascensore, scendendo poi nel sotterranei del palazzo di Terno d’Isola dove l’hanno picchiata fino a farla svenire.
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Distratti dal cellulare in auto, ecco la prima causa degli incidenti
Un giovane su quattro ammette di scattare selfie, chattare e navigare
mentre guida. A Torino è partito un progetto sulla sicurezza per gli
studenti in età da patente
La confessione
Il 12,4% dei guidatori è stato sorpreso mentre guidava con il telefonino in mano, mentre un giovane su 4 ammette di scattarsi selfie, chattare e navigare al volante e persino al manubrio. Un’emergenza sociale ed economica: 181 mila incidenti nel 2014, la prima causa di morte sotto i 40 anni, la prima causa di invalidità permanente per i giovani, pesano per il 2% cento sul Pil. Ma finalmente, ecco la notizia, qualcosa si muove. O, per dirla con lo slogan coniato da Tim e Ducati, finalmente «c’è qualcuno che guarda avanti». Ieri hanno lanciato un progetto comune rivolto ai ragazzi in età da patente. L’idea è spiegare una semplice verità: usare il cellulare alla guida può essere letale. È stata questa la materia portata al centro di formazione professionale Gabriele Capello di Torino, prima scuola in Italia su ventitré.
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Niccolò Zancan
Torino
La sindrome che ci attanaglia ha un nome. Si chiama «Fomo», fear
of missing out: paura di essere tagliati fuori. Ed è per questo che
stiamo - non tutti, certo - sempre attaccati al telefono. Controlliamo
il cellulare in media 150 volte al giorno, una volta ogni sei minuti.
Roba da strizzacervelli. Lo facciamo anche in auto, alla guida, in bici,
in moto, quindi il problema non è più solo psicologico. La distrazione
è, infatti, la prima causa degli incidenti stradali in Italia (16,8%
secondo i dati Aci/Istat). Uno studio minuzioso sul fenomeno ha
confermato i sospetti. La confessione
Il 12,4% dei guidatori è stato sorpreso mentre guidava con il telefonino in mano, mentre un giovane su 4 ammette di scattarsi selfie, chattare e navigare al volante e persino al manubrio. Un’emergenza sociale ed economica: 181 mila incidenti nel 2014, la prima causa di morte sotto i 40 anni, la prima causa di invalidità permanente per i giovani, pesano per il 2% cento sul Pil. Ma finalmente, ecco la notizia, qualcosa si muove. O, per dirla con lo slogan coniato da Tim e Ducati, finalmente «c’è qualcuno che guarda avanti». Ieri hanno lanciato un progetto comune rivolto ai ragazzi in età da patente. L’idea è spiegare una semplice verità: usare il cellulare alla guida può essere letale. È stata questa la materia portata al centro di formazione professionale Gabriele Capello di Torino, prima scuola in Italia su ventitré.
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Fb chiude la pagina sui fascisti, che ne aprono subito un'altra
ROMA - Bloccata in modo
definitivo. Perché i suoi contenuti sono "violenti e incitano all'odio".
Facebook Italia ha oscurato in modo permanente la pagina "I Giovani
Fascisti Italiani". Una decisione che arriva dopo l'inchiesta di Repubblica.it sul rapporto tra neo-fascismo e rete e dopo le denunce dell'onorevole del Partito Democratico Laura Garavini,
che era stata vittima anche di alcune minacce da parte dei membri della
community. Parole pesanti che avevano spinto l'onorevole a annunciare
una denuncia all'ispettorato di polizia della Camera dei Deputati.
Quell'ambiente virtuali nel quali viene declinata l'ideologia fascista è quindi messa al bando dal social network più diffuso al mondo. Una decisione che, però, non ha impedito ai gestori della pagina rimossa di farla risorgere: una nuova versione è online e in poche ore ha raccolto circa tremila adesioni. Numeri alti ma molto lontani dalla consistenza della precedente, arrivata a quota 135mila.
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Quell'ambiente virtuali nel quali viene declinata l'ideologia fascista è quindi messa al bando dal social network più diffuso al mondo. Una decisione che, però, non ha impedito ai gestori della pagina rimossa di farla risorgere: una nuova versione è online e in poche ore ha raccolto circa tremila adesioni. Numeri alti ma molto lontani dalla consistenza della precedente, arrivata a quota 135mila.
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lunedì 23 febbraio 2015
Eternit, altra beffa al processo sulle morti da amianto: la Cassazione cancella i risarcimenti
Le motivazioni del verdetto della Suprema corte: “Per effetto della
constatazione della prescrizione del reato, intervenuta anteriormente
alla sentenza di primo grado”, cadono “tutte le questioni sostanziali
concernenti gli interessi civili e il risarcimento dei danni”
Il processo torinese per le morti da amianto era prescritto prima ancora del rinvio a giudizio dell’imprenditore svizzero Schmideiny: lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni, depositate oggi, del verdetto di prescrizione che lo scorso 19 novembre ha tra l’altro annullato i risarcimenti alle vittime. Ad avviso della Cassazione «a far data dall’agosto dell’anno 1993» era ormai acclarato l’effetto nocivo delle polveri di amianto la cui lavorazione, in quell’anno, era stata «definitivamente inibita, con comando agli Enti pubblici di provvedere alla bonifica dei siti». «E da tale data - prosegue il verdetto - a quella del rinvio a giudizio (2009) e della sentenza di primo grado (13/02/2012) sono passati ben oltre i 15 anni previsti» per «la maturazione della prescrizione in base alla legge 251 del 2005». Secondo la Cassazione, «il Tribunale ha confuso la permanenza del reato con la permanenza degli effetti del reato, la Corte di Appello ha inopinatamente aggiunto all’evento costitutivo del disastro eventi rispetto ad esso estranei ed ulteriori, quali quelli delle malattie e delle morti, costitutivi semmai di differenti delitti di lesioni e di omicidio».
«Per effetto della constatazione della prescrizione del reato, intervenuta anteriormente alla sentenza di primo grado», cadono «tutte le questioni sostanziali concernenti gli interessi civili e il risarcimento dei danni», scrive la Cassazione.
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Il processo torinese per le morti da amianto era prescritto prima ancora del rinvio a giudizio dell’imprenditore svizzero Schmideiny: lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni, depositate oggi, del verdetto di prescrizione che lo scorso 19 novembre ha tra l’altro annullato i risarcimenti alle vittime. Ad avviso della Cassazione «a far data dall’agosto dell’anno 1993» era ormai acclarato l’effetto nocivo delle polveri di amianto la cui lavorazione, in quell’anno, era stata «definitivamente inibita, con comando agli Enti pubblici di provvedere alla bonifica dei siti». «E da tale data - prosegue il verdetto - a quella del rinvio a giudizio (2009) e della sentenza di primo grado (13/02/2012) sono passati ben oltre i 15 anni previsti» per «la maturazione della prescrizione in base alla legge 251 del 2005». Secondo la Cassazione, «il Tribunale ha confuso la permanenza del reato con la permanenza degli effetti del reato, la Corte di Appello ha inopinatamente aggiunto all’evento costitutivo del disastro eventi rispetto ad esso estranei ed ulteriori, quali quelli delle malattie e delle morti, costitutivi semmai di differenti delitti di lesioni e di omicidio».
«Per effetto della constatazione della prescrizione del reato, intervenuta anteriormente alla sentenza di primo grado», cadono «tutte le questioni sostanziali concernenti gli interessi civili e il risarcimento dei danni», scrive la Cassazione.
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Amianto, il dramma di Casale scorre come un film
Eternit Casale, Guariniello tenta un nuovo processo: stavolta per omicidio volontario aggravato
La crisi morde le famiglie. Addio alla mensa scolastica
A Campomorone (GE) oltre il 40 per cento degli alunni di elementari e medie abbandona il servizio di refezione
La crisi è troppo feroce: il 40% dei bambini dell'istituto comprensivo di Campomorone ha abbandonato la mensa e si porta il pranzo da casa. Il sindaco del Comune dell'entroterra genovese, Paola Guidi, ha dovuto prendere "una decisione difficile", ammette, e, con la sua giunta, ha varato una delibera che autorizza le famiglie a poter scegliere se usufruire oppure no del servizio mensa, pur lasciando i figli a scuola. "Abbiamo fatto una scelta politica, per dare una risposta concreta alle esigenze concrete delle persone", spiega. In due mesi, sono già 80 i bambini che non sono più iscritti al servizio di refezione, oltre il 40% degli alunni. E la tendenza è in crescita.
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La crisi è troppo feroce: il 40% dei bambini dell'istituto comprensivo di Campomorone ha abbandonato la mensa e si porta il pranzo da casa. Il sindaco del Comune dell'entroterra genovese, Paola Guidi, ha dovuto prendere "una decisione difficile", ammette, e, con la sua giunta, ha varato una delibera che autorizza le famiglie a poter scegliere se usufruire oppure no del servizio mensa, pur lasciando i figli a scuola. "Abbiamo fatto una scelta politica, per dare una risposta concreta alle esigenze concrete delle persone", spiega. In due mesi, sono già 80 i bambini che non sono più iscritti al servizio di refezione, oltre il 40% degli alunni. E la tendenza è in crescita.
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Quando arriverà un po' di PRIMAVERA?
Il run ufficiale del modello europeo la disegna questa mattina per i primi giorni di marzo...
Manca ormai poco al giro di boa del calendario. Il primo marzo la primavera meteorologica farà il suo ingresso sulla Penisola, mentre per la più nota scadenza astronomica bisognerà aspettare ancora 21 giorni.
Nel ventaglio delle ipotesi plausibili, non mancano quelle fredde e perturbate (http://meteolive.leonardo.it/news/In-primo-piano/2/meteo-marzo-colpo-a-sorpresa-da-est-/49080/), alcune delle quali mostrano la possibilità di un colpo di coda invernale proprio all'inizio della nuova stagione.
Per chi aspetta con ansia l'arrivo di un po' di primavera, questa mattina il run ufficiale del modello europeo è abbastanza ottimista proprio per i primi giorni di marzo.
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L'affidabilità del run di controllo del modello americano
Giro di boa verso la primavera oppure proseguimento dell'instabilità fredda nord-atlantica?
PREVISIONI METEO: martedì nuovo MALTEMPO in arrivo sullo Stivale
ALLERTA protezione civile per MERCOLEDI 25 FEBBRAIO
Prima decade di marzo con la NEVE ed il FREDDO? Sembrerebbe di si. Secondo l'ultima emissione del modello americano un episodio di inverno vero, quello che giunge da est, arriverebbe dal 4-5 marzo in poi con risvolti anche nevosi...
Bambino di tre anni esce di casa con solo il pannolino e muore di freddo
Ospite della nonna, era uscito da solo a 30 gradi sottozero in cerca della mamma
Canada sotto shock: il piccolo Elijah Marsh, che era ospite della nonna in un edificio di quattro piani, è uscito da solo in piena notte perché voleva tornare dalla mamma, che abita a venti minuti di auto di distanza. Le telecamere di sorveglianza lo hanno ripreso mentre usciva da solo di notte in maglietta e pannolino: fuori la temperatura era di 30 gradi sottozero.
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Premi Oscar 2015, è la serata di Birdman
Miglior film alla pellicola di Alejandro Gonzalez Iñarritu. Julianne Moore e Eddie Redmayne migliori attori protagonisti
E alla fine ha vinto “Birdman”, dopo “Argo” e dopo “The Artist” per la terza volta in quattro anni i membri giurati della Academy hanno scelto di premiare un film che parla di loro stessi, un film sulla cultura delle celebrità e col quale possono guardarsi allo specchio. L’edizione numero 87 degli Oscar è stata in particolare un personale trionfo per Alejandro Gonzalez Iñarritu, che ha diretto e scritto l’originale e anche tecnicamente complesso film che ha finito la serata con quattro statuette, inclusa quella per la sceneggiatura e per la regia andate personalmente ad Iñarritu. Non c’è stata invece statuetta per il protagonista di “Birdman”, Michael Keaton. L’Oscar per il migliore attore e’ andato infatti a Eddie Redmayne, che in ‘La Teoria del tutto” ha interpretato la parte dell’astrofisico britannico Stephen Hawking. Come ampiamente previsto, migliore attrice e’ risultata invece Julianne Moore, alle prese con le nebbie dell’Alzheimer in “Ancora Alice”.
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Il regista Alejandro Gonzalez Inarritu mostra la statuetta per il miglior film “Birdman” |
Lorenzo Soria
LOS ANGELES
E alla fine ha vinto “Birdman”, dopo “Argo” e dopo “The Artist” per la terza volta in quattro anni i membri giurati della Academy hanno scelto di premiare un film che parla di loro stessi, un film sulla cultura delle celebrità e col quale possono guardarsi allo specchio. L’edizione numero 87 degli Oscar è stata in particolare un personale trionfo per Alejandro Gonzalez Iñarritu, che ha diretto e scritto l’originale e anche tecnicamente complesso film che ha finito la serata con quattro statuette, inclusa quella per la sceneggiatura e per la regia andate personalmente ad Iñarritu. Non c’è stata invece statuetta per il protagonista di “Birdman”, Michael Keaton. L’Oscar per il migliore attore e’ andato infatti a Eddie Redmayne, che in ‘La Teoria del tutto” ha interpretato la parte dell’astrofisico britannico Stephen Hawking. Come ampiamente previsto, migliore attrice e’ risultata invece Julianne Moore, alle prese con le nebbie dell’Alzheimer in “Ancora Alice”.
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La maledizione degli Oscar: verità o solo una leggenda?
domenica 22 febbraio 2015
Cuoca Briatore, 39 milioni su conto svizzero a sua insaputa
Barbara F., disoccupata: "L'ho saputo solo dalla Finanza. Non riuscivo a crederci"
Lei ha 36 anni ed è una cuoca disoccupata di Brescia, con un tenore di vita che nulla ha mai avuto a che fare con il lusso. Eppure, figura nella lista Falciani di Swissleaks come intestataria di un conto svizzero di 39 milioni di euro: peccato che lei non ne sapesse nulla.
L'incredibile vicenda è riportata dal settimanale L'Espresso: "Io
avevo solo una carta
di credito per fare la spesa, con un massimale di
14 mila euro, e ovviamente dovevo presentare tutti i giustificativi.
Nella banca svizzera non ci sono mai andata: facevo
la cuoca e basta. Guadagnavo 1.100 euro a gran premio,
che non significa al mese. Che tutti quei milioni fossero intestati
proprio a me, l'ho saputo solo dalla Finanza. Non riuscivo a crederci:
la banca mi aveva messo in cima a tutti, Briatore e i manager figuravano
sotto di me"
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Mercatone Uno, gruppo in crisi. C'è l'ipotesi cessione
C’è preoccupazione tra i dipendenti dello store di Serravalle Scrivia (AL).
La società proprietaria del punto vendita ha presentato in tribunale
domanda di ammissione al concordato preventivo: l’indebitamento ha
raggiunto i 425 milioni di euro. Il piano di ristrutturazione prevede la
cessione dei punti vendita che guadagnano meno
SERRAVALLE SCRIVIA – C’è preoccupazione tra i dipendenti del Mercatone Uno di Serravalle Scrivia. La società proprietaria del punto vendita ha infatti presentato al tribunale di Bologna una domanda di ammissione al concordato preventivo: l’indebitamento del gruppo – che gestisce 79 store sparsi in tutta Italia e dà lavoro a 3.500 persone – ha raggiunto i 425 milioni di euro (metà con le banche e metà con fornitori ed erario). Il tentativo è quello di evitare la dichiarazione di fallimento della società.
I sindacati si sono subito messi in moto. A Imola – sede principale dell’azienda di proprietà delle famiglie Cenni e Valentini – c’è stato un primo incontro in cui i rappresentanti della Mercatone Uno hanno spiegato che, per l’azione di risanamento, si rende necessaria una ridefinizione del numero dei punti vendita che non si sostengono economicamente, che potrebbero essere circa la metà della rete attuale.
In pratica circa 35-40 store – quelli che guadagnano meno – potrebbero essere venduti singolarmente a piccoli o medi imprenditori. Con tutti le immaginabili ripercussioni in termini occupazionali.
L’altra metà, invece, verrebbe acquistata da un unico soggetto (secondo l’azienda ci sarebbero state circa 15/20 manifestazioni d’interesse).
Per Serravalle la difficoltà è duplice: non solo la crisi generale del gruppo, ma anche la concorrenza agguerrita dei punti vendita del Retail Park, che ormai offrono qualsiasi varietà merceologica.
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SERRAVALLE SCRIVIA – C’è preoccupazione tra i dipendenti del Mercatone Uno di Serravalle Scrivia. La società proprietaria del punto vendita ha infatti presentato al tribunale di Bologna una domanda di ammissione al concordato preventivo: l’indebitamento del gruppo – che gestisce 79 store sparsi in tutta Italia e dà lavoro a 3.500 persone – ha raggiunto i 425 milioni di euro (metà con le banche e metà con fornitori ed erario). Il tentativo è quello di evitare la dichiarazione di fallimento della società.
I sindacati si sono subito messi in moto. A Imola – sede principale dell’azienda di proprietà delle famiglie Cenni e Valentini – c’è stato un primo incontro in cui i rappresentanti della Mercatone Uno hanno spiegato che, per l’azione di risanamento, si rende necessaria una ridefinizione del numero dei punti vendita che non si sostengono economicamente, che potrebbero essere circa la metà della rete attuale.
In pratica circa 35-40 store – quelli che guadagnano meno – potrebbero essere venduti singolarmente a piccoli o medi imprenditori. Con tutti le immaginabili ripercussioni in termini occupazionali.
L’altra metà, invece, verrebbe acquistata da un unico soggetto (secondo l’azienda ci sarebbero state circa 15/20 manifestazioni d’interesse).
Per Serravalle la difficoltà è duplice: non solo la crisi generale del gruppo, ma anche la concorrenza agguerrita dei punti vendita del Retail Park, che ormai offrono qualsiasi varietà merceologica.
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Silvia scomparsa da tre giorni Il fidanzato sentito per ore
Si cerca Silvia Spadoni, 27 anni. Il cellulare risulta spento e l’ultima cella agganciata dal telefonino sarebbe quella dell’area dell’abitazione che condivide con il giovane. Avevano avuto un litigio
BIENTINA (PISA) - Sono andate avanti per tutto il giorno di sabato le ricerche di Silvia Spadoni, la 27enne allontanatasi dalla sua casa di Bientina (Pisa) giovedì sera dopo un litigio con il convivente, che è stato sentito a lungo dai carabinieri. Sabato, insieme ai genitori della fidanzata aveva formalizzato la denuncia di scomparsa. Il cellulare della 27enne risulta spento e l’ultima cella agganciata dal telefonino sarebbe quella dell’area dell’ abitazione che condivide con il giovane.
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Piogge alluvionali in arrivo sulla Romagna tra martedì 24 e mercoledi 25?
Davvero abbondanti le precipitazioni attese sulla regione.
Un breve flash per mostrarvi l'impressionante carta delle piogge previste tra la mezzanotte e le 12 di mercoledì 25 sulla Romagna; si tratterebbe di accumuli prossimi o superiori ai 100mm in sole 12 ore che, sommati ai 50-80mm mediamente previsti nelle 12 ore precedenti porterebbero ad un accumulo anche di 180mm in circa 24 ore.
In più con la Bora sferzante il mare potrebbe non ricevere l'acqua in arrivo da fiumi e torrenti e solo le nevicate a quote basse previste per la nottata (300-400m) potrebbero limitare parzialmente il rischio di gravi esondazioni. La situazione verrà da noi costantemente monitorata! Seguite gli aggiornamenti!
Fonte
MALTEMPO quasi senza tregua sull'Italia: ci aspetta un'altra settimana difficile!
sabato 21 febbraio 2015
Salvò la collega italiana colpita da infarto: il grazie dei novesi al commerciante cinese “eroe”
La consegna di un premio per ricordare il suo gesto di grande altruismo
Si riferiva a Wang Zongfu che il 20 dicembre salvò la vita alla novese Anna Bigatti, colpita da arresto cardiaco invia Roma a Novi. Il negoziante cinese era presente in sala, con il figlio Filippo, che ha fatto da traduttore per il papà. È stato premiato dall’imprenditrice Elena Valditerra, che ha poi consegnato alla società di calcio Tiger Novi, rappresentata da Franco Ciliberto, anche organizzatore dell’evento al Ciclomuseo, un defibrillatore in dono.
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L’organizzatore dell’incontro al Museo di Novi, Franco Ciliberto, e il negoziante cinese con il figlio |
Massimo Putzu
Novi Ligure(AL)
L’occasione è stata il convegno su «Lo sport è ...vita» al Museo
dei Campionissimi. Si è parlato di prevenzione e di pronto intervento
durante un arresto cardiaco. Beniamino Palenzona, direttore del
Dipartimento di urgenza emergenza Asl Al, ha sottolineato l’importanza
del massaggio cardiaco e dell’avere a disposizione un defibrillatore. Ma
una cosa completa l’altra, come ha dimostrato «il nostro concittadino»,
ha detto Palenzona. Si riferiva a Wang Zongfu che il 20 dicembre salvò la vita alla novese Anna Bigatti, colpita da arresto cardiaco invia Roma a Novi. Il negoziante cinese era presente in sala, con il figlio Filippo, che ha fatto da traduttore per il papà. È stato premiato dall’imprenditrice Elena Valditerra, che ha poi consegnato alla società di calcio Tiger Novi, rappresentata da Franco Ciliberto, anche organizzatore dell’evento al Ciclomuseo, un defibrillatore in dono.
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L'UOMO DA 90MILA EURO DI PENSIONE
Il giornalista Mario Giordano racconta la vicenda di Mauro Sentinelli, il pensionato più ricco d'Italia, il quale avrebbe una pensione di circa 90mila €:
"Ma come fa mister Sentinelli ad avere una pensione Inps da 90mila euro al mese? Il caso denunciato da Sanguisughe comincia a "bucare" la coltre di silenzio. Se ne occupa (nel numero appena arrivato in edicola) il settimanale l'Espresso, con un articolo di Stefano Livadiotti: "Pensioni d'oro. Fenomeno Sentinelli".
Livadiotti cita Sanguisughe, ci attribuisce correttamente il merito della "scoperta" e poi, nello spiegare il "fenomeno Sentinelli", aggiunge un particolare molto interessante. Scrive infatti: "Sentinelli quando è andato in pensione guadagnava circa 9 milioni di euro l'anno" e "s'è avvalso della facoltà di passare dalla gestione speciale del fondo telefonici (che paga i contributi sulla sola retribuzione-base) a quella obbligatoria (che prende in considerazione anche le altre voci della busta paga, a partire da benefit e stock option)".
Dunque, se ho capito bene, Sentinelli (9 milioni di euro l'anno di stipendio), oltre alle altre agevolazioni di cui gode il fondo telefonico e di cui parlo nel libro, ha sfruttato anche questa clausola speciale: ha pagato i contributi sulla retribuzione base, poi è entrato nel fondo generale dell'Inps e è andato in pensione calcolando l'assegno su tutte le voci della busta paga, benefit e stock option comprese."
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Torino, ragazza di 13 anni violentata per mesi dai compagni di scuola
Costretta a rapporti con 15 coetanei: «Se parli divulghiamo le foto»
Felpa azzurra con la scritta «#Rebel», pallone sotto braccio, 13 anni. «A scuola ci hanno dato dei mafiosi», dice. Mafiosi? «Sì, perché non abbiamo detto niente di Margherita (nome di fantasia, ndr). È vero, siamo stati zitti, ma non sembrava un segreto. Tutti, nel quartiere, conoscevamo questa storia. All’inizio, lei ci scherzava pure. Era andata nel garage liberamente. Raccontava certi particolari alle amiche... All’inizio, sembrava tutto ok. Lo giuro. Una cosa normale. Non avevamo capito che le avevano fatto dei video e la stavano ricattando».
Torino, quartiere Falchera. Dopo questa scuola media, c’è una cornice di palazzoni alti. E poi, campi, baracche agricole, l’autostrada per Milano. Per sette mesi, «Margherita», anche lei 13 anni, è stata abusata da un branco di ragazzini. «Una banda», dice quello con il pallone. «Sono in quindici. Hanno i motorini, sentono l’hip-hop. Sono loro che mi hanno raccontato...». Andavano in un garage abbandonato, riprendevano con i telefonini. Giorno dopo giorno. Foto dopo foto. Non era più un gioco, ammesso che lo fosse mai stato, ma un ricatto: «Se non fai quello che vogliamo noi, mandiamo le foto a tua madre». Quelli del branco se ne vantavano in giro. Gli altri ragazzini del quartiere sapevano. Tutti commentavano e la storia andava avanti da settembre, totalmente ignorata dal mondo degli adulti.
Però Margherita non ci voleva più andare nel garage. Stava male, arrivava sempre più tardi a scuola, si ribellava. A un’amica aveva detto: «Non mi lasciano in pace, non ce la faccio più, sto malissimo».
Litigate furiose in mezzo alle strade del quartiere, altre violenze nel garage. Altri tentativi di scappare. Il senso ingiusto di vergogna che la inchiodava. Dopo le feste di Natale, era convinta di essersi finalmente liberata da quell’incubo. Ma il 20 gennaio sua madre, tornando a casa dal lavoro, ha trovato una busta anonima nella buca delle lettere. Dentro c’era una fotografia scioccante. Era la vendetta del branco. È stato a quel punto che il mondo degli adulti ha capito. Margherita ha raccontato ogni cosa, piangendo.
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Felpa azzurra con la scritta «#Rebel», pallone sotto braccio, 13 anni. «A scuola ci hanno dato dei mafiosi», dice. Mafiosi? «Sì, perché non abbiamo detto niente di Margherita (nome di fantasia, ndr). È vero, siamo stati zitti, ma non sembrava un segreto. Tutti, nel quartiere, conoscevamo questa storia. All’inizio, lei ci scherzava pure. Era andata nel garage liberamente. Raccontava certi particolari alle amiche... All’inizio, sembrava tutto ok. Lo giuro. Una cosa normale. Non avevamo capito che le avevano fatto dei video e la stavano ricattando».
Torino, quartiere Falchera. Dopo questa scuola media, c’è una cornice di palazzoni alti. E poi, campi, baracche agricole, l’autostrada per Milano. Per sette mesi, «Margherita», anche lei 13 anni, è stata abusata da un branco di ragazzini. «Una banda», dice quello con il pallone. «Sono in quindici. Hanno i motorini, sentono l’hip-hop. Sono loro che mi hanno raccontato...». Andavano in un garage abbandonato, riprendevano con i telefonini. Giorno dopo giorno. Foto dopo foto. Non era più un gioco, ammesso che lo fosse mai stato, ma un ricatto: «Se non fai quello che vogliamo noi, mandiamo le foto a tua madre». Quelli del branco se ne vantavano in giro. Gli altri ragazzini del quartiere sapevano. Tutti commentavano e la storia andava avanti da settembre, totalmente ignorata dal mondo degli adulti.
Però Margherita non ci voleva più andare nel garage. Stava male, arrivava sempre più tardi a scuola, si ribellava. A un’amica aveva detto: «Non mi lasciano in pace, non ce la faccio più, sto malissimo».
Litigate furiose in mezzo alle strade del quartiere, altre violenze nel garage. Altri tentativi di scappare. Il senso ingiusto di vergogna che la inchiodava. Dopo le feste di Natale, era convinta di essersi finalmente liberata da quell’incubo. Ma il 20 gennaio sua madre, tornando a casa dal lavoro, ha trovato una busta anonima nella buca delle lettere. Dentro c’era una fotografia scioccante. Era la vendetta del branco. È stato a quel punto che il mondo degli adulti ha capito. Margherita ha raccontato ogni cosa, piangendo.
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Paoli si dimette da presidente Siae
La scelta dopo che la Procura lo indaga per evasione. Beppe Grillo gli
telefona: "Ti chiedo scusa se il M5S ti ha suggerito di lasciare
l'incarico"
Gino Paoli si dimette da presidente della Siae. L'indagine sui conti in Svizzera che avrebbe nascosto al Fisco, l'ha indotto a disfarsi dal ruolo pubblico di garante dei diritti d'autore per affrontare meglio la difesa dall'accusa di evasione. "Mi ha detto che voleva dimettersi dalla presidenza della Siae", ha detto Andrea Vernazza, legale di Gino Paoli. Gli ho consigliato di sospendersi in attesa di chiarire tutto". Martedì Gino Paoli sarà a Roma, al consiglio di gestione della Siae, e annuncerà ufficialmente la sua posizione sulla vicenda.
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Gino Paoli si dimette da presidente della Siae. L'indagine sui conti in Svizzera che avrebbe nascosto al Fisco, l'ha indotto a disfarsi dal ruolo pubblico di garante dei diritti d'autore per affrontare meglio la difesa dall'accusa di evasione. "Mi ha detto che voleva dimettersi dalla presidenza della Siae", ha detto Andrea Vernazza, legale di Gino Paoli. Gli ho consigliato di sospendersi in attesa di chiarire tutto". Martedì Gino Paoli sarà a Roma, al consiglio di gestione della Siae, e annuncerà ufficialmente la sua posizione sulla vicenda.
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Jobs Act, le reazioni. Critiche dai sindacati, insorge la minoranza Pd
Damiano: "Su licenziamenti Cdm ha sbagliato ". Furlan (Cisl): "Ci voleva
più coraggio sui precari". Barbagallo (Uil): "Non va nella giusta
direzione"
ROMA - Più critiche che plausi. Le reazioni sui decreti attuativi del Jobs Act approvati oggi dal Consiglio dei ministri sono contrastanti. E se, da un lato, partiti come Ncd accolgono con soddifazione il provvedimento che ha l'ambizione di cambiare il mondo del lavoro, dall'altro le reazioni dei sindacati sono negative. E anche la minoranza del Partito democratico boccia alcune delle nuove misure.
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ROMA - Più critiche che plausi. Le reazioni sui decreti attuativi del Jobs Act approvati oggi dal Consiglio dei ministri sono contrastanti. E se, da un lato, partiti come Ncd accolgono con soddifazione il provvedimento che ha l'ambizione di cambiare il mondo del lavoro, dall'altro le reazioni dei sindacati sono negative. E anche la minoranza del Partito democratico boccia alcune delle nuove misure.
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Jobs act, cosa cambia per il lavoratore
venerdì 20 febbraio 2015
Istat conferma deflazione. Gennaio -0,6%,minimo dal '59
Dopo la variazione nulla di dicembre, l'indice scende dello 0,6% nel confronto annuo
L'Istat conferma le stime sui prezzi al consumo di gennaio: l'Italia
torna in deflazione e tocca i minimi da oltre mezzo secolo: dopo la
variazione nulla di dicembre, l'indice scende dello 0,6% nel confronto
annuo, come non accadeva dal settembre del 1959 (-1,1%). Su base mensile
il calo è dello 0,4%.
A gennaio tutti i capoluoghi di regione e le province autonome sono in deflazione, eccetto Bolzano
(+0,3%). Per il resto, su base annua, sono tutti segni meno, dal -1,1%
di Firenze al -0,1% di Palermo. Guardando a tutte le grandi città (oltre
150mila abitanti) non se ne salva nessuna, giusto Parma presenta un
indice fermo.
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giovedì 19 febbraio 2015
Ultrà devastano Roma
I tifosi del Feyenoord hanno portato scompiglio nel centro storico di Roma, devastando uno dei luoghi turistici più famosi, Piazza di Spagna.
Le altre foto |
Feyenoord, il club ignora le violenze di Roma. L'Ambasciata: "Punire i colpevoli"
Roma – Feyenoord, Marino: “Olanda non risarcirà”. Questore: “Non faccio morti”
Giovani, studio e lavoro: peggio dell'Italia solo la Grecia
Sono due milioni e mezzo i giovani che non studiano né lavorano, il 26%
degli under 30. Solo Atene (28,9%) fa peggio.Il rapporto Istat: una
famiglia su quattro in disagio economico. Ma l'imprenditorialità è
dinamica e scende la quota di chi teme la criminalità
MILANO - Sono due milioni e mezzo i giovani tra 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet. Dati del 2013 alla mano, si tratta del 26% degli under 30, più di 1 su 4. Lo rileva l'Istat nel rapporto Noi Italia, nel quale raccoglie le principali statistiche sul Paese. Nell'Unione europea peggio fa solo la Grecia (28,9%). Ne abbiamo il triplo della Germania (8,7%) e quasi il doppio della Francia (13,8%). Intanto la popolazione italiana invecchia. Al primo gennaio 2014 ci sono 154,1 anziani ogni 100 giovani. La Liguria si conferma la regione più anziana, mentre la Campania è la regione più giovane. In Europa solo la Germania presenta un indice di vecchiaia più accentuato (158,4).
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MILANO - Sono due milioni e mezzo i giovani tra 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet. Dati del 2013 alla mano, si tratta del 26% degli under 30, più di 1 su 4. Lo rileva l'Istat nel rapporto Noi Italia, nel quale raccoglie le principali statistiche sul Paese. Nell'Unione europea peggio fa solo la Grecia (28,9%). Ne abbiamo il triplo della Germania (8,7%) e quasi il doppio della Francia (13,8%). Intanto la popolazione italiana invecchia. Al primo gennaio 2014 ci sono 154,1 anziani ogni 100 giovani. La Liguria si conferma la regione più anziana, mentre la Campania è la regione più giovane. In Europa solo la Germania presenta un indice di vecchiaia più accentuato (158,4).
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MALTEMPO: dove potrebbe NEVICARE al nord-ovest nella giornata di SABATO?
Diamo uno sguardo al comportamento della perturbazione prevista sulle regioni settentrionali tra sabato 21 e domenica 22 febbraio. Quali aree potrebbero vedere le nevicate più copiose?
La probabile formazione di un minimo ad occhiale, con due separati centri di bassa pressione, uno collocato al meridione, uno tra Corsica e mar Ligure, esporrà anche le regioni del nord all'arrivo di un carico di precipitazioni. Su questi settori l'intervento dell'aria fredda determinerà un considerevole ribasso della quota neve sino a sfiorare le quote pianeggianti. Previsti importanti accumuli su alcuni settori delle Alpi e dell'Appennino.
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METEO A 7 GIORNI: il centro-sud verrà messo "sotto pressione"
Istat: disagi economici per una famiglia su quattro
Si tratta di quasi 15 mln di persone. Metà in gravi difficoltà
"Il 23,4% delle famiglie vive in una situazione di disagio economico, per un totale di 14,6 milioni di individui". Così l'Istat nel rapporto 'Noi Italia', sulla situazione nel 2013. L'anno prima comunque la percentuale era ancora più alta (24,9%). Tornando al dato più recente, circa la metà, il 12,4% dei nuclei, si trova in grave difficoltà. (Vedi anche allarme della Caritas)
Le statistiche si basano sull'indicatore di deprivazione, che scatta quando si presentano almeno tre sintomi (dopo i quattro si parla di seria deprivazione) su un set di nove. La lista del fattori di rischio va dal non poter sostenere spese impreviste, ad accumulare arretrati nei pagamenti (mutui, affitti, bollette). Ecco che nel 2013 il 23,4% delle famiglie residenti in Italia presenta almeno tre delle difficoltà considerate (il 12,4% nel caso di quattro o più) con differenze marcate tra i diversi indicatori: il 2,6% dichiara di non potersi permettere l'acquisto di una lavatrice, un televisore a colori, un telefono o un'automobile, mentre sono il 50,4% quelle che non possono permettersi una settimana di vacanza lontani da casa. Circa il 19% dice di non riuscire a riscaldare adeguatamente l'abitazione e il 14,5% di non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni. Infine, il 12% è rimasto in arretrato con almeno un pagamento e il 40,5% non riuscirebbe ad affrontare una spesa imprevista di 800 euro. Il panorama territoriale mette in evidenza il forte svantaggio dell'Italia meridionale e insulare, con valori più che doppi rispetto alla media nazionale. Nel Mezzogiorno, le famiglie deprivate sono il 40,8% di quelle residenti, contro il 15,4% del Nord-ovest, il 13,1% del Nord-est e il 17,3% del Centro. Le situazioni più gravi si registrano in Sicilia (50,2), Puglia (43), Calabria e Campania (38,8). I valori più bassi invece si ritrovano nella provincia autonoma di Trento (10,6), nel Veneto (12,1), in Piemonte (12,2), in Toscana (12,5) e in Emilia-Romagna (14,1).
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In Liguria la benzina più cara d’Italia
Genova - Cari,
carissimi. Anzi, di più: i più cari d’Italia e, con ogni probabilità,
anche d’Europa. I distributori di benzina in Liguria praticano alla
clientela i prezzi più alti di tutto il Continente per la “verde” a
causa delle accise nazionali e dell’addizionale ligure. Così, nonostante il calo del prezzo del petrolio
che un po’ di sollievo ha dato ai consumatori, i cittadini liguri
pagano mediamente la “verde” 1,587 euro al litro nei punti vendita self
service, che diventano 1,634 nei punti vendita “serviti”. Come noi,
nessuno in Italia: nel self service, siamo 5,6 centesimi sopra la media
(quasi tre euro in più su un pieno da 50 litri). E, in Europa, i prezzi
medi nazionali sono più bassi anche in Olanda e Gran Bretagna, i due
Paesi più cari insieme all’Italia.
I dati nazionali sono aggiornati al 17 febbraio e sono contenuti in un ampio dossier pubblicato online da Staffetta Quotidiana (staffettaonline.com) che, con un lavoro certosino, ha calcolato i prezzi praticati nelle singole regioni per ogni tipo di combustibile, distinguendo anche tra i diversi distributori.
I dati nazionali sono aggiornati al 17 febbraio e sono contenuti in un ampio dossier pubblicato online da Staffetta Quotidiana (staffettaonline.com) che, con un lavoro certosino, ha calcolato i prezzi praticati nelle singole regioni per ogni tipo di combustibile, distinguendo anche tra i diversi distributori.
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I dati nazionali sono aggiornati al 17 febbraio e sono contenuti in un ampio dossier pubblicato online da Staffetta Quotidiana (staffettaonline.com) che, con un lavoro certosino, ha calcolato i prezzi praticati nelle singole regioni per ogni tipo di combustibile, distinguendo anche tra i diversi distributori.
I dati nazionali sono aggiornati al 17 febbraio e sono contenuti in un ampio dossier pubblicato online da Staffetta Quotidiana (staffettaonline.com) che, con un lavoro certosino, ha calcolato i prezzi praticati nelle singole regioni per ogni tipo di combustibile, distinguendo anche tra i diversi distributori.
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Autostrade, sciopero benzinai nelle aree di servizio il 4 e il 5 marzo
Maxi evasione in Svizzera, blitz della Finanza a casa di Gino Paoli
Genova - È in corso in queste ore un blitz della guardia di finanza nell’abitazione di Gino Paoli, nel quartiere azzurro tra Quinto e Nervi.
Le Fiamme gialle stanno indagando su una presunta maxi evasione in Svizzera , nata da una costola dell’indagine su Carige.
Paoli risulta indagato: a metterlo nei guai sarebbero alcune intercettazioni di conversazioni avvenute con il suo commercialista.
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Le Fiamme gialle stanno indagando su una presunta maxi evasione in Svizzera , nata da una costola dell’indagine su Carige.
Paoli risulta indagato: a metterlo nei guai sarebbero alcune intercettazioni di conversazioni avvenute con il suo commercialista.
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mercoledì 18 febbraio 2015
Le “strane” spese di Ruby: 7mila euro per la festa della figlia, 90mila per le Maldive
Milano - Negli ultimi mesi, la giovane Karima El Mahroug (meglio conosciuta come Ruby Rubacuori)
avrebbe ricevuto soldi in contanti, che le sarebbero stati consegnati
da alcuni “factotum” di Silvio Berlusconi tra Milano e Genova, in
tranche anche di 14-15 mila euro: è quanto emerge dalle indagini sul processo Ruby Ter.
La giovane, stando agli accertamenti, avrebbe sostenuto «spese sproporzionate rispetto ai redditi», come un party da 7mila euro per il compleanno della figlia o l’acquisto di abiti di alta sartoria o una vacanza alle Maldive per 9 giorni per due persone, che potrebbe essere costata tra i 60 e i 90mila euro.
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La giovane, stando agli accertamenti, avrebbe sostenuto «spese sproporzionate rispetto ai redditi», come un party da 7mila euro per il compleanno della figlia o l’acquisto di abiti di alta sartoria o una vacanza alle Maldive per 9 giorni per due persone, che potrebbe essere costata tra i 60 e i 90mila euro.
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Pescara, si stacca solaio in scuola: tre feriti
È accaduto all'Istituto alberghiero "De Cecco". Due ragazzi hanno
riportato lievi contusioni ed abrasioni. L'edificio è stato evacuato.
M5s: "Così finiscono balle di Renzi"
PESCARA - Paura stamani in un istituto alberghiero 'De Cecco' di Pescara. In un'aula si è staccato l'intonaco dalla parete ferendo, lievemente, tre studenti quindicenni alla testa. Subito è iniziata l'evacuazione di uno dei tre plessi che compongono l'Istituto De Cecco, ex Aterno. Circa 800 ragazzi sono stati fatti evacuare dalle aule dai vigili del fuoco e dai carabinieri intervenuti sul posto mentre è arrivata l'ambulanza per soccorrere i due alunni feriti.
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PESCARA - Paura stamani in un istituto alberghiero 'De Cecco' di Pescara. In un'aula si è staccato l'intonaco dalla parete ferendo, lievemente, tre studenti quindicenni alla testa. Subito è iniziata l'evacuazione di uno dei tre plessi che compongono l'Istituto De Cecco, ex Aterno. Circa 800 ragazzi sono stati fatti evacuare dalle aule dai vigili del fuoco e dai carabinieri intervenuti sul posto mentre è arrivata l'ambulanza per soccorrere i due alunni feriti.
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Suicidio in carcere, atroci commenti di alcuni agenti su Fb: "Uno di meno"
Sulla pagina di un sindacato di polizia penitenziaria. Il Dap avvia un'inchiesta interna
MILANO - Un uomo si suicida nel carcere di Opera. E gli agenti di Polizia penitenziaria si esibiscono in un diluvio di commenti di questo genere: "Meno uno". "Un rumeno in meno", "mi chiedo cosa aspettino gli altri a seguirne l'esempio". L'ultima vergogna italiana è qui, in un gruppo Facebook di un sindacato di agenti, dove nelle ultime ore si è scatenata una caccia all'uomo che rischia di avere gravi conseguenze. La cosa nasce due giorni fa quando qualcuno pubblica la storia di un detenuto rumeno di 39 anni, Ioan Gabriel Barbuta, suicida nel carcere di Opera dopo essere stato condannato all'ergastolo nel giugno del 2013 per l'omicidio di un vicino di casa. Una storiaccia emblematica anche perché documenta per l'ennesima volta la barbarie delle condizioni delle carceri in Italia, sia per i detenuti sia per chi ci lavora. "Noi poliziotti penitenziari - diceva non a caso nell'articolo un sindacalista del Sappe - siamo attenti alle difficoltà di tutti i detenuti, indipendentemente dalle condizioni sociali o dalla gravità del reato commesso". Il problema è però evidentemente come si declinano questa "attenzione e sensibilità".
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MILANO - Un uomo si suicida nel carcere di Opera. E gli agenti di Polizia penitenziaria si esibiscono in un diluvio di commenti di questo genere: "Meno uno". "Un rumeno in meno", "mi chiedo cosa aspettino gli altri a seguirne l'esempio". L'ultima vergogna italiana è qui, in un gruppo Facebook di un sindacato di agenti, dove nelle ultime ore si è scatenata una caccia all'uomo che rischia di avere gravi conseguenze. La cosa nasce due giorni fa quando qualcuno pubblica la storia di un detenuto rumeno di 39 anni, Ioan Gabriel Barbuta, suicida nel carcere di Opera dopo essere stato condannato all'ergastolo nel giugno del 2013 per l'omicidio di un vicino di casa. Una storiaccia emblematica anche perché documenta per l'ennesima volta la barbarie delle condizioni delle carceri in Italia, sia per i detenuti sia per chi ci lavora. "Noi poliziotti penitenziari - diceva non a caso nell'articolo un sindacalista del Sappe - siamo attenti alle difficoltà di tutti i detenuti, indipendentemente dalle condizioni sociali o dalla gravità del reato commesso". Il problema è però evidentemente come si declinano questa "attenzione e sensibilità".
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Libia, il sì dell’Onu sempre più legato a un accordo fra le fazioni locali
E Il Cairo corteggia Roma: noi partner nel Mediterraneo
«Con l’Italia condividiamo la visione per la sicurezza nel Mediterraneo. La sua partecipazione a qualunque missione decisa nel quadro della legalità internazionale è benvenuta». Il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry sta andando alle consultazioni con i membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, quando attraverso La Stampa manda a Roma questo invito.
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«Con l’Italia condividiamo la visione per la sicurezza nel Mediterraneo. La sua partecipazione a qualunque missione decisa nel quadro della legalità internazionale è benvenuta». Il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry sta andando alle consultazioni con i membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, quando attraverso La Stampa manda a Roma questo invito.
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Mappa - Chi comanda in Libia |
martedì 17 febbraio 2015
Meteo a 7 giorni: maltempo nel week-end, poi variabilità
Maltempo nel fine settimana, poi grande variabilità ma con fenomeni prevalentemente concentrati al sud e lungo il versante adriatico. Sbalzi termici.
Il tempo farà appena in tempo a rimettersi e a regalare 2 giornate e mezzo di sole un po' per tutti, che da venerdì sera o da sabato mattina al massimo dovremo fare nuovamente i conti con l'inserimento di una saccatura, dai connotati ancora poco chiari ma con conseguenze quasi certamente piovose sul settore nord-occidentale e poi sul meridione.E gli altri, saltati e graziati? Tutto dipenderà dal posizionamento dell'eventuale minimo pressorio al suolo e dal suo movimento dal Mar Ligure verso il basso Tirreno. Su questo punto però i modelli non riescono ancora ad avere le idee chiare.
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Libia, milizie liberano Sirte dall'Is. Egitto chiede intervento internazionale
La mossa dell'esercito di Misurata che sottrae la città al Califfato.
Palazzo Chigi: "Impegno per azione diplomatica nell'ambito dell'Onu".
Ue: "No ad azione militare". In Iraq 45 arsi vivi dallo Stato islamico
TRIPOLI - Il caos libico agita le diplomazie internazionali. L'ira egiziana dopo la decapitazione dei 21 cristiano-copti da parte dell'Is ha spinto il governo del Cairo a lanciare una consistente offensiva aerea contro le postazioni del califfato in Libia, offensiva che procede anche in queste ore ed è destinata a continuare dopo la notizia, diffuda dal Lybia Herald, del rapimento di altri 35 egiziani (in prevalenza contadini) prelevati in diverse aree dalla Libia dai miliziani dell'Is o da gruppi legati allo Stato islamico. E si fa sempre più strada l'ipotesi di un intervento nel Paese nordafricano sotto l'egida dell'Onu
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TRIPOLI - Il caos libico agita le diplomazie internazionali. L'ira egiziana dopo la decapitazione dei 21 cristiano-copti da parte dell'Is ha spinto il governo del Cairo a lanciare una consistente offensiva aerea contro le postazioni del califfato in Libia, offensiva che procede anche in queste ore ed è destinata a continuare dopo la notizia, diffuda dal Lybia Herald, del rapimento di altri 35 egiziani (in prevalenza contadini) prelevati in diverse aree dalla Libia dai miliziani dell'Is o da gruppi legati allo Stato islamico. E si fa sempre più strada l'ipotesi di un intervento nel Paese nordafricano sotto l'egida dell'Onu
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A Collecchio arriva l'ufficiale giudiziario: pignorati i furgoni del Parma
Al centro sportivo degli emiliani sono stati portati via con il carro attrezzi tre furgoni e un'auto: la procedura sarebbe stata avviata da Equitalia per un debito sui 100mila euro. Il dg Leonardi: "Abbiamo visto i numeri del bonifico, restiamo fiduciosi"
Per ora non ci sono tracce di bonifici bancari a dipendenti e giocatori ma stamattina al centro sportivo di Collecchio si è presentato l'ufficiale giudiziario. Attorno alle 10 sono stati portati via con i carri attrezzi tre furgoni e un'auto del Parma e, secondo indiscrezioni, sarebbe ancora in corso il sopralluogo dell'ufficiale. In particolare, i pullmini sarebbero stati pignorati a causa di una procedura avviata nei mesi scorsi da Equitalia per un importo totale che si aggira intorno ai 100mila euro, una vicenda slegata dal mancato pagamento degli stipendi ai tesserati. "Noi comunque restiamo fiduciosi - ha detto il dg Pietro Leonardi entrando negli uffici -. Ieri sera abbiamo visto i numeri del bonifico e contiamo che la situazione si risolva". Per quanto riguarda i bonifici, pare - anche se non c'è nessuna dichiarazione ufficiale - che siano arrivate rassicurazioni ai beneficiari riguardo all'effettiva finalizzazione dell'operazione.
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Pronta l’imposta di bollo sul versamento di contanti in banca
Roma - Dal 2017 chi verserà più di 200 euro in contanti in banca dovrà
pagare un’imposta di bollo. Il provvedimento fa parte di un pacchetto
che il governo Renzi sta mettendo a punto per incoraggiare le
transazioni elettroniche e l’uso di carte di credito o pagamenti
elettronici. L’obiettivo della digitalizzazione e della tracciabilità
dei mezzi di pagamento è quello di ridurre l’evasione fiscale e insieme
di semplificare la vita di commercianti, artigiani e professionisti,
automatizzando le scadenze fiscali.
Fonte
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Tragico incidente stradale nel Pavese, auto si schianta contro un albero: 3 morti e 3 feriti
La tragedia a Villanterio, probabilmente a causa della velocità
eccessiva. Difficile il lavoro dei soccorritori per liberare i
passeggeri dalle lamiere dell'auto. I feriti sono in condizioni molto
gravi
Non è stato uno scontro frontale fra due automobili - come sembrava in un primo momento - a provocare tre morti e tre feriti gravissimi, uno dei quali in condizioni disperate, poco dopo le 17 lungo l'ex statale 235 a Villanterio, nel Pavese: una Bmw - è stato accertato dalla polizia stradale - sulla quale viaggiavano sei persone (secondo le prime notizie dovrebbero essere cinque romeni e un italiano) si è schiantata contro un albero.
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Non è stato uno scontro frontale fra due automobili - come sembrava in un primo momento - a provocare tre morti e tre feriti gravissimi, uno dei quali in condizioni disperate, poco dopo le 17 lungo l'ex statale 235 a Villanterio, nel Pavese: una Bmw - è stato accertato dalla polizia stradale - sulla quale viaggiavano sei persone (secondo le prime notizie dovrebbero essere cinque romeni e un italiano) si è schiantata contro un albero.
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lunedì 16 febbraio 2015
VAL FORMAZZA sommersa dalla NEVE (oltre un metro di manto bianco al suolo)
L'ultimo week-end perturbato ha trasformato gran parte dell'arco alpino in un paesaggio da fiaba...
Troppa neve? Beh, in effetti qualche disagio per gli abitanti della Val Formazza, nel Verbano-Cusio-Ossola (Alto Piemonte) ci sarà sicuramente stato, ma crediamo che davanti ad uno spettacolo del genere, anche la razionalità umana si dovrebbe inchinare verso cotanta bellezza.
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Dal 13 aprile i tagli annunciati dalle Poste: la rivolta dei piccoli Comuni che minacciano il ricorso al Tar
Sindaci e abitanti dei paesi contro l’annunciato piano di riduzione degli sportelli
Cittadini e amministratori locali della provincia di Alessandria
sul piede di guerra contro la chiusura e la riduzione degli orari degli
uffici postali, anticipata da La Stampa e prevista ad aprile. Fra chi
abita nei paesi dove la Posta è destinata a sparire già si parla di
disagi e si chiedono iniziative ai sindaci.
Ricorso al Tar
Da Alluvioni Cambiò parte l'idea di un ricorso al Tar o di una class action contro il piano di Poste Italiane, mentre il Comune di Predosa è pronto a mettere i suoi soldi nell’ufficio postale di Castelferro, che potrebbe chiudere i battenti, come gli altri, da metà aprile.
Battaglia in Regione
In Regione, il consigliere Walter Ottria ha presentato un ordine del giorno per chiedere al ministero del Tesoro di riesaminare la razionalizzazione.
I tagli previsti
Dal 13 aprile dovrebbero chiudere Pozzengo (Mombello Monferrato), San Martino (Rosignano), Alluvioni Cambiò, Castelferro (Predosa), Pollastra (Bosco Marengo). A orario ridotto San Giuliano Nuovo, Alfiano Natta, Coniolo, Casalbagliano, Sala Monferrato, Serralunga di Crea, Odalengo Grande, Frascaro, Rivarone Montecastello, Treville, Olivola, Alice bel Colle, Carezzano, Castelnuovo Bormida, Gamalero, Garbagna, Lerma, Melazzo, Prasco, Castellar Guidobono, Volpeglino, Paderna, Cerreto Grue. Poste Italiane ricorda che il piano è stato valutato positivamente dall’Agcom poiché rispetta i criteri previsti dalla legge.
Fonte
Nell’Alessandrino cinque sportelli delle Poste dovrebbero chiudere già a metà aprile |
Giampiero Carbone
Alessandria
Ricorso al Tar
Da Alluvioni Cambiò parte l'idea di un ricorso al Tar o di una class action contro il piano di Poste Italiane, mentre il Comune di Predosa è pronto a mettere i suoi soldi nell’ufficio postale di Castelferro, che potrebbe chiudere i battenti, come gli altri, da metà aprile.
Battaglia in Regione
In Regione, il consigliere Walter Ottria ha presentato un ordine del giorno per chiedere al ministero del Tesoro di riesaminare la razionalizzazione.
I tagli previsti
Dal 13 aprile dovrebbero chiudere Pozzengo (Mombello Monferrato), San Martino (Rosignano), Alluvioni Cambiò, Castelferro (Predosa), Pollastra (Bosco Marengo). A orario ridotto San Giuliano Nuovo, Alfiano Natta, Coniolo, Casalbagliano, Sala Monferrato, Serralunga di Crea, Odalengo Grande, Frascaro, Rivarone Montecastello, Treville, Olivola, Alice bel Colle, Carezzano, Castelnuovo Bormida, Gamalero, Garbagna, Lerma, Melazzo, Prasco, Castellar Guidobono, Volpeglino, Paderna, Cerreto Grue. Poste Italiane ricorda che il piano è stato valutato positivamente dall’Agcom poiché rispetta i criteri previsti dalla legge.
Fonte
Servizi sociali, arrivano i tagli la Asl riduce i fondi del 40%
Copenaghen, doppio attacco terroristico: 2 morti, 5 feriti. La polizia uccide l'attentatore
Dopo l'attacco al convegno in ricordo della strage di Parigi una seconda
sparatoria vicino a una sinagoga. Morto il guardiano dell'edificio
dove si stava svolgendo una funzione religiosa. Blitz in un internet
cafè, arrestate due persone
COPENAGHEN -Stamattina l'uccisione del presunto killer dell'attacco di ieri al al Krudttønden café , oggi il blitz in un internet café e l'arresto di altre due persone sospette. La Danimarca reagisce ai due attacchi terroristici che si sono susseguiti a Copenaghen nel giro di poche ore: sabato pomeriggio una sparatoria con un morto e tre feriti durante un convegno organizzato in ricordo della strage al giornale satirico francese Charlie Hebdo a gennaio. Nella notte una seconda sparatoria, nei pressi di una sinagoga nel centro della città, con un morto e due feriti.
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COPENAGHEN -Stamattina l'uccisione del presunto killer dell'attacco di ieri al al Krudttønden café , oggi il blitz in un internet café e l'arresto di altre due persone sospette. La Danimarca reagisce ai due attacchi terroristici che si sono susseguiti a Copenaghen nel giro di poche ore: sabato pomeriggio una sparatoria con un morto e tre feriti durante un convegno organizzato in ricordo della strage al giornale satirico francese Charlie Hebdo a gennaio. Nella notte una seconda sparatoria, nei pressi di una sinagoga nel centro della città, con un morto e due feriti.
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Libia, arrivata in Sicilia la nave con gli italiani rimpatriati
AUGUSTA - È arrivato nel porto di Augusta
il catamarano con a bordo un centinaio di italiani evacuati dalla Libia,
nel giorno della diffusione del video con la decapitazione di 21 egiziani copti.
L'imbarcazione, di colore bianco e una striscia laterale arancio, è il
San Gwann della compagnia maltese Virtu Ferries. Una decina di
passeggeri italiani è sul ponte dell'imbarcazione e osserva le manovre
di approdo. Sulla banchina del porto di Augusta ci sono tre autobus
delle forze armate che saranno utilizzati per trasferire gli italiani in
un'altra struttura militare, probabilmente la base aerea italiana di
Sigonella, nel Catanese.
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domenica 15 febbraio 2015
PREVISIONI METEO: un lunedì all'insegna della pioggia su molte regioni
Lunedì tempo perturbato segnatamente su Tirreno, Isole e nord-ovest con piogge e neve sulle Alpi. Martedì concentrazione dei fenomeni su Isole ed estremo sud, migliora al nord. Mercoledì ultimi disturbi al sud e sulle Isole, bel tempo altrove.
Lunedì, 16 febbraio 2015
NORD-OVEST
Su tutte le regioni avremo cielo molto nuvoloso o coperto. Piogge sparse
e neve abbondante su Ovest Alpi e Marittime già sopra i 300-500 metri,
600-800 metri in media sull'Appennino Ligure. Ventilazione orientale
moderata con occasionali rinforzi, freddo, mar ligure molto mosso al
largo.
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Colpi d'arma da fuoco vicino alla sinagoga di Copenaghen, la polizia uccide un uomo. "E' l'attentatore". Una vittima civile nell'attacco
L'autore è fuggito a piedi, evacuata la stazione di Norreport. Due
poliziotti feriti, le autorità ritengono che la persona uccisa sia il
responsabile dei due attacchi
COPENAGHEN - La polizia di Copenaghen ha ucciso un uomo che ritiene responsabile dei due attacchi: i detective tenevano sotto osservazione un indirizzo nella zona Norrebro della città danese, nei pressi della stazione, e hanno intimato l'alt a un uomo che si stava avvicinando alla pattuglia, da quanto si ricostruisce armato e pronto a sparare. Prima che potesse fare fuoco, l'uomo è stato ucciso dalle forze dell'ordine. La polizia lo considera autore degli attentati. "Stiamo cercando due responsabili", aveva detto sulle prime ai giornalisti il portavoce della polizia di Copenhagen, Allan Wadsworth-Hansen. Poi la la correzione di rotta degli inquirenti: nulla lascia pensare che ci sia più di un attentatore.
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COPENAGHEN - La polizia di Copenaghen ha ucciso un uomo che ritiene responsabile dei due attacchi: i detective tenevano sotto osservazione un indirizzo nella zona Norrebro della città danese, nei pressi della stazione, e hanno intimato l'alt a un uomo che si stava avvicinando alla pattuglia, da quanto si ricostruisce armato e pronto a sparare. Prima che potesse fare fuoco, l'uomo è stato ucciso dalle forze dell'ordine. La polizia lo considera autore degli attentati. "Stiamo cercando due responsabili", aveva detto sulle prime ai giornalisti il portavoce della polizia di Copenhagen, Allan Wadsworth-Hansen. Poi la la correzione di rotta degli inquirenti: nulla lascia pensare che ci sia più di un attentatore.
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E' morto Michele Ferrero, l'inventore della Nutella e dei Tic Tac
L'imprenditore albese è deceduto a Montecarlo, aveva 89 anni ed era
malato da tempo. Il presidente Mattarella: "Se ne va uno dei più grandi
protagonisti dell'industria italiana". Il premier Renzi: "Portò a testa
alta nel mondo la creatività del nostro Paese". La camera ardente sarà
allestita ad Alba. Il sindaco Marello: "Lutto cittadino, la città si
stringe attorno alla famiglia"
"Mister Nutella" non c'è più. Michele Ferrero 89 anni, proprietario dell'omonimo gruppo dolciario, è morto oggi pomeriggio a Montecarlo, dopo mesi di malattia. Lo ha reso noto la stessa azienda di Alba, dove verrà allestita la camera ardente. Non è ancora stata annunciata la data dei funerali. Fino all'ultimo Michele è stato assistito dalla moglie, Maria Franca, e dal figlio Giovanni, al vertice del Gruppo come unico amministratore delegato dopo la morte nel 2011 di Pietro, l'altro figlio di Michele.
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"Mister Nutella" non c'è più. Michele Ferrero 89 anni, proprietario dell'omonimo gruppo dolciario, è morto oggi pomeriggio a Montecarlo, dopo mesi di malattia. Lo ha reso noto la stessa azienda di Alba, dove verrà allestita la camera ardente. Non è ancora stata annunciata la data dei funerali. Fino all'ultimo Michele è stato assistito dalla moglie, Maria Franca, e dal figlio Giovanni, al vertice del Gruppo come unico amministratore delegato dopo la morte nel 2011 di Pietro, l'altro figlio di Michele.
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