Indagini e perizie del tribunale emiliano hanno rivelato che oltre al caso "Angeli e demoni" non c'è quel sistema crudele su cui la politica ha speculato per mesi
Su 100 fascicoli riguardanti richieste di affido per minori della Val d’Enza – territorio emiliano diventato noto per il cosiddetto caso Bibbiano – non è stata riscontrata nessuna anomalia: quei provvedimenti sono legittimi. Lo hanno detto mercoledì 9 ottobre i giudici del Tribunale dei minori di Bologna, che hanno passato al setaccio per tutta l’estate casi simili a quello che ha scosso l’opinione pubblica italiana ed è diventato oggetto di fortissima strumentalizzazione politica.
È importante chiarire che si sta parlando del sistema degli affidi di quella zona nel suo complesso, e non di ciò che è successo a decine di bambini tolti alle famiglie illecitamente con documentazioni strumentalizzate per avere l’affido. Quell’inchiesta – che prende il nome Angeli e Demoni – è ancora aperta, dato che ci sono intercettazioni sulla modalità della richiesta dell’affido.
Ma dalla riunione convocata da Giuseppe Spadaro, presidente del Tribunale dei minori di Bologna, per fare il punto della situazione su Bibbiano e dintorni è emerso che gli altri affidi sono stati regolari: in 85 casi il tribunale ha deciso di lasciare i bambini ai genitori. Solo nei casi più complicati, una trentina in tutto, i giudici hanno deciso per “l’affido esplorativo”, provvedimento che tuttavia non prevede l’allontanamento dalla famiglia e chiede ai servizi sociali di “sostenere” genitori e figli per superare eventuali crisi.
Su 100 casi solo in 15 i giudici hanno accolto la richiesta di allontanamento dei minori dalle famiglie. La buona fede dei servizi sociali sarebbe provata anche dal fatto che si sono verificati solo sette ricorsi, tutti respinti dalla sezione minori della Corte d’Appello.
Secondo Spadaro i mesi di indagine dimostrano che il sistema nel suo complesso è sano e non va calunniato.
Secondo Spadaro i mesi di indagine dimostrano che il sistema nel suo complesso è sano e non va calunniato.
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