Il governo spagnolo chiede il confinamento parziale della capitale, ormai fuori controllo. Ma la Regione dice no. La Svizzera mette in quarantena chi arriva dalla Liguria. Stop a bar e ristoranti a Marsiglia: il sindaco si ribella
Madrid è in ginocchio, ma chiude solo in parte. Una strada sì e una no, a seconda della penetrazione del virus. In alcuni quartieri si può uscire tranquillamente e cenare fino all’una di notte, in altri alle 22 è tutto chiuso e le autorità proibiscono gli spostamenti “non necessari”. Misure difficili da far digerire ai cittadini e soprattutto complicato da far rispettare. Dietro c’è uno scontro politico: il governo spagnolo vede tornare il baratro di marzo e aprile e invita a chiudere tutta la capitale senza distinzioni: «Non ci sono scorciatoie», dice il ministro della Sanità Salvador Illa. Ma la regione della capitale non ci sta e pur estendendo le aree a rischio (da 37 e 45), evita di estendere i divieti a tutta la città: «Più che confinare la nostra missione è aiutare le persone», dice la presidente della Comunità di Madrid, Isabel Dìaz Ayuso, che fino a qualche mese fa guidava il fronte dei nemici del lockdown e oggi si trova costretta a chiedere aiuto ai socialisti della Moncloa. La polemica tra un governo nazionale di sinistra e uno locale di destra non è una novità, nemmeno in piena pandemia, ma i numeri di Madrid indicano che non c’è molto tempo: da agosto a oggi sono stati individuati più di centomila contagiati, gli ospedali sono tornati a riempirsi, terapie intensive comprese.
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