Si vota per referendum, regionali, comunali. Rinuncia in massa, i Comuni utilizzano i dipendenti pubblici
ROMA. Si vota, oggi tutto il giorno e domani fino alle 15. Si vota in tutt’Italia per il referendum mentre in Campania, Liguria, Marche, Puglia, Veneto, Toscana e Valle d’Aosta si vota pure per le Regionali; e in 958 Comuni, di cui 15 capoluoghi di provincia, si vota anche per il sindaco. Gli italiani tutti sono chiamati infatti a esprimersi sul referendum con un Sì o un No al taglio del numero dei parlamentari. È un referendum di tipo confermativo, quindi stavolta non c’è quorum. Vince la maggioranza. Se Sì, sarà confermata una legge già approvata dal Parlamento che riduce il numero degli eletti da 945 a 600. Se No, le cose resteranno come sono.
Voto in tempi di Covid
Il pericolo del contagio ha reso necessarie particolari accortezze nei seggi. Il ministero dell’Interno ha ricordato che è obbligatorio l’uso della mascherina per accedere, sia per gli elettori che per ogni altro soggetto autorizzato a entrare. Presidenti e scrutatori dovranno sostituire i dispositivi di protezione individuale ogni 4-6 ore. Si ribadisce il divieto di assembramenti all’interno delle sezioni; ci saranno aree di attesa all’esterno.
Forfait di massa
La paura della pandemia, e la prospettiva di tenere la mascherina per l’intero giorno, ha costretto i Comuni a rincorrere presidenti di seggio e scrutatori. Una fuga che si è verificata un po’ dappertutto. A Torino, su 918 presidenti incaricati, hanno rinunciato in 506: su 2800 scrutatori, si sono sottratti in 1500. Il Comune ha dovuto supplire incaricando centinaia di dipendenti comunali. A Roma, sono stati 530 i presidenti di seggio su 2600 che hanno rinunciato all’incarico e che il Campidoglio ha dovuto surrogare in fretta.
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