Dopo che Telecom ha staccato la spina, i diritti per le partite del gruppo italo-svedese si compreranno a prezzo di saldo. Intanto, i 150 giornalisti che fornivano i contenuti alla società ora sono in cassa integrazione
Prometteva passioni, ora è un monoscopio. La televisione Dahlia ha chiuso le trasmissioni venerdì pomeriggio con un messaggio di poche righe per i 600 mila abbonati. Non sospesi: falliti. Il mercato di chi guarda le partite di calcio, ormai spalmate sette giorni su sette, è dominato da Sky sul satellite e da Mediaset sul digitale terrestre, ex coinquilino proprio di Dhalia che per 30 milioni di euro per due anni ha comprato i diritti per la serie B e otto squadre di serie A.
Dahlia fu creata da Telecom Italia Media per provare a sfondare sul digitale e duellare con i canali a pagamento di Mediaset Premium, nel 2008 fu ceduta al gruppo scandivano Airplus Tv di proprietà di una famiglia svedese, i Wallenberg: ambiziosi imprenditori con progetti un po’ ovunque e successi da nessuna parte. Airplus pagava 24 milioni di euro per l’affitto delle frequenze di Telecom Italia Media Broadcasting, un canone così pesante che la società Dahlia Italia presto accoglie direttamente Telecom nel capitale (con il dieci per cento) e quindi nel consiglio di amministrazione. In minoranza c’è la società di produzione Made, l’azienda di Filippo Chiusano che forniva a Dahlia i contenuti per il palinsesto calcistico, diviso quasi equamente con le pellicole e i rulli porno: programmi, commenti, dirette.
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lunedì 28 febbraio 2011
Parlamento, spariti precari e lavoro. Iperattività per le leggi sulla giustizia
ROMA - Un terzo dei parlamentari lavora, gli altri sonnecchiano. Più di quattrocento dei 630 deputati giunge alla Camera soltanto per votare. Pigia il pulsante, firma la presenza, raccoglie la diaria e torna a casa, tra gli affetti. Nessuna passione, molta distrazione.
Se la politica costa fatica, di quale impegno si compone il lavoro di un deputato o di un senatore? Un gruppo di esperti (analisti politici, matematici, statistici) s'è messo a far di conto, calcolando l'indice di produttività di ciascuno, il valore delle cose fatte, i temi approfonditi e quelli accantonati. Non è una novità, ma suona adesso come conferma ufficiale: tolti gli affari penali (che occupano molto spazio anche tra i pensieri del premier) la vita parlamentare si consuma stancamente. Anche in tempi di recessione economica, con macroscopici fattori di una crisi oramai endemica, le urgenze sono rivolte al processo. Le leggi sulla giustizia godono di una attenzione sei volte maggiore di quella destinata alla disoccupazione, molto più di cinque volte se raffrontata alla tutela del patrimonio artistico, alla ricerca scientifica o anche alle forme di lotta all'evasione fiscale. Se c'è un'ora di tempo, quaranta minuti vanno di là (processo giusto, breve, abbreviato, diritti degli imputati, diritto alla prescrizione, diritto alla privacy); i restanti vengono spalmati sul resto dello scibile.
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Se la politica costa fatica, di quale impegno si compone il lavoro di un deputato o di un senatore? Un gruppo di esperti (analisti politici, matematici, statistici) s'è messo a far di conto, calcolando l'indice di produttività di ciascuno, il valore delle cose fatte, i temi approfonditi e quelli accantonati. Non è una novità, ma suona adesso come conferma ufficiale: tolti gli affari penali (che occupano molto spazio anche tra i pensieri del premier) la vita parlamentare si consuma stancamente. Anche in tempi di recessione economica, con macroscopici fattori di una crisi oramai endemica, le urgenze sono rivolte al processo. Le leggi sulla giustizia godono di una attenzione sei volte maggiore di quella destinata alla disoccupazione, molto più di cinque volte se raffrontata alla tutela del patrimonio artistico, alla ricerca scientifica o anche alle forme di lotta all'evasione fiscale. Se c'è un'ora di tempo, quaranta minuti vanno di là (processo giusto, breve, abbreviato, diritti degli imputati, diritto alla prescrizione, diritto alla privacy); i restanti vengono spalmati sul resto dello scibile.
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Morta a Parigi l'attrice Annie Girardot
Era malata di Alzheimer.
PARIGI - L'attrice francese Annie Girardot e' morta oggi a Parigi.Annie Girardot aveva 79 anni. L'attrice, che era nata a Parigi il 25 ottobre 1931, da tempo malata di Alzheimer, è morta "serenamente" nell'ospedale parigino Lariboisiere, secondo quanto riferito dalla nipote, Lola Vogel. La Girardot aveva riscosso fama internazionale nel 1960 per l'interpretazione della prostituta Nadia in 'Rocco e i suoi fratelli'. Tra i suoi film si ricordano, tra l'altro, 'I compagni' (1963) di Monicelli, 'La donna scimmia' (1964) di Ferreri, 'Vivere per vivere' (1967) di Lelouch e 'Metti una sera a cena' (1969) di Patroni Griffi.
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Ruby al Ballo dell'Opera, cachet 40.000 euro
Vienna, marocchina invitata dall'imprenditore Lugner, di 78 anni
VIENNA - La partecipazione di Ruby Rubacuori al Ballo dell'Opera, il 3 marzo, a Vienna, continua a infiammare l'interesse della stampa popolare in Austria, che anticipa oggi il programma della visita e stima in 40.000 euro il suo cachet. La 18/enne marocchina e' stata invitata al famoso ballo delle debuttanti dall'imprenditore edile Richard Lugner, di 78 anni, rinomato per i suoi scandali con giovani aspiranti stelline, e inviso alla buona societa'. I promotori del Ballo hanno reagito scandalizzati alla notizia, sperando fino alla fine che accada qualcosa che impedisca l'arrivo della giovane che ha messo nei guai il premier italiano, Silvio Berlusconi. La stampa gossip invece esulta e da giorni e' scatenata sull'evento.
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Blindato su ordigno improvvisato morto militare italiano, quattro feriti
La vittima è il tenente Massimo Ranzani, nato a Ferrara il 24 marzo 1974. L'incidente durante un pattugliamento nei pressi di Shindand, nell'ovest del Paese. I cinque coinvolti sono tutti del reggimento alpini. Berlusconi: "E' un calvario, speriamo ne valga la pena"
KABUL - Un militare italiano è morto e altri quattro sono rimasti feriti nell'ovest dell'Afghanistan per l'esplosione di un ordigno improvvisato che ha colpito un veicolo blindato Lince nei pressi di Shindand. I militari a bordo, tutti alpini, stavano effettuando un pattugliamento nella zona al momento dell'incidente. La procura di Roma ha aperta un'indagine, affidata ai sostituti Giancarlo Amato e Francesco Scavo e, al momento, viene ipotizzato il reato di attentato con finalità di terrorismo.
La vittima è il tenente Massimo Ranzani, nato a Ferrara il 24 marzo 1974. L'esplosione ha investito un Lince nei pressi di Shindand alle 12,45 di oggi. Lo ha riferito in una nota, lo Stato maggiore della Difesa, aggiungendo che quattro militari sono rimasti gravemente feriti nella deflagrazione, tutti appartenenti al 5° reggimento alpini di Vipiteno. L'esplosione ha colpito il terzo mezzo di una pattuglia che rientrava da un'attività di Medcap congiunta con le forze afgane. I militari sono stati evacuati presso l'ospedale militare (Role 2) della base "Shaft" di Shindand, sede del comando della Task Force Centre.
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Oscar, trionfa "Il discorso del Re" Portman e Firth migliori attori
Assegnati a Los Angeles i premi più ambiti del cinema: il grande vincitore è il film di Tom Hooper, che strappa anche le statuette per la regia, l'interprete principale e la sceneggiatura originale. Sconfitto "The Social Network", "Il Grinta" a bocca asciutta. Scontato il riconoscimento alla protagonista del "Cigno Nero"
di CLAUDIA MORGOGLIONEHa sbaragliato qualsiasi concorrente, trionfando su tutti i fronti più importanti: è Il discorso del Re il miglior film di questa edizione 2011 degli Oscar, che si è svolta ieri sera (le prime ore del mattino qui in Italia) al Kodak Theatre di Los Angeles. La pellicola diretta da Tom Hooper conquista anche la statuetta per il miglior attore con la vittoria, scontatissima, di Colin Firth, e quelle per la migliore regia e per la migliore sceneggiatura originale. Quattro riconoscimenti pesantissimi, che relegano i principali avversari in secondo piano: l'aspirante più agguerrito, The Social Network di David Fincher, deve accontentarsi della sceneggiatura non originale, del montaggio e della colonna sonora (di Trent Reznor e Atticus Ross); Inception di Christopher Nolan di riconoscimenti tecnici come fotografia, effetti visivi, sonoro, montaggio sonoro. Ma il vero sconfitto è il grinta dei fratelli Coen, che aveva fatto il pieno di candidature, e che resta a bocca asciutta.
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Bersani: "il premier schiaffeggia la scuola" Replica del Cavaliere: "Travisate le mie parole"
Il leader Pd: E' nel cuore degli italiani, non permetteremo a Berlusconi di distruggerla". Anche i finiani all'attacco. Maria Stella Gelmini: "Da Berlusconi nessun attacco, solo la difesa della libertà di scelta educativa delle famiglie". Franceschini: "Subito in piazza, per difendere l'istruzione pluralista". ItaliaFutura: "Chi parla di bunga bunga lasci stare la formazione dei giovani"
ROMA - "La scuola pubblica è nel cuore degli italiani. Da Berlusconi arriva uno schiaffo inaccettabile". Così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha replicato alle parole pronunciate ieri 1 da Silvio Berlusconi.
"Con richiami di sapore antico - dice Bersani - Berlusconi se la prende con comunisti e gay, insultando così l'intelligenza e la coscienza civile del Paese. All'elenco, Berlusconi stavolta ha aggiunto gli insegnanti della scuola pubblica. Uno schiaffo inaccettabile a chi lavora con dedizione in condizioni rese sempre più difficili dal governo. La scuola pubblica - prosegue il segretario del Pd - è il luogo in cui l'Italia costruirà il suo futuro. Noi siamo con la scuola pubblica - conclude - e non permetteremo che Berlusconi la distrugga".
AUDIO Ecco cosa aveva detto il premier 2
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L'indignazione dei prof corre sul web e anche i sindacati insorgono
Berlusconi vuole uccidere la scuola italiana per favorire quella dei preti
Io difendo la scuola pubblica perché... è di tutti. Firma
domenica 27 febbraio 2011
Ferita a collo, schiena e polso, sei coltellate molta violenza, Yara ha provato a difendersi
Domani l'autopsia. I genitori e lo strazio del riconoscimento. Accanto al corpo oggetti della ragazza, tra i quali l'iPod e le chiavi di casa. E' stata uccisa con almeno sei coltellate, inferte con violenza.
Sarà l'autopsia, domani, a fornire le prime risposte sulla morte di Yara Gambirasio(FOTO), trovata ieri in una zona isolata vicino all'area industriale di Chignolo d'Isola, a nove chilometri da Brembate di Sopra, dove il 26 novembre scorso era scomparsa. Il primo riconoscimento del corpo è stato basato sull'apparecchio ortodontico, e i vestiti che erano gli stessi indossati nel giorno della scomparsa: il giubbotto nero di Hello Kitty, la felpa azzurra, i leggins neri. Dalle prime rilevazioni dei medici legali il corpo di Yara presenta almeno sei ferite da arma da taglio una alla gola, quattro alla schiena e una ad un polso, inferte con particolare violenza. La ragazza sarebbe stata colpita prima alla gola, poi abbia tentato di difendersi subendo il colpo al polso e che alla fine sia stata colpita alla schiena.
Continua la ricerca di tracce L'omaggio della gente
Cabella (Al), addio alla “santona”
Aveva 87 anni
E' morta ieri mattina alle prime luci dell'alba, per un arresto cardiaco, Shri Mataji Nirmala Devi, la fondatrice del movimento internazionale Sahaja Yoga. La donna era ricoverata alla clinica Montallegro di Genova per alcuni accertamenti. Nata in India nel 1923, aveva eletto la sede del suo movimento, al quale aderiscono migliaia di adepti in tutto il mondo, a Cabella Ligure, dove nel 1991 aveva acquistato palazzo Doria, facendone la sede internazionale. «Avrebbe compiuto ottantotto anni il 21 marzo», racconta Aldo Gandolfi, responsabile per l'Italia della Fondazione Internazionale Sahaja Yoga, che gestisce il patrimonio e le attività del movimento. A Cabella, dove la donna era formalmente residente e dove trascorreva i mesi estivi, la chiamano “la santona”. Una semplificazione che però ben racconta la figura di Shri Mataji, la “veneranda madre”, per gli adepti. Il paese che la ospitava nel 2006 le ha attribuito la cittadinanza onoraria. A Cabella dove «Shri Mataji ha percepito le stesse vibrazioni positive emanate dal Gange, in India, sua terra natia», la “venerata madre” riceverà l'ultimo saluto, prima della tumulazione che avverrà probabilmente in India. Da questa mattina è allestita la camera ardente che resterà aperta fino a domani.
Fonte
E' morta ieri mattina alle prime luci dell'alba, per un arresto cardiaco, Shri Mataji Nirmala Devi, la fondatrice del movimento internazionale Sahaja Yoga. La donna era ricoverata alla clinica Montallegro di Genova per alcuni accertamenti. Nata in India nel 1923, aveva eletto la sede del suo movimento, al quale aderiscono migliaia di adepti in tutto il mondo, a Cabella Ligure, dove nel 1991 aveva acquistato palazzo Doria, facendone la sede internazionale. «Avrebbe compiuto ottantotto anni il 21 marzo», racconta Aldo Gandolfi, responsabile per l'Italia della Fondazione Internazionale Sahaja Yoga, che gestisce il patrimonio e le attività del movimento. A Cabella, dove la donna era formalmente residente e dove trascorreva i mesi estivi, la chiamano “la santona”. Una semplificazione che però ben racconta la figura di Shri Mataji, la “veneranda madre”, per gli adepti. Il paese che la ospitava nel 2006 le ha attribuito la cittadinanza onoraria. A Cabella dove «Shri Mataji ha percepito le stesse vibrazioni positive emanate dal Gange, in India, sua terra natia», la “venerata madre” riceverà l'ultimo saluto, prima della tumulazione che avverrà probabilmente in India. Da questa mattina è allestita la camera ardente che resterà aperta fino a domani.
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sabato 26 febbraio 2011
Yara, il corpo ritrovato in campagna a 10 chilometri da Brembate di Sopra
La scoperta tra Madone e Chignolo d'Isola, non distante dal paese in cui viveva la tredicenne
La ragazza indossava gli stessi abiti del giorno in cui è scomparsa: forse era lì da quel giorno
E' stato trovato il cadavere della giovane Yara Gambiraso (FOTO), scomparsa da tre mesi a Brembate di Sopra. Il corpo della tredicenne è stato rinvenuto in una campo tra Madone e Chignolo d'Isola, a una decina di chilometri da Brembate di Sopra, il paese in cui Yara viveva con la famiglia, e a poche centinaia di metri dal centro di coordinamento. Era abbandonato in un campo incolto, fra l'erba alta. Yara potrebbe essere stata abbandonata nel campo la stessa sera della scomparsa, il 26 novembre scorso: l'ipotesi sarebbe supportata dalle condizioni in cui è stato trovato il cadavere. Saranno comunque gli accertamenti scientifici da eseguire nei prossimi giorni a confermare o smentire questa possibilità.
A scoprire il corpo della tredicenne nascosto tra la fitta vegetazione del campo incolto, sarebbe stato un uomo che si trovava nella zona per caso e che non avrebbe alcun ruolo nella vicenda. L'uomo ha immediatamente chiamato gli investigatori, che hanno identificato Yara con indosso i resti dei vestiti che aveva la sera della scomparsa. Anche l'apparecchio per ortodonzia insieme con l'abbigliamento, ha convinto gli investigatori di trovarsi di fronte al cadavere della ragazzina.
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Maxi-aumento per benzina e diesel di Eni
Romani: nessun problema su gas e petrolio
ROMA - Maxi-aumento per la benzina e il diesel di Eni, che in un sola battuta aumenta i listini di due centesimi al litro. E' 'l'effetto Libia' che si abbatte così in maniera sempre più pesante sui carburanti nazionali, secondo quanto emerge dalle rilevazioni di Quotidiano Energia. Il market leader, che porta così la verde a 1,536 euro e il gasolio a 1,426 euro, nell'occasione non è però solo, visto che anche Esso e Q8 aumentano entrambi i prodotti di un centesimo. Intanto, la benzina al Sud è arrivata a 1,565, oltre il record del 2008.
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Raìs compare in piazza: 'Morte a chi non mi ama'
Battaglia a Tripoli. Seif: speriamo in negoziati e soluzione pacifica. Onu domani vara sanzioni
Gheddafi compare sulla piazza Verde a Tripoli e arringa la folla: 'Preparatevi a difendere la Libia. Chi non mi ama non merita la vita, sara' un inferno, vinceremo come il contro colonialismo italiano, armeremo il popolo'. Al Jazira: 'Miliziani sparano su civili, molte decine di morti'. Battaglia nella capitale e per il controllo dell'aeroporto. Testimoni: 'Pozzi petroliferi di Marsa Brega in mano ai rivoltosi'. Seif Gheddafi: 'La mia famiglia vivra'e morira' in Libia, non distruggeremo i pozzi'. Passano con la rivolta gli ambasciatori libici in Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia e all'Onu. L'Onu verso il blocco dei beni e l'embargo di armi. Nato: Pronti ad intervenire. Usa prepara sanzioni unilaterali
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venerdì 25 febbraio 2011
Scosse in montagna, il Veneto trema
Gabrielli: "Cittadini preparatevi"
E’ da un mese che gli abitanti di Vittorio Veneto non dormono tranquillamente la notte. A "disturbare" il sonno sono dei boati che echeggiano per tutta la Val Lapisina, in un’area incuneata tra le prealpi bellunesi e il Trevigiano. A Fadalto, località di Vittorio Veneto, a rompere il sonno dei valligiani sono delle micro-scosse sismiche, dei "terremoti in miniatura" che non fanno tremare la terra ma che emettono dei boati.Il prefetto Franco Gabrielli, capo della Protezione civile subentrato a Bertolaso si è interessato alla questione e ha preso in considerazione l’ipotesi che queste scosse potrebbero essere un'avvisaglia per un sisma imminente vero e proprio. "Ai cittadini non dico state tranquilli, ma preparatevi - ha spiegato Gabrielli - Primo: serve una verifica delle abitazioni, lo stesso cittadino deve farlo. Secondo: bisogna seguire alcune elementari norme precauzionali".
Sul rischio sismico Gabrielli aveva ricordato che Fadalto fa parte dei duemila comuni italiani a rischio sismico 2 (come L'Aquila) e aveva aggiunto che in 40 anni ci sono stati in Italia 800 sciami sismici che non hanno portato a niente, tranne a L'Aquila. Dopo l’attenzione posta da Gabrielli sulla possibilità di un imminente sisma, oggi in municipio a Vittorio Veneto un incontro per organizzare la simulazione di un piano di evacuazione per rischio sismico ma soprattutto per informare la popolazione sui comportamenti da adottare nell'eventualità in cui la terra tra la Val Lapisina e l'Alpago dovesse iniziare a tremare.
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La crisi non tocca casa Berlusconi 118 milioni di dividendi per il premier
Conti d'oro malgrado la recessione per le aziende di famiglia del presidente del consiglio. Dai conti chiusi il 30 settembre Marina ha incassato cedole per 12 milioni di euro e Piersilvio per 5 milioni. Nelle casse delle 4 holding personali del capofamiglia circa 544 milioni di liquidi
di ETTORE LIVINIMILANO - La crisi non abita ad Arcore. Mentre l'Italia fatica a ripartire, le casseforti di casa Berlusconi - otto società familiari cui fa capo il 100% di Fininvest - archiviano l'ennesimo bilancio d'oro e girano un altro super-assegno alla dinastia del Cavaliere. Il Presidente del Consiglio si è messo in tasca in questi giorni 118 milioni di dividendi in contanti, Marina ha incassato dalla sua Holding quarta 12 milioni, Piersilvio - titolare della Holding quinta - si è accontentato di 5 milioni, mentre la Holding quattordicesima ha regalato a Barbara, Eleonora e Luigi - i figli di Veronica Lario - un assegno di 10 milioni a testa.
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Milleproroghe approvato nel caos scontro in aula, il Pdl attacca Fini
Dopo il voto di fiducia con 309 voti a favore e 287 contrari, la maggioranza approva il maxiemendamento (300 voti a favore, 277 contrari) nel corso di una seduta infuocata. Cicchitto al presidente della Camera: "Con lei situazione insostenibile". Ora il testo passa al Senato
ROMA - La Camera dà il via libera al Milleproroghe con 300 voti favorevoli e 277 contrari. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato dove domani è prevista l'approvazione in via definitiva. L'Aula della Camera aveva approvato in mattinata la fiducia sul maxiemendamento al dl Milleproroghe. A favore hanno votato 309 deputati, 287 contro. Alle 14 sono iniziate quindi le dichiarazioni di voto sul provvedimento.
La seduta alla Camera è stata però infuocata, fino all'attacco diretto del Pdl a Gianfranco Fini: "Caro presidente, con la sua presidenza della Camera siamo in una situazione istituzionalmente insostenibile. C'è un contrasto tra la sua figura e quella di leader di partito", ha detto il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto rivolto a Fini che presiedeva il dibattito sul Milleproroghe."Ne convengo - ha replicato Fini - la situazione è istituzionalmente insostenibile".
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Devastati dalla droga: le foto prima e dopo
Un prima e dopo che non ha bisogno di troppe parole. Le persone fotografate in queste immagini sono tutte affette da dipendenza da droga e queste foto segnaletiche le ritraggono dopo degli arresti per furti a distanza di anni. Il confronto tra la prima immagine e la seconda, scattata alcuni anni dopo, è servito da spunto al Multnomab County Sheriff's Office per la realizzazione di una campagna fotografica, dal titolo "Faces of Meth", sugli effetti delle droghe sull'uomo.
Le foto
Le foto
Ovada, frana la via del fiume
Costata 600 mila euro, è sempre più accidentata . Manutenzione inesistente
Ci mancava la frana a complicare la vita tormentata della “via dei fiumi”, costellata di buche, di pozze e di solchi fangosi che costringono chi si avventura lungo il suo percorso a inattesi slalom per uscirne senza troppi danni e senza conseguenze per il proprio mezzo a due ruote.In primavera e d’estate alcuni punti della strada sono ostruiti da barriere di vegetazione spontanea che impediscono di proseguire.
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Gheddafi alla tv: "Al Qaeda arma nostri figli" Battaglia a Zawia. Insorti puntano a Tripoli
Ancora una giornata di tensione in Libia. Il rais parla di nuovo, ma questa volta lo fa senza apparire davanti alle telecamere: "Rivoltosi sono controllati con la droga". Due C130 rimpatriano nostri connazionali. Un gruppo di giornalisti italiani malmenati all'aeroporto. Probabile presenza di mercenari italiani tra i miliziani del Rais
TRIPOLI - "Al Qaeda è qui": Muammar Gheddafi punta di nuovo il dito contro il "terrorismo internazionale" come matrice della rivolta in corso del Paese; parlando in collegamento telefonico alla televisione di Stato, il rais definisce le proteste "una farsa organizzata dai giovani controllati con la droga", una farsa "a cui dovremo porre fine", minaccia. Testimoni riferiscono infatti di nuovi raid dell'aviazione libica a Tripoli contro i manifestanti civili e spari contro la folla si segnalano anche nei pressi dell'abitazione di Gheddafi. E si combatte ancora a Misurata e a Zawia - ai cui abitanti si è rivolto Gheddafi nel suo discorso - rispettivamente a est e ovest della capitale, mentre nuovi scontri sono stati registrati a Ghariyan. Gheddafi è sempre più accerchiato. Il regime, ha ormai perso il controllo della Cirenaica e di tutte le città delle costa eccetto Tripoli mentre prime rivolte si segnalano al sud e per domani l'opposizione si preparerebbe a una resa dei conti a Tripoli. "Dal quartier generale della nuova Bengasi apprendiamo che le città liberate si stanno coordinando per sferrare un'offensiva congiunta contro Tripoli - racconta l'inviato di Repubblica, Pietro Del Re da Bengasi -. Da qui, così come da altri luoghi liberati, si sono mossi auto e camion carichi di uomini armati che sarebbero ormai nelle vicinanze di Tripoli".
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giovedì 24 febbraio 2011
La polizia caccia Genchi: ha parlato male del Cavaliere
Il super poliziotto informatico, artefice di decine di arresti mafiosa, replica: "S'è avverato il sogno del premier che mi aveva definito il più grande scandalo della Repubblica". Eppure dopo 25 anni, da ieri, non è più nella polizia
“Non sono più un poliziotto. S’è avverato il sogno di Silvio Berlusconi che già dal 24 gennaio 2009, riferendosi a me, parlava del più grande scandalo della Repubblica. Se questo provvedimento fosse stato adottato a Milano, invece che a Roma, forse qualcuno avrebbe aperto un fascicolo d’indagine. Mi hanno tolto la divisa ma non possono riuscire a togliermi la dignità”. Dopo 25 anni, da ieri, Gioacchino Genchi, vice questore della Polizia di Stato, è fuori dal servizio: destituito per motivi disciplinari. “È un provvedimento illegittimo – continua Genchi – ricorrerò al Tar”.
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“Non sono più un poliziotto. S’è avverato il sogno di Silvio Berlusconi che già dal 24 gennaio 2009, riferendosi a me, parlava del più grande scandalo della Repubblica. Se questo provvedimento fosse stato adottato a Milano, invece che a Roma, forse qualcuno avrebbe aperto un fascicolo d’indagine. Mi hanno tolto la divisa ma non possono riuscire a togliermi la dignità”. Dopo 25 anni, da ieri, Gioacchino Genchi, vice questore della Polizia di Stato, è fuori dal servizio: destituito per motivi disciplinari. “È un provvedimento illegittimo – continua Genchi – ricorrerò al Tar”.
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Rais accusa bin Laden e minaccia stop petrolio
Gheddafi parla in tv via telefono: rivolta farsa. Napolitano: nessun veto dell'Italia a sanzioni Ue
Nuovo discorso del rais. Stavolta parla in tv via telefono e accusa: richieste dei ribelli dettate da bin Laden. Poi minaccia: stop al petrolio se la situazione peggiora.
'Terminal petroliferi in mano ai rivoltosi'. Lo affermano abitanti di Bengasi.
Gheddafi intanto sarebbe asserragliato con una decina di uomini della sicurezza a lui fedeli in un bunker sotterraneo insistenti le voci di una sua imminente fuga dal Paese. della caserma di Bab al Aziziya, sobborgo meridionale di Tripoli. Ma si fanno sempre più insistenti le voci di una sua imminente fuga dal Paese.
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La festa di Bengasi, città liberata «Ora vogliamo la democrazia»
Fori di proiettili su tutti i palazzi del governo. E al posto del regime c'è un Comitato di 15 saggi
BENGASI - Il Risorgimento della Libia è cominciato dalla sua seconda città per ordine d'importanza. Le cinque giornate di Bengasi anticipano e preparano il propagarsi della sommossa a Tripoli. Dal quindici al venti febbraio sono stati giorni ritmati dal crescendo delle violenze. Il punto di non ritorno fu il diciassette, quando diventò evidente che la rivoluzione stava trionfando. Ora sono in tanti a contare il numero dei morti e dei feriti in successione storica. Nessun dato ufficiale ancora. «Tra i 200 e 300 morti, quasi 1.000 feriti», sono le cifre più diffuse. E c'è chi cerca di fornire il numero delle vittime giorno per giorno, localizzando anche le zone della città più insanguinate. «Due morti il quindici febbraio sul lungomare; 37 il sedici di fronte al palazzo del ministero degli Interni; 32 il diciassette verso il tribunale; 75 il diciotto tra l'ospedale e il cimitero dove transitavano i cortei funebri; 23 il diciannove presso l'hotel e la caserma dove stavano i mercenari africani di Gheddafi; 57 il venti nelle periferie», computa con fare attento Atef Al Hassan, un ingegnere trentenne che sta cercando di organizzare un centro stampa nella speranza di accogliere al meglio i giornalisti. È un fatto ormai tipico nelle rivoluzioni che scuotono il Medio Oriente, avviene a Tunisi, al Cairo, in Yemen: i giovani vogliono la stampa, cercano di apparire, di esserci, non vedono più i reporter stranieri nella veste di «spie al servizio di America e Israele», come avveniva spesso da queste parti sino a pochi anni fa, ma alleati e amici, ambasciatori di quella modernità della comunicazione che ora anche loro vorrebbero disperatamente condividere.
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Catanzaro, vietano al compagno down di andare in gita: tutta la classe rinuncia
I genitori del ragazzo discriminato hanno denunciato la donna alla polizia
La dirigente di una scuola di terza media voleva anche che i ragazzi mentissero al disabile sulle future uscite
MILANO - Un gesto di solidarietà. Gli studenti di una scuola media di Catanzaro si sono rifiutati di andare in gita con l'istituto, dopo il rifiuto opposto dalla dirigente alla partecipazione di un loro compagno disabile all'uscita didattica della propria classe. A rendere nota la vicenda è Ida Mendicino, responsabile del coordinamento regionale per l'integrazione scolastica e Consulente legale nazionale dell'Associazione Sclerosi Tuberosa. «I genitori del ragazzo, affetto da sindrome di Down - spiega - hanno dovuto ricorrere all'autorità di polizia per far rispettare il diritto allo studio del proprio figlio, in linea con la normativa di riferimento, in particolare con le note ministeriali le quali espressamente asseriscono che le gite rappresentano un'opportunità fondamentale per la promozione dello sviluppo relazionale e formativo di ciascun alunno e per l'attuazione del processo di integrazione scolastica dello studente diversamente abile, nel pieno esercizio del diritto allo studio».
LA VICENDA - Successivamente a tale episodio, secondo Mendicino, la dirigente «ha aggravato la propria posizione allorché ha manifestato ai docenti l'intenzione di non autorizzare in futuro alcuna uscita dello studente affetto da sindrome di Down ed ha chiesto ai compagni di classe di non portare a conoscenza del ragazzo le date delle future gite ed uscite in programmazione, motivando tale richiesta con la scarsa capacità dello stesso ad apprendere a causa della sua infermità genetica». Ma l'invito è stato immediatamente declinato dai compagni, ragazzi di terza media, i quali hanno dichiarato che avrebbero preferito rinunciare tutti alle gite pur di non veder discriminato il loro compagno. «Raccontiamo volentieri - dice Mendicino - l'episodio occorso in quanto segnale importante di cambiamento in una generazione spesso tacciata di eccesso di individualismo e di scarso senso di solidarietà. Un plauso ai ragazzi dell'istituto comprensivo di Catanzaro che si sono dimostrati vera speranza di maturazione del tessuto sociale rispetto agli esempi che spesso provengono dal mondo dei grandi».
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Il petrolio vola verso i 120 dollari
Brent ai massimi dal 2008
SINGAPOREIl prezzo del petrolio continua a volare ai massimi da due anni e mezzo, con il Brent verso quota 120 dollari e il Light crude oltre 101 dollari. Sul circuito elettronico il Brent schizza in alto di oltre 8 dollari a un massimo dal settembre 2008 di 119,79 dollari. I future sul Light crude crescono di 3,41 dollari a 101,52 dollari, per la prima volta dall’ottobre 2008. I mercati temono che i disordini della Libia possano contagiare altri Paesi arabi produttori di greggio.
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Sesso in cella per dieci anni Un’assassina tra le preferite
Carcere a luci rosse: le carte segrete su direttore e agenti
Ana Marleholm in una foto del 2003 |
Comparone, nei giorni scorsi, è stato condannato a 2 anni e sei mesi per corruzione a sfondo sessuale e falso. Ora, dalle motivazioni della sentenza, nuove clamorose rivelazioni.
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Milleproroghe: Governo pone fiducia su maxiemendamento
Già ieri sera il governo aveva annunciato l'intenzione di porre la fiducia
ROMA - Il governo ha posto la fiducia sul maxiemendamento interamente sostitutivo del decreto milleproroghe che aveva ricevuto rilievi da parte del Capo dello Stato e che è all'esame della Camera. Già ieri sera il governo aveva annunciato l'intenzione di porre la fiducia.Il Senato resterà aperto anche sabato per consentire il via libera finale al decreto milleproroghe, ora all'esame della Camera. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, che prevede l'esame del decreto nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio venerdì, mentre sabato 26 febbraio approderà in aula alle ore 11 e le dichiarazioni di voto sono previste alle 14 con la diretta tv e il voto finale intorno alle 15.
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Gheddafi nel bunker di Tripoli, in arrivo migliaia di mercenari
Gli oppositori al regime hanno preso il controllo di molte città
I miliziani africani si stanno dirigendo verso Tripoli per portare rinforzi al leader
TRIPOLI - La Libia di Gheddafi si sta stringendo sempre di più, in mezzo a un bagno di sangue di cui ancora mancano i confini reali. Gli oppositori al regime hanno preso il controllo di diverse città vicine alla capitale libica mentre, secondo le ultime notizie, il Colonnello è asserragliato a Tripoli, in un bunker. Lo riferisce di nuovo la rete al Arabiya secondo cui le truppe ancora fedeli a Gheddafi hanno isolato la capitale stendendo un cordone di mezzi e truppe con cui difendere il Raìs.
L'ARRIVO DEI MERCENARI - Migliaia di mercenari e miliziani africani si stanno intanto dirigendo verso Tripoli per portare rinforzi al leader libico, mentre la rivolta contro il regime del colonnello libico, al potere da 42 anni, sembra essere arrivata a una fase decisiva, dopo una settimana di violenze che potrebbero aver fatto migliaia di morti. Gheddafi, scrive il New York Times, sta rafforzando il suo quartier generale di Tripoli, mentre i suoi oppositori nella capitale stanno organizzando la loro prima iniziativa di protesta coordinata per il prossimo venerdì. «Su ogni cellulare arriva un messaggio relativo a una grande manifestazione di protesta per venerdì a Tripoli» dice un testimone locale, aggiungendo che il discorso minaccioso rivolto al Paese dal colonnello Gheddafi ha portato la determinazione dei rivoltosi «al 100 percento».
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Scalata Bpi a Antonveneta, i pm chiedono 3 anni per Fazio e Consorte
Richiesta di condanna a 1 anno e 3 mesi per Fiorani e 2 anni e 1 mese per Grillo
MILANO, 23 FEB - I Pm di Milano Eugenio Fusco e Gaetano Ruta hanno chiesto al Tribunale, nell'ambito del processo sul tentativo di scalata ad Antonveneta da parte di Bpi, la condanna a 3 anni di reclusione per l'ex governatore di Banca d'Italia Antonio Fazio, 1 anno e 3 mesi per l'ex ad di Bpi Gianpiero Fiorani, 3 anni per l'ex presidente di Unipol Giovanni Consorte e 2 anni e 1 mese per il senatore Luigi Grillo.I pm hanno inoltre chiesto ai giudici del Tribunale di condannare Fazio a 100.000 euro di multa. Per Francesco Frasca, l'ex capo della vigilanza di Banca di Italia, hanno chiesto una pena a 1 anno e 6 mesi di reclusione. Per quanto riguarda la richiesta di pena per Fiorani, questa e' in continuazione con i 3 anni e 3 mesi patteggiati nell'ambito della stessa vicenda ma per reato di appropriazione indebita.
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I timori del Cavaliere dopo la svolta "Adesso quel pazzo ci tirerà i missili"
Il premier è rimasto scioccato dalla violenza verbale del Colonnello e dalle sue accuse Pressioni americane dietro il cambio di rotta verso il rais di FRANCESCO BEI
Muammar Gheddafi e Silvio Berlusconi
ROMA - Stati Uniti, Unione europea, persino la Lega Araba. Tutti contro l'Italia e la sua accondiscenza verso il dittatore libico. Ci sarebbero queste pressioni - oltre alla paura di ritorsioni armate anti-italiane - dietro l'evidente cambio di rotta maturato nelle ultime 48 ore dal governo sulla crisi libica. Con il passaggio di Berlusconi da difensore del principio della non ingerenza ("non voglio disturbare") a paladino del "vento della democrazia". Già al vertice Ue a Bruxelles il ministro Franco Frattini aveva potuto misurare quanto fosse alto il rischio di isolamento dell'Italia dagli altri partner europei. Ma decisivi nel determinare l'inversione a "U" sono stati i colloqui di Frattini con Hillary Clinton e con il segretario generale della Lega Araba, Amr Mussa, incontrato al Cairo due giorni fa. Da quegli incontri e dalle numerose "conference call" con Washington e con le capitali europee, il messaggio che arrivava a Berlusconi e al governo italiano era unanime: Roma deve allinearsi, l'equidistanza tra il dittatore e i manifestanti "è inaccettabile". Da qui la svolta, maturata tuttavia con sofferenza e grande prudenza. Tanto che ancora ieri dal premier non è uscita una sola parola di condanna esplicita del Colonnello.
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mercoledì 23 febbraio 2011
Avetrana: "Misseri fu aiutato" Arrestati il fratello e il nipote
AVETRANA (TARANTO) – Arrestati i presunti complici di Michele Misseri nel delitto di Avetrana: sono stati arrestati Carmine Misseri e Cosimo Cosma, fratello e nipote di zio Michele, l’uomo che ha confessato l’omicidio della nipote Sarah Scazzi. Michele aveva accusato di corresponsabilità la figlia Sabrina. Gli arrestati sono accusati di concorso in soppressione di cadavere.
Gli arresti sono stati eseguiti su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Taranto Martino Rosati e richiesta dal procuratore aggiunto, Pietro Argentino, e dal sostituto procuratore Mariano Buccoliero
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Gli arresti sono stati eseguiti su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Taranto Martino Rosati e richiesta dal procuratore aggiunto, Pietro Argentino, e dal sostituto procuratore Mariano Buccoliero
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"Error 404: page not found" web-manuale della ribellione
CENSURA
NESSUNO può negare che Internet abbia svolto un ruolo importante nelle insurrezioni che hanno portato alla fuga di Ben Alì prima e di Mubarak e (forse) Gheddafi dopo. La rete si è infatti offerta prima come piattaforma di denuncia della corruzione e della rabbia popolare e poi come strumento di organizzazione e coordinamento delle azioni di protesta, moltiplicandone la forza. Ma non è cominciato tutto da lì. Anche se le proteste erano state preparate dal sotterraneo lavorio di blogger e attivisti che hanno spesso pagato col carcere e la tortura la loro denuncia del regime, bisognava aspettare la rivolta del pane per capire fino a che punto aveva scavato il malcontento.
Le proteste in Tunisia sono scoppiate dopo che un venditore ambulante si è dato fuoco per protestare contro le continue angherie della polizia. Solo dopo è partita una mobilitazione generale in cui quello che accadeva nelle strade veniva comunicato al mondo via Internet e poi rimbalzato da radio e tv indipendenti per essere ripreso e sparato su Twitter, Facebook, Youtube ed altri social media producendo un effetto di emulazione nei paesi vicini. Quando i regimi si sono accorti della potenza moltiplicatrice della rete, hanno provato a bloccarla, riuscendovi, anche se solo per poco.
GRAFICO: TRAFFICO WEB IN LIBIA
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La rete come moltiplicatore di idee e di rivendicazioni. E i regimi dittatoriali la spengono per zittire la voce delle proteste. Che strumenti hanno per farlo e come ci riescono. Ma gli oppositori sanno come aggirare i divietidi ARTURO DI CORINTO
NESSUNO può negare che Internet abbia svolto un ruolo importante nelle insurrezioni che hanno portato alla fuga di Ben Alì prima e di Mubarak e (forse) Gheddafi dopo. La rete si è infatti offerta prima come piattaforma di denuncia della corruzione e della rabbia popolare e poi come strumento di organizzazione e coordinamento delle azioni di protesta, moltiplicandone la forza. Ma non è cominciato tutto da lì. Anche se le proteste erano state preparate dal sotterraneo lavorio di blogger e attivisti che hanno spesso pagato col carcere e la tortura la loro denuncia del regime, bisognava aspettare la rivolta del pane per capire fino a che punto aveva scavato il malcontento.
Le proteste in Tunisia sono scoppiate dopo che un venditore ambulante si è dato fuoco per protestare contro le continue angherie della polizia. Solo dopo è partita una mobilitazione generale in cui quello che accadeva nelle strade veniva comunicato al mondo via Internet e poi rimbalzato da radio e tv indipendenti per essere ripreso e sparato su Twitter, Facebook, Youtube ed altri social media producendo un effetto di emulazione nei paesi vicini. Quando i regimi si sono accorti della potenza moltiplicatrice della rete, hanno provato a bloccarla, riuscendovi, anche se solo per poco.
GRAFICO: TRAFFICO WEB IN LIBIA
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Massacro in Libia, Al Arabiya: "10mila morti" Frattini e Berlusconi: "No a bagno di sangue"
Muammar Gheddafi
«Noi italiani lasciati soli dall'ambasciata»
«Andrò per mio conto all'aeroporto, sfidando cecchini e mercenari»
La testimonianza di un tecnico petrolifero: «Devo tornare in patria, mi hanno detto di arrangiarmi»
MILANO - «L'unità di crisi della Farnesina è impossibile da contattare, l'ambasciata italiana a Tripoli non sa cosa fare, lamenta mancanza di personale e sostanzialmente ci dice di arrangiarci». Giuseppe Ascani è direttore di un'azienda italiana che lavora in ambito petrolifero, da due anni vive a Tripoli e vorrebbe provare a rientrare in Italia. Ha un volo prenotato per mercoledì mattina, ma il suo problema è capire se all'aeroporto riuscirà ad arrivare indenne. «La situazione va sempre più peggiorando - racconta al Corriere.it via Skype -, molte zone della città sono in mano ai mercenari assoldati dal regime e non sono affatto sicure. Abbiamo visto immagini di persone con i corpi dilaniati, senza gambe e senza braccia. Tripoli è letteralmente in fiamme. Non c'è modo di sapere se il tragitto verso l'aeroporto possa essere percorso con tranquillità. Sentendo certe dichiarazioni secondo cui tutto è a posto e tutto organizzato mi sono sentito ribollire il sangue».
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Bossi: "Contrario all'immunità" Tempi lunghi per il processo breve
Il senatùr: "Sul processo breve siamo d'accordo". Il Guardasigilli Alfano dichiara di "Non volere rotture", per motivare la non calendarizzazione alla Camera del provvedimento. Berlusconi al Quirinale con Letta
ROMA - "Non voglio che diventi in questo momento un elemento di rottura mentre stiamo lavorando alla riforma costituzionale". Angelino Alfano motiva così la decisione della maggioranza di non chiedere la calendarizzazione in Aula del processo breve. Quindi si segue la linea del Quirinale?, chiede un giornalista. "Seguiamo sempre la saggezza...", la risposta del ministro della Giustizia prima di entrare in Aula alla Camera. Nel frattempo Silvio Berlusconi, è arrivato al Quirinale intorno alle 16.30. Il premier è accompagnato dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta.
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Napolitano: "Vizi d'incostituzionalità" Berlusconi conviene su osservazioni
MILLEPROROGHE
Il capo dello Stato scrive al governo: " D'ora in poi rinvio su casi simili". Il premier concorda. Fini sospende l'esame dell'Aula. Il Pdl aveva chiesto l'interruzione della discussione alla Camera dopo il tentativo di ostruzionismo da parte dell'opposizione, con lo scopo di far decadere il decreto che scade il 27 febbraio
ROMA - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato una lettera al governo per spiegare che nel Milleproroghe 1 ci sono elementi di incostituzionalità, su cui chiede delle correzioni. ''Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha oggi inviato una lettera ai Presidenti delle Camere e al Presidente del Consiglio, nella quale ha richiamato l'attenzione sull'ampiezza e sulla eterogeneità delle modifiche fin qui apportate nel corso del procedimento di conversione al testo originario del decreto-legge cosiddetto Milleproroghe'',si legge in una nota del Quirinale. ''Il Capo dello Stato, nel ricordare i rilievi ripetutamente espressi fin dall'inizio del settennato, ha messo in evidenza - si legge ancora - che la prassi irrituale con cui si introducono nei decreti-legge disposizioni non strettamente attinenti al loro oggetto si pone in contrasto con puntuali norme della Costituzione, delle leggi e dei regolamenti parlamentari, eludendo il vaglio preventivo spettante al Capo dello Stato in sede di emanazione dei decreti-legge''.
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martedì 22 febbraio 2011
Libia, ancora bombe sulla folla: "Mille morti"
LA DIRETTA. Raid sui manifestanti a Tripoli. Quattro piloti disertano (video). Il colonnello appare in tv: "Non fuggo". Un C130 per riportare in patria 100 italiani. L'Eni annuncia il blocco del gasdotto che rifornisce l'Italia. Napolitano invita ad "ascoltare il popolo". Frattini: rischiamo esodo epocale (video).
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Libia, nuovi raid aerei su Tripoli. Da ieri sera stop a flusso gas
Berlusconi a Gheddafi: basta con il sangue
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Tripoli in fiamme, centinaia di morti Ue contro il raìs, l'esercito con la piazza
Libia
I manifestanti bombardati dall'aviazione. Centinaia di vittime. Incendiato il Parlamento, mercenari sparano dalle macchine. L'Europa condanna le violenze. Piloti di caccia libici chiedono asilo a Malta: "Ci siamo rifiutati di bombardare". L'Eni evacua il personale non operativo. Giallo sulle sorti di Gheddafi. "E' in Venezuela", ma Caracas smentisce
TRIPOLI - Ormai a Tripoli è guerra civile. La protesta contro il regime ha raggiunto il suo culmine, migliaia di persone sono scese in piazza. L'aviazione ha bombardato i manifestanti, ci sarebbero circa 250 morti. I ribelli hanno dato alle fiamme il Palazzo del Popolo, uno dei principali edifici governativi. Caduta Bengasi, Sirte e altre città sono in rivolta, il bilancio ufficioso parla di quasi trecento morti. Alcune unità dell'esercito si schierano con la protesta. E' giallo sulla sorte di Gheddafi: alcune voci lo davano in Venezuela, ma Caracas prima, e poi il ministero degli Esteri di Tripoli smentiscono. In serata viene annunciato un discorso del rais alla nazione. Passano le ore e non accade nulla. Nella notte, poi, una breve apparizione del leader libico. Il colonnello seduto in una sorta di pulmino bianco e protetto da una grande ombrello bianco si rivolge alla telecamera della tv di Stato solo per smentire di essere fuggito dalla Libia. "Sono a Tripoli, non sono in Francia o in Venezuela", assicura. Dopo aver pronunciato queste poche parole il leader libico saluta, chiude l'ombrello e rientra nel veicolo senza aggiungere altro. Potrebbe essere stato girato ovunque. E i dubbi restano intatti. Intanto si dimette il ministro della Giustizia in polemica con l'uso eccessivo della forza. La condanna dell'Onu e dell'Europa.
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Terremoto in Nuova Zelanda 65 morti e decine di dispersi
SYDNEY Almeno s Sessantacinque persone sono morte e decine di altre sono rimaste ferite o risultano disperse dopo il potente terremoto che stamattina ha colpito la città di Christchurch, nell'Isola del Sud della Nuova Zelanda, distruggendo gli edifici del centro e interi sobborghi.
"Stiamo assistendo al giorno più nero della Nuova Zelanda", ha detto il premier John Key nel confermare il bilancio corrente delle vittime.
Un numero imprecisato di persone sono morte a bordo di due autobus rimasti schiacciati sotto le macerie. I soccorritori avvertono che molte persone resteranno intrappolate negli edifici crollati per tutta la notte. Da molti edifici si sentono le grida di persone rinchiuse all'interno.
Gli ospedali in tutta l'Isola del Sud sono stati preparati ad accogliere le centinaia di feriti, mentre in alcune parti di Christchurch vengono allestiti ospedali da campo.
Fonte
"Stiamo assistendo al giorno più nero della Nuova Zelanda", ha detto il premier John Key nel confermare il bilancio corrente delle vittime.
Un numero imprecisato di persone sono morte a bordo di due autobus rimasti schiacciati sotto le macerie. I soccorritori avvertono che molte persone resteranno intrappolate negli edifici crollati per tutta la notte. Da molti edifici si sentono le grida di persone rinchiuse all'interno.
Gli ospedali in tutta l'Isola del Sud sono stati preparati ad accogliere le centinaia di feriti, mentre in alcune parti di Christchurch vengono allestiti ospedali da campo.
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lunedì 21 febbraio 2011
Libia, raid aereo e oltre 61 morti a Tripoli Al Jazeera: militari verso colpo di Stato
Scontri e tensione dopo il discorso del figlio di Gheddafi che promette riforme ma minaccia: "Fermatevi o sarà guerra civile". Spari e urla nella capitale, in fiamme il palazzo del popolo, uno dei principali edifici governativi. Dall'alto caccia militari dell'aviazione libica avrebbero eseguito dei raid contro i manifestanti. Per la tv araba nella capitale solo oggi ci sarebbero 61 vittime. Il bilancio ufficioso parla di quasi trecento morti a Bengasi, caduta in mano ai rivoltosi, insieme a Sirte e ad altre città. Unità dell'esercito solidarizzano con la protesta. Un cantiere straniero assaltato: feriti. Voci di fuga del leader, ma secondo i siti di opposizione Gheddafi è ancora nel Paese. Lascia il ministro della Giustizia in polemica con l'eccessivo uso della forza. Nel Paese interrotte le comunicazioni telefoniche. La Cnn: "Impossibile collegarsi". Frattini: "Basta violenze"
Fonte
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Gb: voleva imitare su Facebook celebre foto Demi Moore, ma viene censurata
Social network e censura
Angela Hurst ha postato una foto di se stessa nuda e incinta ma lo scatto è stato rimosso d'ufficio
MILANO - Ad Angela Hurst era sempre piaciuta un sacco quella foto di Demi Moore incinta sulla cover di Vanity Fair del 1991, con una mano a coprire il seno generoso e l’altra a sorreggere il pancione ormai prossimo al parto. Logico, dunque, che la 34enne originaria di Lee-on-Solent, nell’Hampshire, sognasse di fare la stessa cosa non appena si fosse trovata in stato interessante. Detto, fatto. La donna è così andata da un fotografo professionista per farsi fare lo stesso scatto dell’attrice americana (coperture strategiche comprese) e il risultato le è piaciuto a tal punto da mettere la nuova foto sul suo profilo di Facebook.
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Trecentomila euro per riavere la salma di Mike Bongiorno
Lo rivela il settimanale Oggi in edicola
La trattativa è da rifare, ma il prezzo del riscatto sarebbe aumentato fino al doppio della cifra
MILANO - Trecentomila euro per riavere la salma di Mike Bongiorno rubata il 24 gennaio. Era questa la somma richiesta dai rapitori al figlio Niccolò, ma l'accordo è saltato all'ultimo momento. Lo rivela il settimanale Oggi in edicola, che in un articolo a firma di Giangavino Sulas spiega come le indicazioni dei malviventi siano state fatte arrivare alla famiglia del presentatore attraverso una serie di annunci in codice pubblicati su un quotidiano svizzero.
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Radio Padania annulla diretta Lucia Annunziata
La decisione sarebbe stata presa dalla Lega Nord
ROMA - E' stata annullata la diretta dagli studi di Radio Padania che Lucia Annunziata avrebbe dovuto realizzare oggi alle 14.30 su Rai3, con il suo programma 'In 1/2 h'. A quanto si apprende da fonti della rete, la decisione sarebbe stata presa dalla Lega Nord. Il programma avrebbe dovuto occuparsi di temi come la festa del 17 marzo, il federalismo, il caso Ruby, la tenuta della maggioranza, puntando ad ascoltare le opinioni degli elettori del Carroccio.
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Malpensa, terrore per una sparatoria bloccati i check-in e i voli in partenza
Un cittadino tunisino, forse in preda a un raptus, ha sfondata una vetrata dell'aeroporto
Sparatoria nell'area check-in al Terminal 1 dell'aeroporto lombardo di Malpensa. Una persona è stata ferita a un piede a colpi d'arma da fuoco sparati da un poliziotto. I voli in arrivo sono tutti regolari, assicurano dalla Sea, mentre sono stati bloccati i check-in e quindi gli aerei in partenza.
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La Roma nel caos, Ranieri si dimette
Il tecnico lascia l'incarico dopo la clamorosa sconfitta contro il Genoa: "Dopo questa partita ritengo sia giusto dare un segnale". Contestazione a Trigoria all'arrivo della squadra: insulti e lanci di di lattine e bottigliette contro il pullman
di MATTEO PINCIROMA - La Roma è in caduta libera, frantumata a Genova dopo aver essere andata in vantaggio di tre reti. La scossa la dà Ranieri, che lascia la panchina. Il tecnico a fine partita si è dimesso: "Al fischio finale dopo una partita vibrante, sono andato negli spogliatoi per ringraziare la squadra per la prestazione ed ho deciso di rassegnare le dimissioni. Fino ad oggi ho sempre pensato al bene della Roma, della società e della squadra. Oggi siamo entrati in campo con la voglia di lottare e vincere, per tutti quelli che amano la maglia e la città. Ogni minuto della mia giornata è per la Roma, ho sempre detto che per me una sconfitta faceva più volte male, ma veder i miei ragazzi lottare fino alla fine e perdere mi scuote nel profondo. Ringrazio tutti i tifosi e la Dottoressa Sensi, insieme, nonostante le difficoltà, abbiamo fatto un grande lavoro l'anno scorso e quest'anno - le parole di Ranieri riportate dal suo comunicato - Sono e rimango un uomo di campo e dopo una partita come quella di oggi, ritengo sia giusto dare un segnale, per amore di questi colori e spero che questa mia decisione sia utile a spronare la squadra. Lo sport e il calcio hanno dei valori che per me e per chi ci mette lavoro e passione, sono la vita". La squadra è arrivata in serata a Trigoria ed è stata accolta dalla contestazione di un centinaio di tifosi. Lanciate bottigliette e lattine contro il pullman. Il centro giallorosso è blindato con poliziotti in tenuta antisommossa.
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domenica 20 febbraio 2011
"Libia, i morti sono oltre 285" Razzi contro i manifestanti
Il bilancio, superiore a quelli forniti dalle organizzazioni internazionali, arriva da fonti mediche. Contestazione senza precedenti nel paese di Gheddafi, che cerca di resistere con la forza alle proteste libertarie. A Bengasi rpg sparati sulla folla. Gruppo islamico ha preso in ostaggio poliziotti e civili nell'est del Paese. Tripoli minaccia l'Europa di interrompere la collaborazione sull'immigrazione. La Farnesina: "Non partite"
TRIPOLI - Gravissimo il bilancio delle violenze in Libia: se Human Rights Watch, l'organizzazione per la difesa dei diritti umani basata a New York, alza a 104 il numero di morti registrati a Bengasi in quattro giorni di scontri fra manifestanti anti-regime e forze di sicurezza, le cifre riferite da fonti giornalistiche sono ancora più allarmanti. Il sito del quotidiano britannico Independent segnala la circolazione di "altre informazioni", secondo cui ci sono "200 morti e più di mille feriti": lo riferisce al quotidiano un testimone, Ahmed Swelim, il cui cugino lavora in ospedale. E fonti mediche dell'ospedale di al-Jala di Bengasi hanno riferito che i morti sono 285 e oltre 700 i feriti. Lo ha detto il medico Nabil al-Saaiti, che, in un collegamento telefonico con l'emittente qatariota, spiegando che "ieri agenti della sicurezza di origine africana reclutati dal regime hanno aperto il fuoco contro i manifestanti e il numero dei morti è tale che non riusciamo a metterli tutti nella camera mortuaria dell'ospedale per identificarli".
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Primo Maggio, partiti e sindacati contro il ministro Calderoli
«No all'abolizione della festa dei lavoratori». Dissensi anche nella Lega, Salvini si smarca
ROBERTO GIOVANNINI
ROMA
Roberto Calderoli vorrebbe far saltare anche la festa del Primo Maggio; una boutade o forse un’«eresia», come spiega lui proprio dalle colonne de La Stampa. Fatto sta che - prevedibilmente - la sua provocazione cade su un terreno fertile, e subisce una valanga di repliche negative. Sindacati, partiti, ma anche altri esponenti della Lega dicono di no al ministro della Semplificazione. Che aveva spiegato - in nome, apparentemente, delle necessità economiche che fosse per lui «pure la festa dei lavoratori andrebbe celebrata lavorando». Altra questione, quella della Festa del 17 marzo: ieri il premier Silvio Berlusconi alla fine concede, sia pure senza molto entusiasmo: «Credo valga la pena di festeggiare». E mentre Giuliano Amato, presidente del Comitato per i 150 anni, afferma che è un «peccato essere approdati a una scelta non condivisa».
Roberto Calderoli vorrebbe far saltare anche la festa del Primo Maggio; una boutade o forse un’«eresia», come spiega lui proprio dalle colonne de La Stampa. Fatto sta che - prevedibilmente - la sua provocazione cade su un terreno fertile, e subisce una valanga di repliche negative. Sindacati, partiti, ma anche altri esponenti della Lega dicono di no al ministro della Semplificazione. Che aveva spiegato - in nome, apparentemente, delle necessità economiche che fosse per lui «pure la festa dei lavoratori andrebbe celebrata lavorando». Altra questione, quella della Festa del 17 marzo: ieri il premier Silvio Berlusconi alla fine concede, sia pure senza molto entusiasmo: «Credo valga la pena di festeggiare». E mentre Giuliano Amato, presidente del Comitato per i 150 anni, afferma che è un «peccato essere approdati a una scelta non condivisa».
Belen Rodriguez in trasferta vince il derby contro le italiane
L’argentina ha dimostrato grinta e intelligenza meglio della snob Bellucci e della rigida Canalis
MICHELE BRAMBILLA
INVIATO A SANREMOSul podio dei vincitori di questo Sanremo c’è sicuramente anche Belen Rodriguez, della quale prima del festival – diciamo la verità – si diceva: è una bonazza, ma quanti neuroni avrà nel cervello? Vista e sentita per una settimana, non solo sul palco ma anche e soprattutto negli incontri quotidiani con la stampa, certi pregiudizi sono andati in frantumi e la domanda che sorge spontanea ora è un’altra: ma che cosa c’entra una così con Fabrizio Corona?
La Rodriguez ha vinto il confronto con la Canalis, la quale (viceversa) prima del festival era considerata, delle due, quella intelligente e acculturata, tanto che si ipotizzava la seguente divisione di compiti: Belen ballerà, Elisabetta parlerà. E infatti ha parlato, ha perfino intervistato Robert De Niro, ma l’impressione che ha suscitato è tale da far sorgere anche qui una domanda spontanea: ma che cosa c’entra George Clooney con una così?
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Ragazzina salvata dallo stupratore la cagnetta Briciola lo fa incastrare
Milano, cagnolina abbaia e spaventa il padrone che sta violentando una 14enne
Grazie alla cagnetta del suo aggressore che si è messa ad abbaiare, una ragazza di 14 anni, a Milano, è riuscita a divincolarsi dalle grinfie del suo stupratore, un uomo di 40 anni che l’aveva adescata in un parco della periferia milanese e che è stato arrestato. La vicenda, accaduta nel settembre scorso, si è risolta ieri con l’arresto dell’aggressore.
A interrompere l’uomo mentre stava ormai abusando della ragazza, infatti, è stata proprio la sua cagnetta, una meticcia di nome Briciola, che si è messa ad abbaiare così forte e con tanta insistenza da bloccare l’azione del suo proprietario permettendo alla quattordicenne di colpirlo e di allontanarsi.
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Grazie alla cagnetta del suo aggressore che si è messa ad abbaiare, una ragazza di 14 anni, a Milano, è riuscita a divincolarsi dalle grinfie del suo stupratore, un uomo di 40 anni che l’aveva adescata in un parco della periferia milanese e che è stato arrestato. La vicenda, accaduta nel settembre scorso, si è risolta ieri con l’arresto dell’aggressore.
A interrompere l’uomo mentre stava ormai abusando della ragazza, infatti, è stata proprio la sua cagnetta, una meticcia di nome Briciola, che si è messa ad abbaiare così forte e con tanta insistenza da bloccare l’azione del suo proprietario permettendo alla quattordicenne di colpirlo e di allontanarsi.
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Berlusconi: "Riformeremo la Consulta" Nuovo affondo contro magistrati e Fini
Il premier interviene telefonicamente a un convegno del Pdl a Cosenza: "Mi vogliono eliminare con l'arma giudiziaria, ripresenteremo tutti i provvedimenti sulla giustizia". Per la Consulta annuncia: "Servirà il quorum di due terzi per abrogare le leggi". Finocchiaro, Pd: "Se può governi, altrimenti dimissioni"
Berlusconi con il ministro della Giustizia Alfano
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sabato 19 febbraio 2011
La rivolta in Libia, sono 84 i morti negli scontri Berlusconi: "Non voglio disturbare Gheddafi"
Nella notte bloccato il traffico internet in tutto il paese. Tensione in Algeria, migliaia in piazza e la polizia carica i manifestanti: in coma un deputato. Il re del Bahrein chiede di avviare il dialogo con l'opposizione, i blindati lasciano piazza delle Perle a Manama. Obama: "Basta violenze". Un morto in Yemen. Giallo su Ben Ali: "L'ex presidente tunisino è morto", ma non ci sono conferme
TRIPOLI - Sarebbero almeno 84 le vittime degli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti che da tre giorni infiammano la Libia. E' la cifra fornita dall'organizzazione umanitaria Human Rights Watch citando testimonianze di fonti mediche e di residenti. Ieri sera Amnesty international aveva parlato invece di 46 morti. "Le autorità libiche devono porre fine immediatamente agli attacchi contro i manifestanti pacifici e proteggerli da gruppi antigovernativi", si legge in un comunicato dell'organizzazione umanitaria che ha sede a New York.
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«Vecchioni è il più votato» E scoppia il putiferio
Il rappresentante di Rai Trade, Sebastian Marcolin |
Come se non bastasse, Marcolin ha aggiunto che la maggioranza dei voti arrivata a favore di Vecchioni provengono dalla Lombardia e dal Piemonte.
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Mons. Rigon: «Omosessualità, un problema da estirpare»
«L’omosessualità è un problema che va estirpato ai primi sintomi attraverso sedute di psicoterapia». Così mons. Paolo Rigon, Vicario Giudiziale della diocesi di Genova, a margine dell’apertura dell’anno giudiziario del tribunale ecclesiastico regionale ligure. Rigon si è soffermato con i giornalisti che gli chiedevano spiegazioni di un passaggio della sua relazione dedicata alla fedeltà coniugale. «Un matrimonio celebrato per nascondere l’omosessualità di un individuo è destinato a naufragare» ha detto Rigon, che ha poi dichiarato: « Se parliamo di questo argomento siamo sempre presi male. Il nostro intento è quello di far passare il messaggio che il problema dell’omosessualità è indotto. Parliamoci chiaro, omosessuali non si nasce se non in rarissimi casi di disfunzioni ormonali o fisiche. L’omosessualità è indotta e dunque bisogna prenderla dall’inizio. Perché se presa dall’inizio si può superare, ma bisogna prenderla dall’inizio, cioè dal momento che ci si rende conto del problema. Come? Attraverso psicoterapia. Se la psicoterapia viene affrontata nella prima adolescenza, se il problema si pone, è un problema che si risolve. Il nostro consultorio familare affronta parecchie volte questo tema e ci riesce anche. Quando purtroppo l’omosessualità è incancrenita è difficile estirparla».
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L'uomo più anziano d'Italia
Si chiama Giovanni Ligato l'uomo più anziano d'Italia, abita a Ventimiglia. Oggi compie 110 anni. Nato a Palizzi Superiore (Reggio Calabria), il 18 febbraio del 1901, da una famiglia di 13 figli, Giovanni si è trasferito nell'ottobre del 1957, a Ventimiglia, per motivi di lavoro (era innestatore di piante) e con lui anche la famiglia: la moglie Santa (morta due anni fa a 94 anni fa) e i 7 figli. La sua ricetta di lunga vita: "Ho sempre mangiato prodotti naturali, mai surgelati. Sulla tavola non devono mancare la verdura, la frutta fresca e del buon vino. Sono arrivato a questa bella età vivendo alla giornata, accettando il bello e il brutto che la vita ci riserva. L'importante è la serenità interiore, essere in sintonia con se stessi e mantenere sempre un buon rapporto con la famiglia" (foto da Sanremo news)
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AFFITTOPOLI Trivulzio, ecco la lista completa
Tra gli inquilini spuntano anche molti nomi noti
Ci sono pure Carla Fracci, il dg del Milan Ariedo Braida, il nipote dell'ex sindaco Pillitteri e un Cordero di Montezemolo. Il giallo degli immobili mancanti dalla lista
Pisapia: «Macchina del fango contro di me»
Primi nomi
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Libia, cresce la rivolta. Scontri, decine di vittime
Al Baida in mano ai manifestanti, via l'esercito. Impiccati due poliziotti. Facebook inaccessibile
TRIPOLI, 18 FEB - Due poliziotti sono stati impiccati da manifestanti ad al Baida. Lo riferisce il giornale online Oea, vicino al figlio riformista del leader libico Muammar Gheddafi, Seif. La città, 1.200 chilometri a est di Tripoli, sarebbe di fatto nelle mani dei manifestanti e le forze della sicurezza hanno ricevuto l'ordine di lasciare la localita'. Lo riferisce una fonte della sicurezza libica, aggiungendo che le forze di sicurezza si sono posizionate intorno alla localita' e controllano le vie di accesso in entrata e in uscita.
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venerdì 18 febbraio 2011
Milano, l’imprenditore con due prostitute minorenni e marocchine: lui lo arrestano
MILANO – Il reato del quale è accusato un imprenditore lombardo è lo stesso del quale è imputato Silvio Berlusconi. Ma gli esiti delle due vicende sono molto differenti. La notizia la racconta Davide Vecchi sul Fatto Quotidiano.
L’imprenditore si è voluto organizzare un bunga bunga con due prostitute marocchine e minorenni preparando due buste da 7mila euro. Ma la serata non è andata come voleva: le due lo hanno picchiato e derubato e tutti e tre sono finiti in Questura. Lui ora è accusato di istigazione alla prostituzione minorile, le ragazze, affidate dalla stessa pm minorile del caso Ruby, Annamaria Fiorillo, a un centro di prima accoglienza, sono in arresto.
La storia ha molte similitudine con la vicenda di Arcore e magari l’imprenditore voleva proprio imitare Berlusconi. Solo e in cerca di “relax” ha contattato le due minori promettendo loro 300 euro. Vanno in albergo, in due stanze diverse, le marocchine pensano in realtà di sfilargli ben 7mila euro, sapevano che l’imprenditore aveva quella somma con sé.
Lui entra nella loro stanza e loro due, per tutta risposta gli tirano un posacenere in testa. Le ragazze scappano, lui grida ed ecco che interviene la polizia. In Questura vengono arrestati tutti e tre, l’imprenditore con la stessa accusa del premier, anche se si è difeso dicendo di non sapere che le due fossero minori. Ma stavolta nessuna telefonata alla polizia ha potuto indicare una parentela illustre delle sue giovani prostitute.
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L’imprenditore si è voluto organizzare un bunga bunga con due prostitute marocchine e minorenni preparando due buste da 7mila euro. Ma la serata non è andata come voleva: le due lo hanno picchiato e derubato e tutti e tre sono finiti in Questura. Lui ora è accusato di istigazione alla prostituzione minorile, le ragazze, affidate dalla stessa pm minorile del caso Ruby, Annamaria Fiorillo, a un centro di prima accoglienza, sono in arresto.
La storia ha molte similitudine con la vicenda di Arcore e magari l’imprenditore voleva proprio imitare Berlusconi. Solo e in cerca di “relax” ha contattato le due minori promettendo loro 300 euro. Vanno in albergo, in due stanze diverse, le marocchine pensano in realtà di sfilargli ben 7mila euro, sapevano che l’imprenditore aveva quella somma con sé.
Lui entra nella loro stanza e loro due, per tutta risposta gli tirano un posacenere in testa. Le ragazze scappano, lui grida ed ecco che interviene la polizia. In Questura vengono arrestati tutti e tre, l’imprenditore con la stessa accusa del premier, anche se si è difeso dicendo di non sapere che le due fossero minori. Ma stavolta nessuna telefonata alla polizia ha potuto indicare una parentela illustre delle sue giovani prostitute.
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Festa del 17 marzo, si spacca il governo La Lega non firma: "Follia incostituzionale"
Unità d'Italia
Il Consiglio dei ministri istituisce il giorno festivo per i 150 anni dell'unificazione nazionale, ma i ministri del Carroccio si tirano fuori: Maroni assente, Bossi e Calderoli non votano. La Russa: Non c'è rottura, solo diversità di opinione. Ma l'opposizione attacca: "Vergogna, balletto indecente". Bersani: "Calcio al Paese". Anche il Papa parteciperà alle celebrazioni
ROMA - Dopo le polemiche delle ultime settimane 1, il Consiglio dei ministri ha deciso: il 17 marzo sarà festa nazionale. Decisione non indolore, visto che i tre ministri leghisti non hanno aderito. E al termine della riunione Roberto Calderoli è molto netto: "Fare un decreto legge per istituire la festività del 17 marzo, un decreto legge privo di copertura (traslare come copertura gli effetti del 4 di novembre, infatti, rappresenta soltanto un pannicello caldo e non a caso mancava la relazione tecnica obbligatoria prevista dalla legge di contabilità), in un Paese che ha il primo debito pubblico europeo e il terzo a livello mondiale e in più farlo in un momento di crisi economica internazionale è pura follia. Ed è anche incostituzionale". L'opposizione attacca: è una vergogna, dice Pierluigi Bersani, segretario del Pd. La divisione sulla celebrazione dell'Unità d'Italia è uno spettacolo indecente per l'Udc, mentre l'Italia dei Valori sottolinea, dietro le polemiche, la voglia di secessione della Lega.
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Giustizia, il governo va avanti il premier rivuole la legge "bavaglio"
Il Cavaliere riunisce il governo, chiede tempi rapidi, rilancia sulle intercettazioni e punta sul vecchio testo senza le modifiche dei finiani. Sul tavolo anche il ripristino dell'immunità parlamentare. Anm: "Riforme punitive. Non ci intimidiscono"
ROMA - Giustizia, il governo insiste 1. Con il Consiglio dei ministri che approva all'unanimità la relazione del ministro della Giustizia Angelino Alfano sul ddl che contiene la riforma costituzionale della giustizia. E con l'annuncio di un Cdm straordinario che sarà convocato nei prossimi giorni per l'approvazione definitiva della riforma. Un comitato formato da ministri ed esperti si riunirà per approfondire i contenuti del testo. Da quello che filtra il premier punta anche a riprendere in mano il ddl sulle intercettazioni fermo alla Camera dei deputati, tornando però al testo originario, la cosidetta legge-bavaglio, vale a dire la versione precedente le modifiche imposte anche da finiani e centristi. Al momento tuttavia non è ancora chiaro se il ritorno al testo precedente le modifiche comporti degli emendamenti che facciano tornare al provvedimento così come era stato approvato dal Senato oppure se, pur modificandone l'impianto, il testo debba comunque essere sottoposto a un nuovo voto a Palazzo Madama.
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Fisco, in bar e alberghi il top del sommerso
In nero il 56%. Servizi domestici, colf e badanti volano oltre il 52%
ROMA - Il sommerso in Italia vale tra un minimo del 16,1% e un massimo del 17,8% dell'economia. Ma non per tutte le categorie.Il record spetta al settore "alberghi e pubblici esercizi", per i quali si aggira attorno al 56,8%, che supera anche il "nero" dei servizi domestici di colf e badanti che si ferma al 52,9%. Testa a testa, invece, tra l'agricoltura (31,1% di sommerso) e il commercio (che è al 21,7%).
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Si schianta a 320 all’ora, illeso
Ha distrutto la sua Pagani Zonda di colore nero - una supercar da 1,2 milioni di euro - contro un guardrail dell’autostrada A10 subito dopo il casello di Spotorno, ed è uscito illeso dall’incidente.
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- Wikipedia: la scheda della Pagani Automobili - leggi 18 febbraio 2011
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Benigni, ascolti record 15milioni davanti a tv
Oltre 12 milioni la media della lunghissima serata
SANREMO - Boom di ascolti ieri sera per la serata del Festival dedicato ai 150 anni dell'Unità d'Italia che ha ospitato anche il ciclone Roberto Benigni: la prima parte (20:40 - 23:21) ha tenuto davanti alla tv 15 milioni 398 mila spettatori pari ad uno share del 50.23%. La seconda parte della terza serata del Festival (23:26 - 01:09) ha totalizzato invece 7milioni 529 mila spettatori e uno share del 53.21%. La media ponderata della serata è stata di 12 milioni 363 mila spettatori pari ad uno share del 50.90%, ben al di sopra della media ponderata della terza serata del Festival 2010 targato Clerici (46%), e del Festival 2009 targato Bonolis (47,17%). Il principale competitor della serata di ieri, Annozero di Michele Santoro, ha totalizzato quattromilioni 250 mila spettatori e uno share del 14,13%.
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Cdm vara festa 17 marzo ma Calderoli: 'E' follia'
Il leghista: 'Decreto incostituzionale'. La Russa, 'Nessuna rottura con Lega, ma serve rispetto'
ROMA - Il Consiglio dei ministri ha deciso: il 17 marzo sarà festa nazionale. Lo si è appreso da fonti governative.
Il decreto legge che considera giorno festivo il 17 marzo 2011 prevede che "al fine di evitare nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica e delle imprese private, per il solo anno 2011 gli effetti economici e gli istituti giuridici e contrattuali previsti per la festività soppressa del 4 novembre non si applicano a tale ricorrenza ma, in sostituzione, alla festa nazionale per il 150/o anniversario dell'Unità d'Italia".
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Massacro Novi, sono passati 10 anni
Omar e' gia' uscito di prigione, Erika deve aspettare ancora
Erika De Nardo conta ormai i giorni che le mancano per tornare in liberta'. Fra un anno potra' lasciare il carcere dove sconta la pena per l'omicidio della madre e del fratellino, compiuto a Novi Ligure dieci anni fa, il ventun febbraio duemilauno.
Susy Cassini, quarantuno anni, e il figlio Gianluca, undici, furono uccisi con novantasette coltellate da Erika, allora sedicenne, e dal suo fidanzatino Omar, un anno piu' vecchio. Lui e' tornato in liberta' l'anno scorso, ha lasciato il Piemonte e spera che nessuno piu' lo cerchi. Erika aspetta la liberazione, avrebbe confidato di volersi costruire una famiglia e diventare mamma.
A Novi si dice che il padre si prepari a riaccoglierla, nella villetta degli orrori dove e' tornato a vivere. Il decennale riapre le ferite di Novi. 'Furono giorni traumatici, c'e' voluto tempo per metabolizzare', ricorda il sindaco di allora.
Tutti avevano pensato che gli assassini fossero extracomunitari, e la rabbia monto'. 'I colpevoli sono albanesi entrati in casa per una rapina' aveva raccontato ai carabinieri Erika, presunta scampata alla strage. La ragazza sperava di depistare gli investigatori, ma la coppia fu incastrata da una cimice messa in caserma e da una telefonata: 'Ce la faremo, ci stanno credendo', aveva detto Erika a Omar. Ma la verita' era gia' stata scoperta.
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