Fini: "E' un momento difficile, ma Fli resta" Pontone e Rosso se ne vanno, Saia ci pensa
Il presidente della Camera: "Parliamo all'Italia, il voto ci dirà se la battaglia è vinta". Poi punta il dito contro "le tante armi seduttive di cui gode chi governa e dispone di un potere mediatico e finanziario che è prudente non avversare direttamente". L 'ex amministratore di An sta per formalizzare il suo addio al gruppo. Nasce il gruppo Autonomie: "Scissi dall'Udc". Guzzanti con i Responsabili.
ROMA - "Sarebbe davvero inutile negare l'evidenza: il progetto di Futuro e Libertà vive un momento difficile, sta attraversando la fase più negativa da quando, con la manifestazione di Mirabello, ha mosso i primi passi". Gianfranco Fini non nega le tensioni che scuotono il suo partito. E affida ad un articolo, che sarà pubblicato domani sul "Secolo d'Italia", il suo ragionamento facendo capire che, fallita la spallata parlamentare del 14 dicembre, Fli guarda ormai alle elezioni e a rafforzarsi nel territorio. E legando le fuoriuscite dal suo partito alle "tante armi seduttive di cui gode chi governa e dispone di un potere mediatico e finanziario che è prudente non avversare direttamente". Parole che fanno infuriare il Pdl: "Per l'ennesima volta leggiamo con sconcerto giudizi e insinuazioni sulla libera determinazione di membri del parlamento che il presidente della camera non dovrebbe permettersi per alcuna ragione" dice Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario al Senato.
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