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venerdì 22 aprile 2011

L'ex governatore insiste "Tra i ministri non sono solo"

E un collega sussurra: se vinciamo a Milano lo ridimensioniamo

 

FABIO MARTINI
ROMA
Non fa retromarcia, deve piacergli l’idea di passare alla «storia» come l’anti-Tremonti. Dopo la fiammeggiante intervista al «Giornale», Giancarlo Galan non nasconde il cerino, neppure quando gli dicono che il ministro dell’Economia se l’è presa: «Lui può dire quel che crede, ma nel governo c’è un problema di collegialità e Tremonti non può presentarsi sempre col pacchetto già chiuso. Parliamone in Consiglio dei ministri, non credo che sarò solo...». Ecco il punto, ecco la novità lievitata nel corso degli anni e giunta a maturazione: contro il più potente ministro del governo oramai si sono coalizzate due entità. Il presidente del Consiglio, affiancato da Gianni Letta e da quasi tutta la “guardia repubblicana” raccolta a Palazzo Chigi. Ma anche buona parte dei ministri del Pdl, diversi dei quali hanno litigato - pubblicamente e riservatamente - con Tremonti. Un fronte formato dal premier più diversi ministri, non è poco. Certo, ieri di prima mattina il Presidente del Consiglio non era entusiasta dell’intervista di Galan al “Giornale”: a Berlusconi è parsa l’ennesima rappresentazione di un governo diviso, ma soprattutto il premier ha capito che Tremonti avrebbe colto l’occasione - e così è stato - per lamentarsi di un attacco a freddo. La giornata si è conclusa con un faccia a faccia tra i due, culminato in una interlocutoria stretta di mano.

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