Sono finiti i soldi per il carburante e la giustizia rischia il
disastro. Al tribunale di Arezzo è già assoluta emergenza e si è
rischiato di dover liberare arrestati anche pericolosi per
l’impossibilità di celebrare i processi con il rito direttissimo o di
tenere le udienze di convalida. Ieri la paralisi dei mezzi del Nucleo
traduzioni detenuti della polizia penitenziaria di Sollicciano ha
cominciato a riflettersi anche sugli uffici giudiziari di Firenze. Per
ore è stato impossibile far arrivare in corte d’appello i detenuti che
dovevano essere processati davanti alla seconda sezione penale.
"Siamo letteralmente allibiti", commenta Francesco Falchi,
vicesegretario regionale del sindacato autonomo della polizia
penitenziaria Sappe: «Si ha l’impressione di essere insolventi come la
Grecia. Però a Roma si occupano di altro». In luglio il Sappe aveva
lanciato l’allarme: anche allora erano finiti i soldi per il carburante e
la Q8, che ha una convenzione con il carcere di Sollicciano, aveva
bloccato le card, le speciali carte di credito che consentono al Nucleo
traduzioni di alimentare i mezzi per trasportare i detenuti. Poi la
situazione si era sbloccata, ma a distanza di tre mesi si è ripresentata
più grave che mai. Ieri il Nucleo è stato costretto ad annullare cinque
servizi, in parte fuori sede, in parte a Firenze.
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