LEGGE BAVAGLIO
Il comitato dei nove della commissione Giustizia della Camera approva l'emendamento che prevede il carcere per i giornalisti che pubblicano intercettazioni "irrilevanti". Via libera anche alle norme che vietano la pubblicazione delle intercettazioni fino alla cosiddetta udienza filtro. Modifica la cosiddetta norma anti-blog: avranno obbligo di rettificare entro 48 ore solo le testate on-line che risultano registrate
ROMA - Strappo in commissione Giustizia alla Camera. Il comitato dei nove ha dato parere favorevole a due emendamenti del Pdl che da una parte prevedono il carcere per i giornalisti che pubblicano intercettazioni "irrilevanti" e dall'altro vietano la pubblicazione delle intercettazioni fino alla cosiddetta udienza filtro. Giulia Bongiorno (Fli), precedente relatrice del testo, ha lasciato l'incarico in segno di protesta. Un'accelerazione che manda a gambe all'aria l'atteggiamento del Terzo polo che portava avanti un approccio "dialogante" con la maggioranza.
IN PIAZZA A ROMA CONTRO IL BAVAGLIO 1 FOTO 2 / VIDEO 3
Il carcere è previsto in un emendamento a firma del Pdl Manlio Contento. Reclusione da sei mesi a tre anni per quei giornalisti che pubblicano le intercettazioni irrilevanti. "La modifica - spiega il deputato - si è resa necessaria perché nel testo licenziato un anno fa avevamo previsto la sanzione penale solo per la pubblicazione degli ascolti espunti o per quelli che andavano distrutti". Le intercettazioni irrilevanti saranno sia quelle che dopo l'udienza-stralcio vengono 'chiuse' nell'archivio di segretezza, sia quelle che il pm non fa trascrivere quando manda al giudice una richiesta di misura cautelare.
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