La terra trema ancora, 3.5 nella notte Sindacati tra le tende: "Lavoro è priorità"
I leader sindacali visitano le zone terremotate: "Non si devono
delocalizzare le attività". Errani: "Ricostruzione ripartirà da scuole e
ospedali". Il capo della Protezione civile invita alla prudenza prima
di rientrare in casa
La terra ha continuato a tremare anche oggi in Emilia, con la scossa più
forte registrata all'1.07 della notte con una magnitudo di 3.5. La
paura continua a fare da contraltare alla voglia di normalità della
popolazione: tante le persone che anche oggi hanno trascorso la giornata
fuori di casa, oltre a quelle che già da giorni vivono nelle tende. A
Roma la
si è aperta con un minuto di silenzio in onore delle vittime del sisma e
la celebrazione è stata incentrata sulla solidarietà ai terremotati, ma
le polemiche della vigilia non si sono sopite e la giornata si è
conclusa con un botta e risposta piuttosto vivace tra il presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano e il leader dell'Idv Antonio Di
Pietro. I leader dei sindacati confederali, Susanna Camusso (Cgil),
Raffaele Bonanni (Cisl) e Luigi Angeletti (Uil), hanno preferito
visitare le zone più danneggiate e pranzare tra gli sfollati. Per i tre
segretari la parola d'ordine è considerare il lavoro come una priorità.
Continuano, intanto, le verifiche sugli edifici danneggiati. Il capo
della Protezione civile, Franco Gabrielli, ha sottolineato che la fase
acuta dell'emergenza non è ancora finita e che per affrontarla "sono
sufficienti" i fondi, pari a 50 milioni di euro, stanziati dal governo.
Quindi ha ricordato che la seconda fase degli aiuti prevede un
contributo di due miliardi e mezzo di euro e ha firmato un'ordinanza
che semplifica l'iter per le procedure di valutazione dell'agibilità
sismica delle attività produttive, in modo da favorire la rapida
ripresa, in sicurezza, delle attività nelle fabbriche e nei capannoni.
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