Quota 100 permette di uscire dal lavoro a 62 anni con 38 di contributi ma comporta un assegno pensione più basso del 25%.
Quota 100 è una tematica che ha generato diverse discussioni. Ad essa sono legate a doppio filo anche la paura, per chi decide di adesivi in maniera spontanea, di subire decurtazioni o penalizzazioni dell'assegno pensione. Il leader leghista ha assicurato che quota 100 non causerà penalizzazioni, ma chi andrà in pensione con la legge Fornero avrà più vantaggi.
Fornero e quota 100 a confronto
Il sistema previdenziale italiano [VIDEO] prevede che la pensione sia calcolata sulla base dei contributi versati, quindi attraverso il sistema contributivo.
È necessario poi passare attraverso l'applicazione di appositi coefficienti di trasformazione. Come riportato da Il Sole 24 Ore, chi decide di uscire dal mondo del lavoro con quota 100 potrebbe vedersi accreditare un assegno pensione più basso del 25% rispetto a chi va in pensione con i requisiti della legge Fornero.
Questo significa che, se un lavoratore decide di avvalersi di quota 100, che ricordiamo essere stata introdotta in via sperimentale per il triennio 2019-2021, uscirebbe dal lavoro a 62 anni d'età anagrafica (unitamente ai 38 anni di contribuzione effettiva richiesta). Questo comporterebbe che il soggetto uscirebbe con 5 anni di anticipo sia sulla pensione di vecchiaia che su quella anticipatache prevede come requisito anagrafico 67 anni d'età.
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