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lunedì 16 gennaio 2012

Carlo Fruttero, la prevalenza dell'ironia

È morto ieri a 85 anni. Con l'amico Lucentini formò un'affiatata coppia di autori che insieme pubblicarono bestseller, diressero collane editoriali, scrissero sulla Stampa

MARIO BAUDINO
Torino
C’era uno zio ingegnere che viaggiava molto per l’Europa e portava ogni volta regalini d’ogni genere, soprattutto francesi, e un disco di Joséphine Baker il cui trillo acuto «depositò» nel bambino Carlo Fruttero «l’embrione di una preferenza». C’era un padre taciturno che lo portava a fare lunghe passeggiate in collina, «un omone bellissimo, biondo, molto alto e con quegli occhi grigi, di gelo», che amava il silenzio, anzi non parlava proprio. C’era un casa quasi in collina, in via Villa della Regina, dove si viveva un po’ come in paese e un po’ come in campagna, e un castello a Passerano, provincia d’Asti, alla cui ombra era cresciuta la famiglia della madre e dove d’estate si giocava coi ragazzi dell’antico lignaggio comitale.

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Fruttero: "Ho messo un cadavere nella prima riga"

 

F&L, viaggio al centro d'Urania

 


 

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