Genova - Non
era mai successo. Neanche nei periodi più bui, neanche nei momenti di
massima austerity. È una rivoluzione dei costumi: è in calo il rito del
caffè al bar.
«La tazzina è diminuita del 10-13%, come ci confermano sia i nostri associati sia torrefazioni e fornitori - rivela Silvio Seghi, vice presidente di Fepag-Ascom, settore bar e pubblici esercizi - Con il caffè, diminuiscono le colazioni, che erano una tradizione italiana. Calano anche spremute, bevande, e tutto il resto, nella misura del 10%. Per ora la situazione dei bar e dei pubblici esercizi non è grave come quella dei ristoranti, perché comunque i bar recuperano con i pasti in pausa pranzo. Anche se questo apre tutto il capitolo legato ai ticket. Però, con questa tendenza, che in parte è legata alla presenza delle macchinette del caffè negli uffici, ma molto alla crisi, si rischia di arrivare alla chiusura di diversi locali del settore».
«La tazzina è diminuita del 10-13%, come ci confermano sia i nostri associati sia torrefazioni e fornitori - rivela Silvio Seghi, vice presidente di Fepag-Ascom, settore bar e pubblici esercizi - Con il caffè, diminuiscono le colazioni, che erano una tradizione italiana. Calano anche spremute, bevande, e tutto il resto, nella misura del 10%. Per ora la situazione dei bar e dei pubblici esercizi non è grave come quella dei ristoranti, perché comunque i bar recuperano con i pasti in pausa pranzo. Anche se questo apre tutto il capitolo legato ai ticket. Però, con questa tendenza, che in parte è legata alla presenza delle macchinette del caffè negli uffici, ma molto alla crisi, si rischia di arrivare alla chiusura di diversi locali del settore».
Leggi l'articolo completo: C’è la crisi, addio colazione al bar | Liguria | Genova | Il SecoloXIX
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