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venerdì 2 novembre 2012

Province, il riordino scatena i campanilismi. Da nord a sud la mappa delle proteste

Il dl licenziato dal Cdm taglia 35 province e accorpa territori storicamente divisi da ostilità e vecchie inimicizie. Sindaci, presidenti e cittadini non ci stanno. Da Mantova a Chieti, da Monza a Frosinone, da Livorno a Benevento esplode il campanilismo in salsa italiana: c'è chi dice "no" seduto su un wc e chi fa lo sciopero della fame; chi manifesta in difesa dell'identità e chi prepara i ricorsi alla Consulta

di LINDA VARLESE

MANTOVA accorpata all' 'odiata' Cremona. L'identità brianzola, largamente rivendicata, risucchiata nell'area metropolitana di Milano. Stessi confini per Varese, Lecco e Como, che diverrebbe capoluogo con buona pace dei varesini e dei lecchesi che non ne vogliono sapere. E poi Padova che ingloba Treviso. Prato con l'acerrima 'nemica' Firenze. Pisa, Livorno, Massa Carrara e Lucca a formare un'unica superprovincia sul litorale toscano, con capoluogo ancora da definire se sotto la Torre Pendente o sul mare. L'ultracentenaria Siena, relegata a satellite di Grosseto. La raffinata Modena, città universitaria e un po' snob, con la più sanguigna e agricola Reggio Emilia. Chieti destinata ad unirsi con Pescara, per un derby abruzzese tutt'altro che semplice. E poi la pontina Latina con la rivale storica la ciociara Frosinone, la sannita Benevento con l'irpina Avellino, Taranto nell'orbita di Brindisi



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