Nel 2016 gli italiani hanno
speso al gioco il 4,4% del Pil, poco meno di quanto spendono per
mangiare, il triplo di quanto spendono per l’istruzione. Un dato che ha
pochi eguali al mondo. E che rappresenta un fardello insopportabile, per
un Paese in crisi
95 miliardi di euro sono più o meno il 4,4% del Pil italiano. Più
del doppio di quanto le famiglie italiane spendano ogni anno tra tasse,
rette, lezioni private trasporto scolastico. Più di quanto - il 4,1%
del prodotto interno lordo - lo Stato spenda ogni anno per l’istruzione.
Poco meno del crollo degli investimenti in Italia tra il 2007 e il
2015, pari a 109 miliardi di euro. Non molto di più dei 129 miliardi
all’anno che spendiamo, noi tutti 60 milioni di italiani, per mangiare.
95 miliardi è quanto gli italiani hanno speso in un anno nel gioco d’azzardo. Macchinette,
scommesse online, gratta e vinci, lotterie varie. Numeri da record, che
surclassano gli 88 miliardi del 2015 - +7%, nemmeno il Pil cinese
cresce a questa velocità - e doppiano i 47,5 miliardi del 2008.
Alla faccia della recessione, della
disoccupazione da record, delle fabbriche che chiudono, dei consumi al
palo, della rabbia anti-governativa, contro tutte le élite e tutti gli
establishment.
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