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giovedì 21 febbraio 2019

Addii e espulsioni: dopo il Salva-Salvini i grillini perdono pezzi e consensi

Il voto su Rousseau ha spaccato la base grillina e sembra che i vertici non riescano più a tenere insieme ai pezzi: è l'inizio della fine?


Da una parte le solite spine nel fianco, come la Nugnes, che ha già dichiarato che andrà contro il parere della Giunta e voterà per processare Matteo Salvini, sancendo di fatto la sua espulsione dal Movimento. Dall’altra i ‘tentennanti’ come Elena Fattori, che dopo aver dichiarato che Rousseau dovrebbe diventare pubblica, è in un’area grigia che potrebbe portarla a votare anche lei a favore.


E poi in Sicilia c’è Forello, ex candidato sindaco di Palermo, che chiama a raccolta tutti gli insoddisfatti e preme per una nuova leadership o, meglio, per una linea di opposizione a Luigi Di Maio. Si è appellato anche alla Raggi e all’Appendino, che ha pure i suoi problemi dato che due consiglieri, Maura Paoli e Daniela Albano, accusano il Movimento di aver cambiato pelle, di non essere piu' quello a cui hanno dedicato dieci anni di vita sottraendo tempo ai figli. E minacciano un addio che ridurrebbe i numeri della prima cittadina, costringendola ad una battaglia quotidiana in Consiglio comunale.


Insomma, il voto su Rousseau si sta rivelando il boomerang che prometteva di essere e non è affatto chiaro cosa si aspettasse Luigi Di Maio e tutto il codazzo che gli va dietro: la base del Movimento risulta inevitabilmente spaccata in due, ma anziché prenderne atto, i leader a cinque stelle ne sbagliano una dietro l’altra: Di Maio annulla le sue visite elettorali in Sardegna, lasciando campo libero a Salvini che invece sta battendo l’isola palmo a palmo; e poi, anziché cercare di compattare chi è rimasto, i cinque stelle rispondono alle insubordinazioni e ai malesseri con espulsioni e minacce, dandosi la zappa sui piedi.

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