Scheletri di ferro, ruggine e pezzi di cemento. Da mesi va avanti il botta e risposta tra il Ministero di Toninelli e la società concessionaria. Indagano tre Procure. I fondi sono stati stanziati ma è difficile spenderli
Scheletri di ferro che sporgono dai pilastri. Ruggine ovunque e pezzi di cemento che si sgretola. Anche il ferro è talmente usurato che si spezza. Si presentano così molti piloni di una serie di viadotti presenti sulle Autostrade A24 e A25 (Strada dei Parchi). Alcuni sono altissimi, raggiungono anche 40 metri. Da mesi si discute del loro degrado tra un botta e risposta dei dirigenti del Ministero dei trasporti e quelli della società concessionaria che a vicenda scaricano le varie responsabilità. Sono stati stanziati quasi duecento milioni con il «decreto Genova» che però secondo uno dei vertici del Ministero sarà difficile spenderli e cominciare i lavori. Intanto ci sono tre procure che indagano sullo stato, sulla gestione e sulla manutenzione di queste strutture: le procure di Teramo, L’Aquila e Pescara.
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