La crescita italiana è ferma: i dati forniti dall’Istat evidenziano un Pil che nel secondo trimestre del 2019 non aumenta né in confronto al trimestre precedente né allo stesso trimestre dell’anno scorso. L’istituto di statistica sottolinea che continua “la fase di sostanziale stagnazione” che porterà, nel caso in cui non ci saranno variazioni, a chiudere il 2019 con crescita a zero.
L’Italia non cresce. La situazione economica del nostro Paese è critica, secondo i dati Istat pubblicati oggi. La crescita del Pil acquisita per il 2019, cioè quella che arriverebbe nel caso in cui i restanti trimestri dell’anno si chiudessero senza variazioni, risulta essere nulla. Una crescita, dunque, dello 0%, secondo i dati riguardanti le stime del secondo trimestre del 2019. Il Pil italiano, nello specifico, è rimasto invariato sia rispetto al trimestre precedente sia nei confronti del secondo trimestre del 2018. L’Italia, quindi, continua la “fase di sostanziale stagnazione”, sottolineano dall’istituto di statistica. La fase di stagnazione a cui fa riferimento l’Istat prosegue ormai dal secondo trimestre dello scorso anno.
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mercoledì 31 luglio 2019
Maltempo Veneto, bomba d’acqua, grandinate e colate di fango nel Vicentino: gente soccorsa in casa.
Nubifragi, con fulmini e grandinate, e colate di fango e sassi hanno interessato la provincia di Vicenza: un forte maltempo scatenatosi nell'arco di due ore nel primo pomeriggio
Forte maltempo nel Vicentino. Bombe d’acqua e colate di fango e sassi hanno colpito oggi la provincia di Vicenza. Situazione difficile in particolare a Piovene Rocchette, dove da un bacino formato dalla forte pioggia sul monte Summano, si è scaricato un fiume di detriti che ha invaso le strade del paese, bloccando alcune case. Gli occupanti anziani delle abitazioni sono stati raggiunti e soccorsi dai vigili del fuoco. Non si registrano feriti. Nell’arco di due ore, tra le 13 e le 15, violenti temporali hanno spazzato l’intera provincia, con grandinate che hanno interessato il bassanese e altri paesi della fascia pedemontana. Nubifragi, con fulmini e grandinate, hanno interessato i comuni dell’Alto Vicentino come Schio, Thiene e Santorso. Nel bassanese sono ora in quantificazione i danni alla colture. Colpito anche l’Altopiano dei Sette Comuni, nelle zone a sud del comune di Lusiana Conco.
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Forte maltempo nel Vicentino. Bombe d’acqua e colate di fango e sassi hanno colpito oggi la provincia di Vicenza. Situazione difficile in particolare a Piovene Rocchette, dove da un bacino formato dalla forte pioggia sul monte Summano, si è scaricato un fiume di detriti che ha invaso le strade del paese, bloccando alcune case. Gli occupanti anziani delle abitazioni sono stati raggiunti e soccorsi dai vigili del fuoco. Non si registrano feriti. Nell’arco di due ore, tra le 13 e le 15, violenti temporali hanno spazzato l’intera provincia, con grandinate che hanno interessato il bassanese e altri paesi della fascia pedemontana. Nubifragi, con fulmini e grandinate, hanno interessato i comuni dell’Alto Vicentino come Schio, Thiene e Santorso. Nel bassanese sono ora in quantificazione i danni alla colture. Colpito anche l’Altopiano dei Sette Comuni, nelle zone a sud del comune di Lusiana Conco.
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Maltempo al Nord: grandinata con accumuli impressionanti a Magreglio (Como)
I morti sul lavoro crescono e il governo dimentica il decreto
Crescono i morti sul lavoro: tra il primo gennaio e il 30 giugno sono stati in 482 a perdere la vita mentre erano in servizio o si recavano in ufficio, in fabbrica o al cantiere. Spiega oggi Roberto Rotunno sul Fatto che si è verificato un aumento di 13 casi rispetto allo stesso periodo del 2018, durante il quale le segnalazioni arrivate all’Inail sono risultate inferiori del 2,77%.
Continua quiE il fatto sorprendente è che buona parte di questo peggioramento ha colpito il Sud e le Isole, zone che per giunta negli stessi mesi hanno pure registrato una perdita di occupazione. Insomma, i posti sono diminuiti e i decessi hanno mostrato un incremento. In Sicilia, per esempio, siamo passati da 25 decessi del primo semestre 2018 ai 41 del 2019.In Puglia da 15 a 26, in Abruzzo da 7 a 14, in Campania da 33 a 39. L’intero Meridione ha già sacrificato sull’altare di uno stipendio 150 persone, contro le 121coinvolte inincidenti mortali nel periodo tra gennaio e giugno dell’anno precedente. Tra Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia e Liguria la situazione è rimasta quasi stabile con 124 denunce nel 2018 e 123 nel 2019.
Flat tax al 15%, benefici azzerati per chi guadagna meno di 26 mila euro
Il Rapporto del Cer suggerisce di abbassare l'aliquota sul terzo scaglione di reddito per evitare effetti regressivi del sistema fiscale
MILANO - Un grosso regalo, ma per i contribuenti che si trovano in una fascia di reddito più agiata rispetto a quelle più povere. E' l'impatto della Flat tax calcolato dal Cer (Centro Europa ricerche) nel nuovo Rapporto presentato al Cnel.
A livello individuale beneficerebbero dalla flat tax "solo" i contribuenti fra 26 e 55 mila euro, una platea di "circa 8,2 milioni", un quinto del totale. "La perdita di gettito sarebbe di 16 miliardi", al netto di interventi sulla struttura di deduzioni e detrazioni, che complessivamente ammontano, per i redditi compresi fra 26 e 55mila euro, "a oltre 30 miliardi".
Spiega il Cer che "apparentemente, il 15% evoca un'imposizione molto più bassa dell'attuale e quindi un consistente recupero di reddito disponibile da parte dei contribuenti. Non è però così, dal momento che l'attuale struttura dell'Irpef, basata sul riconoscimento di deduzioni e detrazioni, fa sì che il livello delle aliquote effettivo sia molto inferiore a quello delle aliquote legali. Con specifico riferimento all'aliquota del 15%, tale livello di imposta è di fatto già vigente per i contribuenti con redditi fino a 26 mila euro".
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MILANO - Un grosso regalo, ma per i contribuenti che si trovano in una fascia di reddito più agiata rispetto a quelle più povere. E' l'impatto della Flat tax calcolato dal Cer (Centro Europa ricerche) nel nuovo Rapporto presentato al Cnel.
A livello individuale beneficerebbero dalla flat tax "solo" i contribuenti fra 26 e 55 mila euro, una platea di "circa 8,2 milioni", un quinto del totale. "La perdita di gettito sarebbe di 16 miliardi", al netto di interventi sulla struttura di deduzioni e detrazioni, che complessivamente ammontano, per i redditi compresi fra 26 e 55mila euro, "a oltre 30 miliardi".
Spiega il Cer che "apparentemente, il 15% evoca un'imposizione molto più bassa dell'attuale e quindi un consistente recupero di reddito disponibile da parte dei contribuenti. Non è però così, dal momento che l'attuale struttura dell'Irpef, basata sul riconoscimento di deduzioni e detrazioni, fa sì che il livello delle aliquote effettivo sia molto inferiore a quello delle aliquote legali. Con specifico riferimento all'aliquota del 15%, tale livello di imposta è di fatto già vigente per i contribuenti con redditi fino a 26 mila euro".
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Gianluca Savoini e la storia dei 150mila dollari finiti nel cesso
È il caso di dire pecunia non olet: il Fatto Quotidiano racconta oggi in un articolo a firma di Thomas Mackinson e Luigi Franco una storia surreale che riguarda Gianluca Savoini e una busta con 150mila dollari datagli all’Hotel Le Méridien di Parigi che gli viene passata: per contare i soldi va in bagno ma purtroppo l’arrivo di un altro cliente fa sì che i dollari finiscano nello scarico della turca. E lui a quel punto le ripesca e le pulisce una ad una.
La storia, di per sé già incredibile, viene ulteriormente dettagliata: gli italiani sono due.Gianluca Savoini è seduto in un bistrot di boulevard Pereire, non lontano dall’Arc de Triomphe, con un’altra persona. A un certo punto i due si passano fugacemente un plico alto come un pacchetto di Marlboro, fasciato in fogli di giornale.
Continua quiMezz’ora prima – raccontano le fonti – nella sala de Le Méridien Etoile, a due passi dall’Ambasciata del Marocco, hanno ricevuto il prezioso plico dalle mani di Mohamed Khabbachi, ex direttore generale dell’agenzia di stampa nazionale Map, emissario di re Mohammed VI per le attività di lobby su scala europea, Italia compresa. Il suo profilo WhatsApp riporta tutt’ora una veduta della stazione centrale dal Pirellone, dove Savoini è stato capo ufficio stampa e oggi è vicepresidente Corecom. Qual era la contropartita di quel denaro? Savoini era a Parigi per un affare privato o per conto della Lega?
martedì 30 luglio 2019
Riscaldamento globale, Parmitano lancia lʼallarme dallo spazio: "Deserti avanzano, ghiacciai si sciolgono"
Lʼastronauta parla con i giornalisti dalla Stazione spaziale internazionale durante la missione Beyond
"I dati dell'Esa ci dicono molto sul riscaldamento globale e da qui l'osservazione umana potrà raccontarlo ulteriormente, per fare sì che chi ha in mano le redini possa fare tutto il possibile, se non per invertire questo trend, per rallentarlo e fermarlo", ha sottolineato Parmitano ai giornalisti che si trovano al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica "Leonardo da Vinci" di Milano.
lunedì 29 luglio 2019
Si muove la frana di Quincinetto, chiusa la Torino-Aosta
È la seconda volta da fine giugno, subito lunghe code
Torna a muoversi la frana di Quincinetto. L'allarme in località Chiappetto, al confine tra Piemonte e Valle d'Aosta, è scattato poco dopo le 16. L'autostrada A5 Torino-Aosta è stata chiusa tra Pont Sant Martin e Ivrea, le due uscite obbligatorie. Sav, la società che gestisce il tratto valdostano della A5, segnala subito code tra Verrès e Pont Saint Martin, in direzione Torino. Per lo stesso allarme frana l'autostrada era già stata chiusa lo scorso 22 giugno.
Il blocco del traffico deciso lo scorso giugno aveva creato forti disagi alla viabilità, che rischiano di ripetersi. Lo scorso 4 luglio le Regioni Piemonte e Valle d'Aosta, con la Società Autostrade Valdostane (Sav) e il Centro di competenza della protezione civile presso l'Università di Firenze, hanno siglato un protocollo d'intesa che prevede, tra l'altro, lavori per circa 13 milioni di euro e un nuovo piano di protezione civile - da pochi giorni entrato in vigore - per gestire le emergenze.
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Ultraleggero precipita sull'autostrada A26, morto il pilota
Nessun veicolo coinvolto. Soccorsi sul posto
ALESSANDRIA. Un ultraleggero è precipitato sull'autostrada A26, nei pressi di San Michele, pochi metri prima dello svincolo con l'A21 Torino-Piacenza. Il pilota è deceduto, nonostante l'immediato intervento del 118. Lo schianto, sulla corsia di emergenza, non ha coinvolto i veicoli in transito. Gli automobilisti che hanno assistito alla scena parlano di una manovra improvvisa prima dello schianto. Sul posto anche vigili del fuoco e polizia stradale.
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Overshoot Day, il 29 luglio la Terra avrà esaurito le sue risorse annuali
Una data che arriva sempre prima: 30 anni fa era in ottobre, 20 anni fa a fine settembre. Di regola dovrebbe cadere il 31 di dicembre di ogni anno per dare al pianeta il tempo di rigenerare le sue risorse
ROMA - Di male in peggio. Anche quest'anno il nostro Pianeta ha già esaurito le risorse che dovrebbero invece bastargli per l'intero anno. Il giorno in questione è chiamato Overshoot Day, e di regola dovrebbe cadere il 31 di dicembre di ogni anno per dare alla Terra il tempo di rigenerare le sue risorse. Invece, quest'anno la data fatidica arriverà lunedì 29 luglio, battendo il record già negativo del 2018 quando la data coincise con il 1 agosto, e non era mai stato così presto.
Per gli scienziati l'Overshoot Day rappresenta il giorno dell'anno in cui la nostra domanda di acqua, cibo, fibre, legno e assorbimento di anidride carbonica supera l'ammontare di risorse biologiche che gli ecosistemi della terra sono in grado di rinnovare in un anno, la cosiddetta 'biocapacità globale'. Una data che arriva sempre prima: 30 anni fa cadeva in ottobre, 20 anni fa verso la fine di settembre. E adesso non arriviamo ad agosto.
Secondo i calcoli dei ricercatori, è come se l'umanità utilizzasse le risorse di quasi due pianeti, 1,75 per l'esattezza. Non va meglio considerando la sola Italia: secondo le stime del Global Footprint Network, per soddisfare i consumi degli italiani servirebbero risorse pari a 4,7 volte quelle che l'Italia genera ogni anno. Solo, che di Italia ne abbiamo una sola e uno è il Pianeta su cui viviamo, e lo stiamo sovrasfruttando.
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ROMA - Di male in peggio. Anche quest'anno il nostro Pianeta ha già esaurito le risorse che dovrebbero invece bastargli per l'intero anno. Il giorno in questione è chiamato Overshoot Day, e di regola dovrebbe cadere il 31 di dicembre di ogni anno per dare alla Terra il tempo di rigenerare le sue risorse. Invece, quest'anno la data fatidica arriverà lunedì 29 luglio, battendo il record già negativo del 2018 quando la data coincise con il 1 agosto, e non era mai stato così presto.
Per gli scienziati l'Overshoot Day rappresenta il giorno dell'anno in cui la nostra domanda di acqua, cibo, fibre, legno e assorbimento di anidride carbonica supera l'ammontare di risorse biologiche che gli ecosistemi della terra sono in grado di rinnovare in un anno, la cosiddetta 'biocapacità globale'. Una data che arriva sempre prima: 30 anni fa cadeva in ottobre, 20 anni fa verso la fine di settembre. E adesso non arriviamo ad agosto.
Secondo i calcoli dei ricercatori, è come se l'umanità utilizzasse le risorse di quasi due pianeti, 1,75 per l'esattezza. Non va meglio considerando la sola Italia: secondo le stime del Global Footprint Network, per soddisfare i consumi degli italiani servirebbero risorse pari a 4,7 volte quelle che l'Italia genera ogni anno. Solo, che di Italia ne abbiamo una sola e uno è il Pianeta su cui viviamo, e lo stiamo sovrasfruttando.
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domenica 28 luglio 2019
Poliziotti e agenti penitenziari: le mancate promesse del Governo
Protesta in piazza Montecitorio, il sindacato: «E’ dignitoso un contratto scaduto da 200 giorni? L’Italia ha la Polizia più vecchia d’Europa»
ROMA. Poliziotti e agenti della polizia Penitenziaria si sono ritrovati quest'oggi in piazza Montecitorio, nella Capitale, per protestare contro le «mancate promesse del Governo». Un paradosso, se pensiamo al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ogni giorno con una divisa diversa indosso e sempre pronto a prendere le parti delle forze di polizia. «La sicurezza dei cittadini si garantisce in primo luogo assicurando dignità agli operatori della sicurezza. E' dignitoso un contratto scaduto da 200 giorni e risorse che garantiscono 'aumenti' mensili inferiori al costo di un abbonamento Netflix? Servono fatti, non parole», dice il segretario del sindacato Silp-Cgil, Daniele Tissone, presente alla manifestazione. Ma il problema non è solo il contratto, perché l'esecutivo gialloverde non sta rispettando gli impegni presi neppure sui correttivi del riordino delle carriere: un provvedimento molto atteso dal personale che incide sugli stipendi e sulla organizzazione del lavoro. «Sono stati stanziati appena 23 milioni per la Polizia e 10 milioni per la Penitenziaria», spiega ancora Tissone. Senza contare che l'Italia ha «la Polizia più vecchia d'Europa», che «negli ultimi 10 anni i poliziotti sono diminuiti di 10 mila unità» e che «i carichi di lavoro sono maggiorati enormemente». E la mobilitazione di oggi ha portato subito i suoi frutti. I poliziotti sono stati infatti convocati dal Viminale per il primo agosto prossimo. «Andremo lì a vedere le carte, perché fino ad oggi però zero fatti e poche risorse», fanno sapere ancora dal sindacato. «Siamo scesi in piazza oggi per ricordare al Governo le promesse fatte e non rispettate alle forze di polizia.
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ROMA. Poliziotti e agenti della polizia Penitenziaria si sono ritrovati quest'oggi in piazza Montecitorio, nella Capitale, per protestare contro le «mancate promesse del Governo». Un paradosso, se pensiamo al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ogni giorno con una divisa diversa indosso e sempre pronto a prendere le parti delle forze di polizia. «La sicurezza dei cittadini si garantisce in primo luogo assicurando dignità agli operatori della sicurezza. E' dignitoso un contratto scaduto da 200 giorni e risorse che garantiscono 'aumenti' mensili inferiori al costo di un abbonamento Netflix? Servono fatti, non parole», dice il segretario del sindacato Silp-Cgil, Daniele Tissone, presente alla manifestazione. Ma il problema non è solo il contratto, perché l'esecutivo gialloverde non sta rispettando gli impegni presi neppure sui correttivi del riordino delle carriere: un provvedimento molto atteso dal personale che incide sugli stipendi e sulla organizzazione del lavoro. «Sono stati stanziati appena 23 milioni per la Polizia e 10 milioni per la Penitenziaria», spiega ancora Tissone. Senza contare che l'Italia ha «la Polizia più vecchia d'Europa», che «negli ultimi 10 anni i poliziotti sono diminuiti di 10 mila unità» e che «i carichi di lavoro sono maggiorati enormemente». E la mobilitazione di oggi ha portato subito i suoi frutti. I poliziotti sono stati infatti convocati dal Viminale per il primo agosto prossimo. «Andremo lì a vedere le carte, perché fino ad oggi però zero fatti e poche risorse», fanno sapere ancora dal sindacato. «Siamo scesi in piazza oggi per ricordare al Governo le promesse fatte e non rispettate alle forze di polizia.
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Expo è costata 2,2 miliardi e ha guadagnato 30,7 milioni
I dati del rendiconto di esercizio resi noti ufficialmente dalla società. Considerando i 7,7 milioni per la gestione fino al 18 febbraio 2016, data della sua liquidazione, il patrimonio netto della società è stato di 23 milioni di euro
Expo Milano 2015 da quando è nata, nel 2009, a quando ha chiuso i battenti, nel 2015, è costata esattamente 2.254,7 milioni di euro, ed è stata messa in liquidazione per 2.285,4 milioni. Ha chiuso con un patrimonio netto pari a 30,7 milioni. Considerando i 7,7 milioni per la gestione fino al 18 febbraio 2016, data della sua liquidazione, il patrimonio netto della società è stato di 23 milioni di euro. Questi i dati del rendiconto di esercizio resi noti ufficialmente giovedì dalla società.
I finanziamenti e i ricavi
Expo è stata finanziata in questi termini: 1.258,7 milioni di contributi pubblici, 944 milioni di ricavi gestionali e 168,9 milioni di altri ricavi. Dalla vendita dei biglietti ha ricavato 421,3 milioni, dalle sponsorizzazioni 353,7 milioni, dall’affitto degli spazi ai Paesi partecipanti 19,2 milioni. Le concessioni di spazi e servizi di Padiglione Italia hanno generato ricavi per 29,2 milioni di euro, le royalties sul cibo e il merchandising a 27,8 milioni. Il risultato complessivo del progetto, dal 2009 al 2015 porta ad un patrimonio netto di 30,7 milioni di euro al 31 dicembre, si evince dal rendiconto pubblicato sul sito. Questo deriva dai contributi in conto capitale dei soci direttamente imputati a patrimonio netto (122,4 milioni di euro) e dal risultato netto d’esercizio cumulato nel periodo, pari a -101,9 milioni di euro.
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Maltempo, tromba dʼaria vicino Roma: morta una donna in auto
La tragedia poco prima delle 3: danni ad abitazioni, ad un distributore di carburante, semi distrutto, e ad altre auto parcheggiate
Tragedia nella notte nella zona di Focene, nel comune di Fiumicino, a causa di una tromba d'aria. Il vento avrebbe provocato un incidente ad una vettura, sbalzata via, che stava percorrendo via Coccia di Morto, provocando la morte di una donna, di giovane età, che era al suo interno. Non si hanno altri ragguagli sulla dinamica. Il sindaco del comune alle porte di Roma, Esterino Montino, è già stato informato di quanto accaduto.
La tromba d'aria, poco prima delle 3, ha causato danni ad abitazioni, ad un distributore di carburante, semi distrutto, e ad altre auto parcheggiate sulla stessa strada dove è avvenuta la tragedia.
Una vettura è stata sollevata ed è finita accartocciata su un guard rail. L'arteria, che collega Fiumicino con Focene, è al momento interrotta. Sul posto diverse squadre dei vigili del fuoco, la polizia, i vigili urbani e la protezione civile. La furia del vento ha fatto volare nell'area detriti e vegetazione.
Una vettura è stata sollevata ed è finita accartocciata su un guard rail. L'arteria, che collega Fiumicino con Focene, è al momento interrotta. Sul posto diverse squadre dei vigili del fuoco, la polizia, i vigili urbani e la protezione civile. La furia del vento ha fatto volare nell'area detriti e vegetazione.
sabato 27 luglio 2019
Insegnante novarese sulla morte del carabiniere: "Uno in meno, non ne sentiremo la mancanza".
Insegnante novarese sulla morte del carabiniere: "Uno in meno"
„Il post ha scatenato la reazione dei social. L'insegnante: "Chiedo scusa"
Insegnante novarese sulla morte del carabiniere: "Uno in meno"
„
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„Il post ha scatenato la reazione dei social. L'insegnante: "Chiedo scusa"
Insegnante novarese sulla morte del carabiniere: "Uno in meno"
„
Polemiche social su un post apparso nelle scorse ore sulla nota pagina Facebook "Sei di Novara se...".
Nella pagina era stata pubblicata una foto del carbiniere ucciso a Roma in servizio, Mario Cerciello Rega: tra i molti commenti alla foto ne è apparso uno che ha suscitato l'indignazione degli utenti web e non solo. "Uno in meno e chiaramente con uno sguardo poco intelligente. Non ne sentiremo la mancanza" ha scritto un'insegnate novarese.
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Al via il corteo 'No Tav', l'obiettivo è raggiungere il cantiere
Alcune centinaia di manifestanti, tra valsusini e attivisti, si sono raccolti al presidio di Venaus e si sono messi in marcia verso l'abitato di Giaglione.
È cominciato in Valle di Susa il corteo dei No Tav verso il cantiere di Chiomonte. Alcune centinaia di manifestanti, tra valsusini e attivisti dei centri sociali, si sono raccolti al presidio di Venaus e si sono messi in marcia verso l'abitato di Giaglione. L'obiettivo dichiarato, come dice uno speaker, è arrivare al cantiere e violare la zona rossa tracciata dalle ordinanze della prefettura che ne vieta l'accesso.
Una frana si è staccata dal costone della montagna che fiancheggia la Val Cenischia, dove è aperto il campeggio No Tav. È accaduto nei minuti in cui sulla zona si stava abbattendo un forte acquazzone. La frana non sta minacciando la tendopoli, che è più lontana.
Marcia No Tav, "chi tira un sasso fa un regalo a Salvini"
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Maltempo, nubifragi a Torino: un ferito, crolla il controsoffitto della mensa del carcere
Temporali e nubifragi hanno colpito il torinese, con danni soprattutto nel capoluogo piemontese. Una persona è rimasta ferita a causa del crollo di un albero sulla tangenziale. Molti gli allagamenti in città, tra cui quello della mensa del carcere che ha causato il cedimento di una parte del controsoffitto.
Dopo il grande caldo arriva il maltempo. E si iniziano a contare i danni, soprattutto nel torinese. Sul capoluogo piemontese si è abbattuto un forte nubifragio, causando la caduta di alberi sulla tangenziale nord. Un'auto è stata anche colpita e il suo autista è rimasto ferito, nella serata di ieri. Un albero è caduto anche nella zona di via Aosta, sempre a Torino, con varie segnalazioni arrivate intorno alle 21.30 di sera. In totale i vigili del fuoco hanno effettuato circa 150 interventi nel torinese. Soccorsi da parte dei pompieri anche al campeggio No Tav a Venaus, dove cinque ragazzi erano rimasti bloccati in una isoletta nel torrente Cenischia, a causa di un'onda di piena. Per i giovani solo tanta paura e nessuna conseguenza più grave: per loro è stato comunque previsto un soccorso in elicottero, ma non per problemi sanitari.
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Dopo il grande caldo arriva il maltempo. E si iniziano a contare i danni, soprattutto nel torinese. Sul capoluogo piemontese si è abbattuto un forte nubifragio, causando la caduta di alberi sulla tangenziale nord. Un'auto è stata anche colpita e il suo autista è rimasto ferito, nella serata di ieri. Un albero è caduto anche nella zona di via Aosta, sempre a Torino, con varie segnalazioni arrivate intorno alle 21.30 di sera. In totale i vigili del fuoco hanno effettuato circa 150 interventi nel torinese. Soccorsi da parte dei pompieri anche al campeggio No Tav a Venaus, dove cinque ragazzi erano rimasti bloccati in una isoletta nel torrente Cenischia, a causa di un'onda di piena. Per i giovani solo tanta paura e nessuna conseguenza più grave: per loro è stato comunque previsto un soccorso in elicottero, ma non per problemi sanitari.
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Standard & Poor’s: l’Italia rischia la fine della Grecia
Dall’agenzia di rating allarme sui conti pubblici: la crescita è troppo bassa, attenti alla crisi di fiducia
ROMA. Al momento per l’Italia non c’è «uno scenario da crisi del debito pubblico. Tuttavia in uno scenario alternativo in cui i policymaker perseguano soluzioni non ortodosse – come l’introduzione di una valuta parallela o di misure di bilancio senza copertura finanziaria, per eludere i vincoli fiscali stabiliti dai trattati Ue – l’adesione dell’Italia all’area Euro potrebbe essere messa in discussione. In extremis, potrebbe verificarsi una nuova crisi di fiducia come quella avvenuta in Grecia nel giugno 2015».
Crescita troppo bassa
L’allarme, l’ennesimo, arriva dall’agenzia americana Standard and Poor’s che ieri ha diffuso un report sui rating dei paesi dell’Eurozona ricordando che l’Italia è l’unico stato sovrano con outlook (prospettive) «negativo». Questo a causa di un debito pubblico monstre, di una crescita sempre debole (dal 2010 la nostra economia è cresciuta in termini reali solo dello 0,6% contro il 10,6% dell’intera area Euro) e dell’incapacità dei decisori politici di affrontare questi nodi. Secondo S&P, infatti, «dopo aver vinto le elezioni del marzo 2018, l’attuale coalizione di governo ha velocemente congelato le modeste iniziative di riforma e ha iniziato a contrastare la Commissione Europea nel suo mandato di vigilare sull’osservanza da parte degli Stati membri della regolamentazione fiscale dell’Unione». Quindi ricorda che una controversia di questo tipo «ha in genere effetti di secondo piano sul settore privato dell’economia, comprese le basi di finanziamento del sistema bancario. Questo è stato il caso della Grecia, un’economia molto più piccola (meno del 2% del Pil dell’Eurozona) nel giugno 2015. La questione ora – sottolineano gli analisti Usa – è se sarà lo stesso anche per un’economia molto più grande come l’Italia, che rappresenta il 15% del Pil dei 27».
L’allarme, l’ennesimo, arriva dall’agenzia americana Standard and Poor’s che ieri ha diffuso un report sui rating dei paesi dell’Eurozona ricordando che l’Italia è l’unico stato sovrano con outlook (prospettive) «negativo». Questo a causa di un debito pubblico monstre, di una crescita sempre debole (dal 2010 la nostra economia è cresciuta in termini reali solo dello 0,6% contro il 10,6% dell’intera area Euro) e dell’incapacità dei decisori politici di affrontare questi nodi. Secondo S&P, infatti, «dopo aver vinto le elezioni del marzo 2018, l’attuale coalizione di governo ha velocemente congelato le modeste iniziative di riforma e ha iniziato a contrastare la Commissione Europea nel suo mandato di vigilare sull’osservanza da parte degli Stati membri della regolamentazione fiscale dell’Unione». Quindi ricorda che una controversia di questo tipo «ha in genere effetti di secondo piano sul settore privato dell’economia, comprese le basi di finanziamento del sistema bancario. Questo è stato il caso della Grecia, un’economia molto più piccola (meno del 2% del Pil dell’Eurozona) nel giugno 2015. La questione ora – sottolineano gli analisti Usa – è se sarà lo stesso anche per un’economia molto più grande come l’Italia, che rappresenta il 15% del Pil dei 27».
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venerdì 26 luglio 2019
Violente grandinate e frane durante il Tour de France: tappa interrotta
Impressionanti immagini arrivano in questi minuti dalla Val d'Isere, una delle zone più colpite dai temporali che stanno interessando in particolare le aree occidentali, dove oggi si stava svolgendo la 19esima tappa del Tour de France. Una fortissima grandinata ha costretto gli organizzatori a neutralizzare la corsa dopo lo scollinamento sul Col de l'Iseran, a 34 km dal traguardo.
Nella zona si sono verificati anche dei pericolosi smottamenti, che per fortuna non hanno coinvolto i corridori.
Roma, strade killer: muore a 23 anni per la buca riparata un mese fa
Ha provato a restare in sella al suo scooter ma non ce l’ha fatta. Ha perso il controllo del Suzuky Burgman in un tratto in cui la strada era dissestata. Edoardo Giannini è stato catapultato dalla moto, molto probabilmente, a causa di una buca. Ed è morto a 23 anni. Un dislivello rattoppato appena un mese fa. A metà giugno. Nei giorni scorsi si era aperto un’altra volta. Per poi essere nuovamente rabberciato poche ore dopo lo schianto. Una fotografia impietosa dello stato viario di Roma, in cui regna l’assenza di una strategia ma si rincorre perennemente l’emergenza. Nel frattempo, però, le persone muoiono.
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La strana fretta del Campidoglio: i lavori lampo complicano l’indagine
Carabiniere ucciso a coltellate nella notte in centro a Roma
Il militare era in servizio, in fuga due aggressori che era stati fermati per furto ed estorsione. Durante l'operazione uno dei due avrebbe estratto un coltello ferendolo più volte. Trasportato d'urgenza in ospedale è morto
Un carabiniere è stato ucciso a Roma nella notte con alcune coltellate mentre era in servizio. E' accaduto in via Pietro Cossa, nel quartiere Prati. Da una prima ricostruzione, il vice brigadiere 35enne durante un servizio con alcuni colleghi stava fermando due uomini considerati responsabili di furto e estorsione quando uno di loro avrebbe estratto il coltello ferendolo più volte, il vice brigadiere, Mario Cerciello Rega, è morto poco dopo in ospadale. L'uomo sarebbe stato ucciso per cento euro: è questa la cifra che sarebbe stata chiesta in cambio della restituzione di un borsello rubato dai due. Quello che in gergo si chiama "cavallo di ritorno". I due sono al momento ricercati.
Il carabiniere è stato colpito più volte in varie parti del corpo e avrebbe ricevuto 8 coltellate. Una di queste all'altezza del cuore e anche una alla schiena. Il carabiniere è arrivato in ospedale in condizioni disperate ed è deceduto poco dopo. Dalle prime informazioni, sembra fosse in borghese. La procura di Roma indaga per omicidio.
Bimbo autistico di 11 anni rifiutato dalla famiglia: «Non lo vogliono più»
Una storia tragica, di disperazione e solitudine, che gli operatori di Casa Sebastiano, una struttura all’avanguardia per l’autismo, hanno voluto rendere pubblica
Una telefonata drammatica, «uno schiaffo che toglie il fiato» come la descrivono gli operatori di Casa Sebastiano, in Trentino. Dall’altra parte del telefono un assistente sociale di un’altra regione: «Dobbiamo trovare una sistemazione per un bimbo di 11 anni con diagnosi di autismo. La famiglia non lo vuole più».
La vicenda
La tragica vicenda riguarda infatti un bambino autistico rifiutato dalla sua famiglia e affidato al Tribunale dei Minori. Una storia tragica, di disperazione e solitudine, che gli operatori di Casa Sebastiano, una struttura all’avanguardia per l’autismo a Coredo (in provincia di Trento) hanno voluto rendere pubblica .
Una telefonata diversa dal solito
«È la norma per il nostro centro: centinaia di telefonate, da quando abbiamo inaugurato Casa Sebastiano appena due anni fa, da tutta Italia e da italiani all’estero, operatori e famiglie, alla ricerca di informazioni, risposte, servizi, di un’opportunità, di un futuro migliore», scrivono gli operatori sul portale della Fondazione trentina per l’autismo.
«La famiglia non lo vuole più»
Ma questa volta c’è qualcosa di diverso. Una frase: «La famiglia non lo vuole più». «Credevamo di non aver capito», dicono gli operatori. Da lì la prima reazione: «O sono disgraziati o sono disperati», scrivono dalla Fondazione. «In ogni caso abbiamo fallito. Le istituzioni hanno fallito, la società ha fallito». Come sottolineano da Casa Sebastiano, «è mancato il supporto delle Istituzioni, i servizi, l’aiuto necessari a che un bambino e i suoi genitori possano affrontare insieme la drammaticità di una disabilità dura, a volte durissima. È venuto meno il patto di aiuto ai deboli, il mandato etico, ancor prima che costituzionale, fondamento di ogni società che voglia dirsi civile, di sostegno ai componenti più fragili delle nostre comunità».
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giovedì 25 luglio 2019
Migranti, due barconi affondano al largo della Libia: 150 morti
A bordo c'erano circa 300 persone
Sono due i barconi affondati davanti alle coste libiche: lo riferisce il portavoce della Guardia costiera libica, Ayoub Gassim. Le due imbarcazioni, con circa 300 persone stimate a bordo, si sono capovolte nelle acque davanti a Khoms, circa 120 km a est della capitale Tripoli. Circa 137 migranti sono stati recuperati e riportati in Libia.
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MALTEMPO nel week-end: arrivano i TEMPORALI!
Forti TEMPORALI sono attesi nel fine settimana ad iniziare dalle regioni settentrionali.
Tra 48-72 ore il caldo opprimente dall'Italia verrà scacciato via, ma al prezzo di TEMPORALI anche INTENSI che scorazzeranno da nord a sud. Ciò deve essere inteso come un avviso per non farsi sorprendere più di tanto da fenomeni con intensità sopra le righe.
Si inizierà nella giornata di sabato 27 luglio ad iniziare dalle regioni settentrionali. Ecco la sommatoria delle precipitazioni che cadranno in Italia nell'intera giornata prefestiva:
TEMPORALI INTENSI si svilupperanno su Alpi e Prealpi, per poi sconfinare verso il Piemonte, la Lombardia e il Triveneto nel pomeriggio. In serata e nella successiva notte, lampi e tuoni raggiungeranno anche la Liguria e l'Emilia Romagna.
Al centro e al meridione, a parte qualche temporale nelle aree interne nel pomeriggio e temporali in arrivo sulla Toscana tra la sera e la notte, non avremo fenomeni di rilievo, ma le temperature subiranno una prima flessione specie sul Tirreno e sulla Sardegna.
La giornata più perturbata da fenomeni temporaleschi intensi sarà domenica 28 luglio.
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Cede il ghiacciaio, Zermatt allagata nella giornata più calda
Nei giorni in cui anche la Svizzera si trova alle prese con una ondata di calore estiva da record (mercoledì pomeriggio 38°C a Sion capoluogo del Vallese, record assoluto mai registrato, zero termico a 4.600 metri), le fronti dei ghiacciai che scendono gagliarde dalle morene del Monte Rosa, del Matterhorn (il nostro Cervino) e degli altri numerosi Quattromila della zona, stanno dando segnali di cedimento.
Così anche l’ameno abitato di Zermatt, nel Canton Vallese appena al di là del confine italiano, mercoledì sera verso le 19.00 si è trovato con le strade allagate e trasformate in veri propri torrenti, senza che fosse caduta una sola goccia di pioggia. Il torrente Triftbach, alimentato da uno di questi ghiacciai, è uscito dagli argini provocando la sorprendente inondazione.
A seguito degli allagamenti alcune zone di Zermatt sono attualmente inagibili, ma fortunatamente non si registrano feriti.
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mercoledì 24 luglio 2019
Conte dice sì alla Tav: “Bloccarla costa troppo”. L’imbarazzo di Di Maio
L’ultima parola al Parlamento. Il leader M5S: per noi resta un errore. La Lega canta vittoria ma deve fare i conti con lo stallo sull’autonomia
ROMA. «Oggi bloccare il Tav costerebbe più che completarlo». Giuseppe Conte chiude una volta per tutte il discorso: il traforo ferroviario tra Torino e Lione si farà. Questa è formalmente la posizione del governo italiano. Con una dichiarazione in diretta televisiva il presidente del Consiglio dà il via libera all’opera, con una decisione che ovviamente rappresenta l’ennesima doccia fredda per il popolo del Movimento Cinque Stelle, che già ha dovuto mandar giù molti bocconi amari in questi mesi di «governo del cambiamento». «L’ultima parola spetterà al Parlamento», ricorda il premier: una soluzione che permetterà ai pentastellati (almeno) di votare contro questa decisione senza produrre alcuna conseguenza politica, visto che c’è una larga maggioranza «Sì Tav». Sul fronte opposto festeggia l’altro vicepremier Matteo Salvini. Festeggia, ma deve subire a sua volta il sostanziale stop – comunicato sempre ieri da Conte, che ha annunciato il rinvio del previsto Consiglio dei ministri - all’approvazione dell’autonomia differenziata per le Regioni del Nord.
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ROMA. «Oggi bloccare il Tav costerebbe più che completarlo». Giuseppe Conte chiude una volta per tutte il discorso: il traforo ferroviario tra Torino e Lione si farà. Questa è formalmente la posizione del governo italiano. Con una dichiarazione in diretta televisiva il presidente del Consiglio dà il via libera all’opera, con una decisione che ovviamente rappresenta l’ennesima doccia fredda per il popolo del Movimento Cinque Stelle, che già ha dovuto mandar giù molti bocconi amari in questi mesi di «governo del cambiamento». «L’ultima parola spetterà al Parlamento», ricorda il premier: una soluzione che permetterà ai pentastellati (almeno) di votare contro questa decisione senza produrre alcuna conseguenza politica, visto che c’è una larga maggioranza «Sì Tav». Sul fronte opposto festeggia l’altro vicepremier Matteo Salvini. Festeggia, ma deve subire a sua volta il sostanziale stop – comunicato sempre ieri da Conte, che ha annunciato il rinvio del previsto Consiglio dei ministri - all’approvazione dell’autonomia differenziata per le Regioni del Nord.
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Tav, Di Maio dopo il via libera di Conte: “Per M5s era resta un’opera dannosa. Decida il Parlamento”
Bibbiano, abbiamo toccato il fondo. E dentro ci sono tutti: dal Pd a Di Battista, da Salvini a Di Maio
Essere un populista può voler significare un mucchio di cose. Una delle principali, per esempio, è l’operazione con cui una società in genere complessa, fatta di conflitti e di tante anime, viene ridotta a un’unica, omogenea e compatta identità. Quella del popolo, del “mio” popolo. Un blocco granitico, che in teoria non dovrebbe accettare di essere scalfito e che infatti rigetta tutto ciò che è “altro”, diverso. Tutto ciò che è dissenso. Da qui, per fare una sintesi, l’avversione nei confronti dei partiti che non si riconoscono in questo popolo, delle voci non allineate, compresa la stampa, e di conseguenza una certa predilezione per le teorie del complotto al fine di spiegare quelle realtà che non coincidono con la narrazione veicolata dal – o dai – leader e accolta dalla comunità di riferimento.
Il fatto che la vicenda di Bibbiano sia stata scelta come modello per screditare gli avversari politici va in questa direzione. E nella retorica populista può avere un senso. Il punto, secondo me, è che abbiamo toccato il fondo. E la lista di chi lo ha fatto è lunga e bipartisan. L’ultima di Giorgia Meloni, per esempio, è il doppio avvitamento carpiato con cui, per prendere le distanze dall’esponente di FdI di Vercelli che augura la morte agli omosessuali, chiama in causa il Pd coinvolto “nello scandalo di Bibbiano”. Mentre scrivo Matteo Salvini sta già brandendo, con l’elmetto calato in testa, la spada con cui fendere colpi al vento dalla cittadina emiliana e aizzare i suoi fan: non fa nulla se su Armando Siri stanno emergendo nuovi inquietanti elementi e se un suo sindaco, in provincia di Foggia, è appena finito ai domiciliari per peculato, concussione e abuso d’ufficio.
Il M5s, invece, è riuscito a piazzare un doppio colpo: Luigi Di Maio ha definito il Pd “il partito che toglie i bambini alle famiglie con l’elettroshock” allo scopo di “venderli” (e si è preso una querela) mentre Alessandro Di Battista ha annunciato di avere in preparazione, per Fazi Editore, un libro sui fatti legati a Bibbiano. Il Partito democratico, come spesso gli accade, ci sta capendo poco o niente: i suoi esponenti, Alessia Morani in testa, stanno facendo circolare la foto di Rossella Ognibene, ex candidata a sindaco e capogruppo del M5s a Reggio, in compagnia di Di Maio con la scritta “difende in qualità di avvocato la Anghinolfi” (Federica, la responsabile dei servizi sociali dell’Unione Val d’Enza, ndr). Cioè, per respingere l’accusa di chi strumentalizza con “e allora Bibbiano?”, attaccano con “e allora i 5stelle?”. Un bel cortocircuito.
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