Potrebbe rivelarsi una delle tragedie peggiori del Mediterraneo: il bilancio delle vittime è salito nelle ultime ore a circa 72 morti annegati, dopo che oggi - a dieci giorni dal naufragio - il mare ha riconsegnato altri 38 corpi alle spiagge tunisine. Mentre agli altri cadaveri erano stati ritrovati già nei giorni scorsi.
Le tre persone che sono sopravvissute al naufragio hanno raccontato di essere state a bordo con almeno altre 86 persone migranti su un gommone poi affondato. "Hanno detto che la loro barca non era lontana dalla città di Zarzis quando si è capovolta" ha riferito Mongi Slim, un funzionario della Mezzaluna Rossa. "Mentre dei quattro superstiti, un ivoriano, è morto in ospedale", ha aggiunto a InfoMigrants il pescatore tunisino e volontario della Croce Rossa Chamesddine Marzoug. È stato lui - il pescatore di migranti che da anni dà sepoltura ai corpi restituiti dal mare nel cimitero degli sconosciuti a Zarzis - a fornire le prime notizie della tragedia in mare avvenuta presumibilmente lo scorso 2 luglio. I primissimi corpi erano stati rinvenuti sulla costa dell'isola di Djerba, nel sud della Tunisia; mentre alcune altre decine di cadaveri erano stati recuperati dalla Guardia costiera tunisina direttamente in mare. Il corpo di un'altra donna è stato trovato poi nella spiaggia del porto di Zarzis, esattamente dove oggi sono stati ritrovati una quarantina di altri corpi, tra cui anche quello di una donna incinta e di un bambino.
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