Roma, 11 luglio 2019 - L’allarme è di quelli diretti e immediati. "Nei prossimi 2-3 anni avremo bisogno di 5-6 mila lavoratori, ma non so dove andarli a trovare. Si tratta di carpentieri, saldatori...". A lanciare il nuovo, grave j’accuse sul mercato del lavoro (e della formazione) giovanile nel nostro Paese è l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, davanti alla platea della conferenza organizzativa della Cisl. Parole nette, che confermano quello che gli esperti definiscono "disallineamento" tra le competenze richieste dalle imprese e quelle costruite dal sistema scolastico-formativo.
Parole che non risparmiano neanche le responsabilità degli stessi giovani e delle loro famiglie. "Abbiamo lavoro per 10 anni, cresciamo a un ritmo del 10%, ma – incalza il top manager – sembra che i giovani abbiano perso la voglia di lavorare". E, anzi, insiste, "da noi un lavoratore medio prende 1.600 euro al mese, invece c’è chi si accontenta di fare il rider a 500-600 euro. E non è che quest’ultimo sia un mestiere meno faticoso del saldatore. Purtroppo, abbiamo cambiato cultura".
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