Cala il prezzo del petrolio ma quello della benzina resta fermo. A luglio l'Istat ha rilevato vendite al dettaglio in calo dello 0,1% rispetto a giugno e del 2,4% rispetto a luglio dello scorso anno
di LUISA GRIONROMA - Iper e supermercati, botteghe di quartiere e perfino hard discount: per tutti, lo scorso luglio, è stato un mese con incassi in calo. L´aumento dell´Iva era allora solo una delle ipotesi da inserire nella manovra, eppure le vendite del mese hanno subìto un netto calo. Lo certifica l´Istat: rispetto allo stesso periodo del 2010, nel mese di luglio di quest´anno gli acquisti sono calati del 2,4 per cento (meno 0,1 rispetto a giugno 2011). E sia i commercianti che i consumatori sono d´accordo nel dire che nei prossimi mesi il dato peggiorerà ulteriormente.
Gli iPad, i telefonini, creme e profumi sono gli unici prodotti in crescita o quanto meno in tenuta, tutto il resto - per le famiglie italiane - è stato materia di tagli. Hanno rinunciato a cambiare gli elettrodomestici e la tivù (meno 7,4 nell´anno), hanno alleggerito il carrello della spesa (meno 2 per cento), hanno comperato meno vestiti e scarpe (in calo dell´1,9 e dell´1,8 per cento).
Se la tendenza è questa, dicono le imprese, per il prossimo inverno - incamerato l´aumento dell´aliquota Iva dal 20 al 21 per cento - non c´è d´aspettarsi niente di buono. Tanto più che il sottosegretario alla Cultura Francesco Giro ha pure ventilato l´ipotesi di un ulteriore rialzo dell´imposta al «22 per cento per coprire la riforma fiscale». Non solo: preoccupa molto il prezzo della benzina, arrivata alle stelle e intenzionata a restarci. Ieri, infatti, nonostante i cali registrati nel prezzo del petrolio (il Brent è sceso a 108 dollari al barile) i listini delle compagnie (benzina no-logo a parte) sono rimasti fermi.
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