La giovane nigeriana, che ha scontato 4 anni di reclusione per
detenzione di droga, nel suo Paese rischia la lapidazione per essersi
rifiutata di sposare un uomo più vecchio di lei e di convertirsi dal
cattolicesimo all'islam. Prosegue la raccolta di firme online promossa
da Care2, per sottoscrivere la petizione da inviare a Napolitano e non
si fermano gli appelli del Movimento diritti civili.
COSENZA - Il tempo della sua
detenzione è scaduto. Da ieri Kate Omoregbe, la ragazza nigeriana di 34
anni che si trova nel carcere di Castrovillari, dove ha scontato una
condanna a 4 anni di reclusione per droga, può uscire dalla sua cella e
tornare in libertà. A trattenerla ancora lì, ricorda l'editoriale dell'
Avvenire,
qualche piccolo ritardo burocratico e le ferie estive, che hanno
bloccato il provvedimento di scarcerazione in qualche ufficio. Eppure
per Kate - che potrebbe uscire domani per una riduzione di 90 giorni
dovuta a buona condotta - tornare alla vita normale potrebbe significare
morte certa. La ragazza, fuggita dalla Nigeria in Italia dieci anni fa
perché nel suo Paese rischia la lapidazione, avendo rifiutato di sposare
un uomo più vecchio di lei e la conversione dal cattolicesimo
all'islam, nonostante dieci giorni fa abbia presentato richiesta di
asilo politico alla questura di Cosenza,potrebbe essere espulsa. Infatti
la legge prevede per il reato da lei commesso - detenzione di droga -
la revoca del permesso di soggiorno e l'espulsione.
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L'APPELLO INTERNAZIONALE PER KATE
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