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giovedì 22 settembre 2011

"Troy Davis è stato giustiziato" Inutile l'ultimo tentativo di salvarlo

USA

Il ricorso per ottenere un rinvio presentato in extremis dalla difesa a poche ore dall'esecuzione è stato rigettato dalla Corte Suprema. Il detenuto è stato ucciso con un'iniezione letale nel carcere di Jackson in Georgia

NEW YORK - Dopo una lunga serie di rinvii, sospensioni e ritardi, è stata infine eseguita la condanna alla pena capitale inflitta a Troy Davis, 42 anni, divenuto suo malgrado l'ennesimo simbolo, dentro e fuori l'America, della battaglia contro la pena di morte: in un carcere di Jackson, in Georgia, gli è stata praticata la prevista iniezione letale. A nulla sono servite le manifestazioni a suo sostegno in varie città del mondo e gli appelli di alte personalità per salvargli la vita. Una campagna che ha visto nelle scorse settimane l'adesione di papa Benedetto XVI, dell'ex presidente Jimmy Carter, dell'arcivescovo Desmond Tutu e di molti esponenti politici e personaggi pubblici americani e internazionali.

Ancora nelle ultime ore anche il New York Times aveva ammonito che la sua esecuzione sarebbe stata "un terribile errore". Un portavoce del ministero degli Esteri francese aveva definito "una colpa irreparabile" l'esecuzione; e il Vaticano aveva di nuovo espresso la speranza che la vita del condannato potesse "essere risparmiata". Una manifestazione si è svolta in serata anche davanti alla Casa Bianca, per ottenere un intervento del presidente. Barack Obama, tramite un portavoce ha però fatto sapere di non voler interferire in una questione "che riguarda le procedure uno stato federato" degli Stati Uniti.


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