La crisi non frena gli sprechi di cibo A Natale nel cassonetto 1,32 mld di euro
Le cifre emergono da un'indagine condotta dalla Cia sulle tavole degli italiani durante le feste di fine anno. Dal 24 dicembre a Capodanno sono finite nella spazzatura 440 mila tonnellate di alimenti, oltre 50 euro a famiglia. I più sacrificati carne, uova e latticini
ROMA - La manovra 'lacrime e sangue' arrivata alla vigilia delle feste di fine anno avrà anche indotto a ridurre al minimo le spese per regali e addobbi, ma non sembra aver avuto effetti sugli sprechi alimentari. Neanche nel bel mezzo di una crisi che da mesi condiziona i consumi, gli italiani hanno rinunciato alla brutta abitudine di imbandire tavole troppo ricche di cibo e pietanze: dalla vigilia di Natale a Capodanno, sono finite nei cassonetti 440 mila tonnellate di cibo, per un valore complessivo di 1,32 miliardi di euro, il 20% della spesa complessiva. Uno sperpero di risorse e un danno rilevante per l'ambiente, 'costato' più di 50 euro a famiglia. Poco consola il fatto che, rispetto all'anno scorso, lo spreco si è ridotto del 12%, dovuto peraltro alla generale contrazione della spesa alimentare: si tratta comunque, evidenzia un'indagine della Cia (Confederazione italiana agricoltori) di cifre notevoli.
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