E il post-alluvione fa ancora più paura. Nell'ultimo trimestre addio a 266 attività, 200 delle quali a Genova
di RAFFAELE NIRIOgni santissimo giorno chiudono, a Genova e provincia, tre negozi. Tre negozi lunedì, tre negozi martedì, tre negozi ieri, altri tre oggi. Un massacro. In termini assoluti, nel trimestre scorso, le cessazioni di attività nel commercio genovese sono state 266 (quasi tutte a Genova città: 198) che si vanno ad aggiungere alle 305 cessazioni del trimestre precedente (cioè aprile-maggio-giugno 2011).
E il dato è solo parzialmente compensato dalle nuove iscrizioni che sono, comunque, sensibilmente meno delle chiusure: alla Camera di Commercio attenderanno ancora qualche giorno prima di chiudere anche il quarto trimestre e, quindi, il bilancio di un anno intero. Ma la tendenza è tremenda: mentre in tutti gli altri comparti, in tutte le attività economiche. il numero delle attività che aprono - nonostante la tanto ventilata crisi - supera di gran lunga quello delle attività che chiudono, nel commercio i titolari si assottigliano a vista d'occhio (alla fine di settembre, a Genova, era rimasto un esercito di 11.337 commercianti, meno del doppio dei dipendenti di Palazzo Tursi, che resta il maggior datore di lavoro cittadino). Undicimila commercianti, su oltre seicentomila abitanti, è un dato risibile, in quella che da sempre viene disegnata come "città di bottegai".
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