Mappato il sottosuolo, enormi quantità di “oro blu”. Riserve per oltre settant’anni
MATTIA BERNARDO BAGNOLI
Londra
L’Africa è zeppa d’acqua, specie nella sua parte
più arida, il deserto del Sahara. I suoi abitanti non se ne sono mai
accorti non perché colpiti da violente insolazioni ma perché l'oro blu,
da secoli, si è rifugiato nel sottosuolo. E non due gocce. Le faglie
sotterranee, infatti, superano di ben cento volte la quantità d’acqua
che si trova oggi in superficie. Per l’Africa si tratta - potenzialmente
- di una rivoluzione copernicana. A patto, precisano gli esperti, di
saper gestire la scoperta con parsimonia.A mappare con attenzione, per la prima volta, le risorse idriche nascoste del «continente assetato» sono stati i ricercatori della British Geological Survey e del University College London (UCL). Che sperano così, anche grazie all’aiuto dei grafici colorati, di «aprire gli occhi alla gente» e portare il tema al centro del dibattito internazionale. «Le riserve maggiori - spiega alla BBC Helen Bonsor, uno degli autori della ricerca - si trovano nelle regioni settentrionali dell’Africa: in Libia, Algeria e Chad». Ovvero in enormi, e antichi, bacini sedimentari. «Si tratta di aree coperte da uno strato d’acqua spesso 75 metri. È una quantità enorme». E pensare che nel continente sono circa in 300 milioni a non avere accesso ad acqua potabile - senza contare che, al momento, solo il 5% della terra coltivabile è irrigata.
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