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sabato 21 aprile 2012

L’Africa muore di sete su un mare d’acqua

UNO STUDIO LONDINESE HA RIVELATO UNO STRATO LIQUIDO DI 75 METRI NELLE REGIONI SETTENTRIONALI. MA OCCORRE CENTELLINARLO

Mappato il sottosuolo, enormi quantità di “oro blu”. Riserve per oltre settant’anni

MATTIA BERNARDO BAGNOLI
Londra
L’Africa è zeppa d’acqua, specie nella sua parte più arida, il deserto del Sahara. I suoi abitanti non se ne sono mai accorti non perché colpiti da violente insolazioni ma perché l'oro blu, da secoli, si è rifugiato nel sottosuolo. E non due gocce. Le faglie sotterranee, infatti, superano di ben cento volte la quantità d’acqua che si trova oggi in superficie. Per l’Africa si tratta - potenzialmente - di una rivoluzione copernicana. A patto, precisano gli esperti, di saper gestire la scoperta con parsimonia.

A mappare con attenzione, per la prima volta, le risorse idriche nascoste del «continente assetato» sono stati i ricercatori della British Geological Survey e del University College London (UCL). Che sperano così, anche grazie all’aiuto dei grafici colorati, di «aprire gli occhi alla gente» e portare il tema al centro del dibattito internazionale. «Le riserve maggiori - spiega alla BBC Helen Bonsor, uno degli autori della ricerca - si trovano nelle regioni settentrionali dell’Africa: in Libia, Algeria e Chad». Ovvero in enormi, e antichi, bacini sedimentari. «Si tratta di aree coperte da uno strato d’acqua spesso 75 metri. È una quantità enorme». E pensare che nel continente sono circa in 300 milioni a non avere accesso ad acqua potabile - senza contare che, al momento, solo il 5% della terra coltivabile è irrigata.

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