Genova - Le alluvioni
non finiscono mai, la Protezione civile della Regione ha
prorogato fino alle 12 di oggi l’allerta “1” per il rischio frane, in
atto da ieri, per il persistere delle piogge.
Ma le nuove nuvole
non scacciano gli incubi del passato. E (a distanza di due anni dal
dramma di Sestri, precursore della tragedia del rio Fereggiano) una doppia fattura da 3.800 e da 7.200 euro
può incombere ancora come un amaro scherno su un’azienda che già è
uscita a pezzi da quell’incubo. Soldi richiesti per lo smaltimento di
fango e detriti nell’ottobre del 2010.
Le due (differenti) richieste portano i timbri di Amiu (che ieri, sollecitata dal Secolo XIX,
ha fatto un passo indietro) e dell’azienda per la raccolta
differenziata Ecocart. «Mi hanno chiesto di pagare per il fango
spalato e portato a Scarpino nei giorni dell’alluvione e per lo
smaltimento dei rifiuti ammassati davanti alla sede della mia azienda
devastata - dice Franco De Santis, 51 anni, titolare dell’industria
dolciaria che per decenni ha rifornito bar e pizzerie con i gelati
“Tobi” e “Frigidarium” - e io dico che no, non è giusto».
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Speciale Alluvione nello Spezzino
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