Genova - Donna all’antica, Barbara, donna di casa. Donna di
faccende, di commissioni, nata per badare agli altri, per servire.
Talvolta per qualcosa di più di una misera mancia, quasi sempre per
ordine esclusivo del cuore. Così era stato per i gattini affidatigli da
una ragazzina della zona, che aveva iniziato ad accudire pur avendo giù
sulle spalle i suoi quattro cani. Così è stato per l’uomo fortemente
indiziato di averla assassinata, Remo Carbone, ospitato per
alcuni mesi sotto lo stesso tetto di padre e marito. Una cura che
secondo i Carabinieri e chi ha raccolto le ultime frasi di Barbara
sarebbe poi stata capace di produrre l’esatto contrario. Minacce, ira,
violenza inaudita. «Si era sfogata con me - racconta in paese una
ragazzina molto legata alla vittima dell’omicidio di Davagna - mi disse che quando litigavano, lui ultimamente le diceva “stai attenta che ti ammazzo”».
Continua qui
Nessun commento:
Posta un commento