Ovada (AL)
«E adesso, che faccio?». Carreggiata Nord
dell’A26, tra il casello di Ovada e quello di Alessandria Sud.
All’improvviso, nel quadro, si accende la spia gialla della riserva.
L’area di servizio Bormida Est, a Castellazzo, è a portata di serbatoio,
ci si arriva in dieci minuti e 30 km. La brutta
sorpresa – per chi, distratto, si perdesse le segnalazioni sui pannelli
luminosi che intervallano l’autostrada (ieri, a dire il vero, indicavano
solo i lavori in corso) – è che di carburante, qui, non c’è traccia
dall’8 gennaio. Sotto la maxi tettoia, la ventina di pompe targate Tamoil (l’insegna è coperta da una striscia nera) sono «incerottate».
Automobilisti smarriti
Su una Peugeot, due ragazze reduci da un addio al nubilato si guardano intorno indecise sul da farsi. Un cartello giallo mette paura: per fare rifornimento bisogna sobbarcarsi ancora 80 km fino all’area di servizio Cavour, se si va verso Aosta; 55, per Sesia, direzione Lago Maggiore. Chi fosse in emergenza può solo uscire dall’autostrada. Lo suggerisce il cartello sulla porta sbarrata del vecchio shop: casello di Alessandria Sud e, da lì, 5 km fino al distributore Union. È quello il più vicino da quando la Tamoil, come spiegano dalla sede di Autostrade, ha deciso di uscire di scena da tutta la rete, rifiutando la proposta di proroga dell’affidamento (in itinere c’è la revisione delle concessioni e un piano di razionalizzazione delle aree di servizio).
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