Scuola: sì della Camera al ddl riforma, va al Senato
316 sì e 137 no alla riforma. Anche oggi manifestazioni contro la riforma
Nessun colpo di scena. La riforma della scuola a firma Renzi-Giannini ha
avuto, come previsto già alla vigilia (detrattori compresi), il sì
dell'Aula della Camera con 316 voti a favore, 137 contrari e un
astenuto. Un voto avvenuto tra cori di dissenso partiti dai banchi di
Sel e al quale non ha partecipato la sinistra del Pd. Ora il
provvedimento va a Palazzo Madama, accompagnato dalle stesse proteste
che hanno scortato tutto l'iter e che si sono fatte sentire fino
all'ultimo minuto, anche stamani: centinaia di prof hanno preso tre ore
di permesso sindacale (insieme a loro c'erano anche dirigenti scolastici
e studenti) per urlare le loro ragioni davanti a Montecitorio. E il
livello dello scontro pare destinato a salire. I sindacati della scuola,
che hanno in agenda un incontro con il ministro Giannini per lunedì,
oggi pomeriggio si sono incontrati e hanno deciso, oltre a iniziative
sul territorio e a una fiaccolata il 6 giugno, lo sciopero di un'ora
nelle prime due giornate degli scrutini programmati nelle classi
intermedie, "nel rispetto delle norme, delle famiglie e degli studenti".
"E' importante che questa riforma vada avanti e che i professori siano
coinvolti" ha dichiarato in un'intervista radiofonica stamani il
premier, Matteo Renzi, invitando a non fare, della scuola, "un terreno
di scontro". Il blocco degli scrutini - ha aggiunto - "sarebbe un errore
clamoroso perché va contro i ragazzi e le famiglie".
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