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sabato 12 gennaio 2019

Incubo recessione

La brusca frenata della produzione industriale fa tornare lo spettro della recessione. La doccia gelata per l'Italia è arrivata ieri mattina con la diffusione dei dati dell'Istat. A novembre la produzione industriale italiana è crollata del 2,6% rispetto allo stesso mese del 2017 e dell'1,6% rispetto a ottobre. L'indice destagionalizzato mensile evidenzia un aumento congiunturale solo nel comparto dell'energia (+1,0%); variazioni negative registrano, invece, i beni intermedi (-2,4%), i beni strumentali (-1,7%) e i beni di consumo (-0,9%).


Per Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, "il nuovo calo della produzione industriale rafforza il timore che il nostro Paese stia entrando ancora una volta in recessione. La conferma - spiega - la si avrà soltanto il 31 gennaio quando verrà pubblicata la prima stima dell'Istat sulla crescita del Pil nel quarto trimestre 2018".
Se al calo, già registrato nel terzo trimestre, seguirà un altro calo, come è molto probabile, sottolinea Quagliano, "il nostro Paese sarà nuovamente in recessione peraltro senza aver superato il livello massimo toccato a metà 2011 al termine della ripresa seguita al crollo generato tra il 2008 e il 2009 dalla grande crisi innescata dal fallimento di Lehman Brothers il 15 settembre 2008". Se effettivamente il dato del quarto trimestre, conclude, "confermerà che la tendenza positiva del Pil avviatasi dal 2015 si è nuovamente invertita, per l'Italia, unica tra le economie avanzate, la crisi iniziata nel 2008 assumerà un profilo non più a doppia V ma ancora più preoccupante".

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