Come mai i Cinque Stelle, sulla carta ambientalisti, al Senato hanno bocciato le mozioni per dichiarare l’emergenza climatica in Italia? Eppure, dalle questioni dei carburanti fossili in poi, c’è bisogno di un impegno serio
La propaganda e la voglia di restare al governo vince ancora e spinge ad accettare compromessi al ribasso su tutto. Ambiente compreso, anzi soprattutto. Altrimenti non si spiegherebbe come mai i Cinque Stelle, che sulle vertenze ambientali hanno conquistato larga parte del loro consenso elettorale, al Senato hanno bocciato e le mozioni a prima firma De Petris (LeU) e Ferrazzi (Pd) per dichiarare l’Italia in emergenza climatica e assumere iniziative adeguate a fronteggiarla. E per non essere scavalcati a sinistra – anche se defininendosi né di destra né di sinistra non dovrebbero avere questi vecchi problemi – hanno preferito accogliere la mozione di maggioranza presentata proprio dal M5S.
Peccato che per farla passare e digerire agli alleati del Carroccio hanno dovuto togliere dalla loro mozione proprio quello che servirebbe al Paese: la dichiarazione che l’Italia è in emergenza climatica. Il risultato è un atto del tutto inadeguato, che non inizia neanche a tagliare i quasi 19 miliardi di sussidi alle fonti fossili. Come se non bastasse autorevoli esponenti dei Cinque Stelle lo hanno rivendicato come un grande risultato… La macchina della propaganda insomma non dorme mai.
Davvero una beffa quella che si è consumata in Senato e per giunta nella Giornata Mondiale dell’Ambiente. Proprio sull'emergenza climatica da mesi milioni di giovani, ispirati dalla giovane attivista svedese Greta Thunberg si stanno mobilitando nel mondo.
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