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mercoledì 7 agosto 2019

La Lega annuncia lo stop agli 80 euro: l'addio al bonus Renzi colpisce i più poveri

La trasformazione da bonus a detrazione fiscale o contributiva ridurrà i benefici per chi dichiara redditi da 8.145 a 13 mila euro l'anno


ROMA-  Torna e ritorna da anni ormai, come un tormentone. E adesso sembra essere arrivato il momento con l'annuncio ufficiale da parte della Lega nel secondo incontro con le parti sociali. Sarà perché ha il nome di un presidente del Consiglio controverso come Matteo Renzi. Il bonus da 80 euro che nel 2014 il governo di centrosinistra introdusse e che lo stesso Matteo volle ben visibile in tutte le buste paga che ne avevano diritto e cioè quelle tra gli 8.145 euro e i 26 mila di stipendio annuale. Una fascia di lavoratori dipendenti medio bassa, che usciva con le ossa rotte dalla crisi e che aveva bisogno di potere d’acquisto. Il bonus fece allo scopo: 960 euro all’anno, spese in consumi e, come ha detto la Banca d’Italia, la misura aiutò la crescita del Pil in modo sostanziale.

Certo la gabbia fissa della misura, 80 euro per tutti, ha creato degli scompensi: subito sotto gli 8.145 euro si rimase a bocca asciutta come pure sopra i 26.600. L’Agenzia delle entrate fece qualche errore e alcuni furono addirittura furono chiamati a restituire quanto avuto in più.
Dal punto di vista tecnico si tratta di una erogazione monetaria, più simile agli assegni familiari erogati dall’Inps. Oggi la si vuole trasformare in una detrazione fiscale o contributiva: si può fare, come tutto. Ma la detrazione fiscale non sarà più uguale per tutti, alcuni ci perderanno altri ci guadagneranno: questo perché per beneficiare della detrazione bisogna avere un debito con il fisco, e questo debito è zero a quota 8.145 e poi si sale gradualmente fino a 13 mila euro senza arrivare mai pienamente a creare lo spazio per una detrazione di 960 euro l’anno.


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